Hockey

Ecco il primo succo di Uwe

Il tecnico tedesco stila un mini bilancio delle sue prime due partite sulla panchina del Lugano: «Ho visto tante cose buone»
Una vittoria e una sconfitta, per Uwe Krupp, nel suo primo weekend bianconero. ©Keystone/Enio Leanza
Flavio Viglezio
19.01.2025 14:00

Non è ancora un buon vino, questo Lugano, e forse in stagione non lo sarà mai. Ma per lo meno non è più l’aceto di scarsa qualità visto all’opera per più di tre mesi. Giocando un po’ sul nome di battesimo di coach Krupp, si potrebbe allora dire che al momento la squadra bianconera è un succo... d’Uwe di discreto livello. Una vittoria con il Davos e una sconfitta – con qualche rimpianto – a Zurigo. È questo il primo bilancio del nuovo tecnico tedesco. Si intravede insomma un po’ di luce in fondo al tunnel, ma il tempo è tiranno e il ritardo dalla linea dei play-in rimane pesante. D’altra parte, i tempi del cambio di guida tecnica li ha decisi la dirigenza ed allora Krupp deve fare di necessità virtù. Sarebbe stato interessante sentire le impressioni di qualche membro del CdA bianconero, nella pancia della Swiss Life Arena. Ma non si è visto nessuno, nella zona dello spogliatoio del Lugano.

Sulla via di Damasco

A fare la differenza, a Zurigo, più della qualità del gioco è stato il maggior tasso tecnico offensivo dei campioni svizzeri. Senza Joly e Sekac, due delle quattro linee d’attacco bianconere non sono semplicemente in grado di dare di più. Già, come ha ribadito la dirigenza negli scorsi giorni, è finita da un pezzo l’epoca del Grande Lugano. Peccato che tra gli obiettivi del club elencati sul sito dell’HCL, ci sia ancora la conquista di un titolo nazionale. Un traguardo tra l’altro sbandierato ai quattro venti non più tardi di quattro anni fa, all’arrivo in Ticino di Chris McSorley. Ma non ne dubitiamo, a fine stagione arriverà la solita profonda analisi di ciò che è accaduto. O no? Nell’attesa di essere folgorati sulla via di Damasco – o della Cornèr Arena – è molto meglio e più istruttivo concentrarsi sul primo mini bilancio di Krupp.

Sei buoni periodi

Ci voleva qualcuno che sembra avere le idee piuttosto chiare, di questi tempi, nella grande famiglia bianconera. «Abbiamo disputato 6 buoni periodi in queste due uscite. A Zurigo – spiega Krupp – abbiamo affrontato una delle migliori squadre in Svizzera e in Europa. Siamo rimasti in partita praticamente fino alla fine, abbiamo fatto bene tante piccole cose. A volte ci vuole anche un po’ di fortuna e purtroppo quel tiro di Dahlström è finito sul palo. È stato probabilmente il momento decisivo della sfida. La fortuna questa volta è andata dalla parte degli ZSC Lions. Noi abbiamo comunque giocato sufficientemente bene per tornare a casa con almeno uno o due punti». Era d’altra parte impossibile pensare che in un paio di giorni questo Lugano potesse come per incanto risolvere tutti i suoi problemi: «Come ho già spiegato al mio arrivo, preferisco guardare avanti e non tornare su ciò che è stato. Ci sono stati tanti cambiamenti in questo periodo, a Lugano. Dopo un giorno con la famiglia che farà bene a tutti, ad inizio settimana riprenderemo a lavorare per farci trovare pronti per la partita con il Ginevra di giovedì».

La scommessa Huska

Una delle prime mosse concrete di Krupp è stata quella di togliere dalla naftalina Adam Huska. L’estremo difensore slovacco, titolare sia con il Davos sia a Zurigo, se l’è cavata piuttosto bene in entrambe le occasioni. Recuperarlo – anche e soprattutto mentalmente – potrebbe dotare il Lugano di un arma in più da utilizzare in questo difficile sprint finale della stagione regolare: «Prima di tutto, Huska è un buon portiere. Per tante ragioni non ha avuto il “momentum” dalla sua parte. Non ha potuto iniziare bene la sua avventura a Lugano, ma per noi è importante che Adam si possa sentire bene e coinvolto. Si è comportato bene in queste due partite e questo è senza dubbio positivo per tutta la squadra».

A testa alta

Il Lugano esce insomma dal primo weekend targato Krupp con tre punti, ma soprattutto con qualche certezza in più rispetto al recente passato. Il tempo dirà se basteranno. «Il gruppo – chiosa il coach – ha evidenziato un grande rispetto in queste due partite. Ha lottato molto anche a Zurigo, come ho già detto ci saremmo probabilmente meritati di portare a casa qualcosa di concreto. Ho visto tante cose positive e usciamo da questo weekend a testa alta. La partita della Swiss Life Arena ci ha mostrato dove è l’asticella, qual è il livello da raggiungere se vogliamo avere successo. È stato importante osservare concretamente come i piccoli dettagli possano davvero fare la differenza in questo campionato. Anche per me queste due prime partite sono state istruttive. Ho subito avuto modo di capire che ho a disposizione un buon gruppo di giocatori. Tutti lavorano sodo, nessuno si lamenta. Sia in allenamento sia in partita non ho avvertito nessun tipo di negatività. Dobbiamo sicuramente lavorare per crescere in alcuni aspetti del nostro gioco. Penso per esempio alle transizioni, che possiamo e dobbiamo effettuare più velocemente. Quando ci siamo riusciti, abbiamo messo lo Zurigo in difficoltà. Sono segnali che indicano come la squadra sia implicata in ciò che stiamo facendo».

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