Gianinazzi: «Törmänen? Non mi sento affatto delegittimato da questa mossa»
Il Lugano ha vinto. Di questi tempi, è già una bella notizia. Contro il Rapperswil, i bianconeri sono ripartiti dalle basi, concentrandosi sugli aspetti difensivi e concedendo il meno possibile. Niklas Schlegel ha fatto il resto, firmando il suo primo shutout stagionale. Per una volta, al Lugano sono dunque bastate due reti - quella di Carr e la prima in National League di Aleksi Peltonen - per conquistare tre punti vitali e lasciare ai Lakers lo scomodo penultimo posto. La notizia più importante della giornata, però, è stata l’ingaggio di Antti Törmänen in qualità di Senior Advisor dello staff tecnico. In pratica, l’ex head coach del Bienne - incarico che aveva lasciato durante i playoff del 2023 per i noti problemi di salute - fungerà da mentore per Luca Gianinazzi, per i suoi assistenti e per tutti gli allenatori della sezione giovanile.
Scambio di idee
Törmänen si è subito immerso nella nuova realtà. Vestito con gli abiti ufficiali del club, ha seguito il match dalle tribune. Poi è sceso in spogliatoio per scambiare qualche impressione a caldo con il Giana. Il 54.enne finlandese ha ricevuto la chiamata del direttore sportivo Domenichelli domenica, il giorno dopo la sconfitta contro il Friburgo. «Sabato ho sentito l’intervista rilasciata da Hnat e ho pensato che il Lugano avesse bisogno d’aiuto. L’indomani, il ds mi ha telefonato. Una bella coincidenza. È stato un piacere accettare questo incarico. La salute? Mi sento bene, altrimenti non sarei qui. Quest’anno ho visto il Lugano giocare diverse buone partite, ho apprezzato lo stile di gioco e ne ho colto il potenziale. Bisogna fare in modo che i giocatori ritrovino la fiducia e per cominciare non c’è niente di meglio di una vittoria». Antti resterà fino al termine della stagione, poi si vedrà. «Non sono venuto a fare l’head coach, deve essere chiaro. Sono qui per dare il mio feedback, la mia visione, qualche idea. Tra la filosofia di gioco del Giana e la mia ci sono diversi punti in comune. Ciò che conta è credere nelle proprie idee e portarle avanti ogni giorno. Sono anche a disposizione dei giocatori, per consigliarli, per parlare, per aiutarli a tirare fuori il meglio. Ho il vantaggio di avere già iniziato una collaborazione simile con la Federazione, lavorando come mentore degli allenatori delle nazionali giovanili. Sono emersi aspetti interessanti».
«È un attestato di fiducia»
Luca Gianinazzi è contento per la vittoria, per la buona attitudine difensiva e per l’arrivo di Antti Törmänen: «Non mi sento affatto delegittimato da questa mossa, sarebbe folle pensarla così. Anzi, io lo considero un attestato di fiducia del club nei miei confronti. È un investimento per farmi crescere. È bello poter aggiungere una persona con tanta esperienza e tante qualità nel mio staff. Se me lo avessero proposto ad agosto, avrei già detto di sì. Io e Antti vediamo l’hockey in maniera simile e abbiamo subito avuto uno scambio di idee interessante. Vederlo mettersi in gioco con noi nonostante i problemi di salute che ha avuto, è fantastico». Nel suo ruolo di mentore, di motivatore, Törmänen afferma di non usare quasi mai la sua storia personale e l’esperienza con il cancro: «Ma quando parlo, seguo sempre il mio cuore». Un cuore diventato, da un giorno all’altro, bianconero.