Gianinazzi: «Capisco che si inizi a dubitare di me»
Le ultime parole di Luca Gianinazzi risalivano alla scorsa settimana, prima delle sfide con Ajoie e Friburgo. «Non abbiamo più alibi», diceva il coach del Lugano. Tutti sanno come è andata: altre due sconfitte, i dubbi e la frustrazione che aumentano, tanto che al termine della partita con il Gottéron solo il ds Hnat Domenichelli si è presantato davanti a taccuini e microfoni.
In vista dell’incontro con il Rapperswil, il Giana è tornato a parlare: «Le due ultime partite – spiega – hanno confermato che in questo momento siamo una squadra fragile. Sono ripetitivo, ma non ci resta che continuare a lavorare per trovare delle soluzioni. Contro il Rappi abbiamo un’ulteriore possibilità di tornare a vincere: dobbiamo concentrarci solo ed esclusivamente su questo. Siamo in un momento difficile, la classifica è sotto gli occhi di tutti e non c’è nulla di positivo a cui possiamo attaccarci. Solo un successo può consentirci di creare nuovamente qualcosa di positivo».
Già, non c’è nulla a cui il Lugano può appigliarsi per uscire dalla crisi: «Personalmente, ho tre armi a disposizione: il line-up, il sistema di gioco che chiediamo alla squadra di applicare e, infine, la gestione dell’aspetto mentale. Che, al momento, è quello più importante. Sotto questo punto di vista, oggi non siamo nel presente. Pensiamo troppo: a quello che potrebbe accadere se non vinciamo, per esempio. Dobbiamo mettere tutta la nostra concentrazione su ciò che possiamo fare adesso».
Le parole di Domenichelli
Domenichelli ha riconosciuto che qualche giocatore potrebbe non remare nella direzione voluta dal coach: «Siamo alla ricerca della prestazione, da parte dei giocatori. Dobbiamo individuare il miglior line-up e il ruolo individuale di ogni singolo componente della squadra. Ad un altro livello, di sicuro l’affermazione di Domenichelli è stata forte, ma è sempre così. Se viene individuato qualcuno che non rema nella direzione giusta, bisogna trovare una soluzione, indipendentemente dalla situazione di classifica. Abbiamo dei problemi e dobbiamo individuarli: se scopriremo che il problema riguarda alcuni giocatori, faremo in modo di risolverlo. So esattamente come la pensa Hnat, ci parliamo ogni giorno. L’altra sera ci ha messo lui la faccia, anche se io sarei uscito senza problemi a parlare con voi. Domenichelli ha inviato dei messaggi molto chiari sia alla squadra, sia al di fuori della squadra». A sorpresa, contro il Rapperswil potrebbe rimanere fuori Mark Arcobello. Il Giana però glissa: «Se dovremo prendere una decisione forte, sarete i primi a saperlo. Non è il caso, per adesso».
Il destino degli allenatori
I tifosi però sono in rivolta e c’è chi ha iniziato a chiedere la testa del Giana: «Parlo quotidianamente con la società, il nostro dialogo è chiaro e trasparente. Non sono dunque state le affermazioni di Hnat a darmi forza. È normale che all’esterno di cominci a dubitare di me. Sono il primo a non essere soddisfatto del mio lavoro. Sono deluso e arrabbiato con me stesso, con la squadra e con i risultati che abbiamo ottenuto. Non è questo il Lugano che voglio far vedere a chi ci vuole bene. Questo però non modifica la mia determinazione: resto convinto che abbiamo i mezzi per uscire da questa situazione. La settimana scorsa mi ha fatto schifo, ma non posso cambiarla: posso solo dare il massimo per influenzare positivamente la sfida con il Rapperswil».
Quale chimica?
I giocatori amano la continuità dei terzetti in cui giocano. Il volto del Lugano è invece cambiato tantissimo nelle ultime uscite: «Questa è la parte più complicata della situazione. È facile, in questo momento, pensare che sia tutto sbagliato. E non solo a livello di line-up. È facile pensare di dover cambiare la maniera di allenarsi, l’orario in cui arriviamo in pista, il sistema di gioco. Ma non è così. Cambiando tutto, si rischia di fare ancora più disastri. Bisogna modificare ciò che può effettivamente portare un beneficio. Purtroppo non ho la sfera di cristallo, ma bisogna essere convinti delle proprie scelte. A livello di formazione, il discorso è lo stesso. In questo momento siamo alla ricerca di un line-up vincente. I cambiamenti si fanno nell’ottica di ritrovare la giusta chimica: quando l’avremo trovata, potremo ricominciare a dare una certa continuità alle linee che ci avranno riportato sulla strada giusta».
Non si molla
Gianinazzi sta intanto vivendo una situazione difficile anche a livello personale: «Sarei un folle se pensassi che tutto va bene. Anche a livello personale sto quindi vivendo momenti difficili. Ma non mi piango addosso e continuo a lottare. È normale che ci siano persone che mettono in dubbio le mie capacità, ma dall’altra parte ricevo anche tanto affetto. Incontro tanta gente per la strada che mi dice di continuare, di non mollare. Io voglio mettere tutta la mia energia a disposizione del club e della squadra».