L'analisi

Gianinazzi: «Una partita che mi fa arrabbiare»

Il coach sulla sconfitta del Lugano a Bienne: «Se a livello individuale si vuole fare troppo, uscendo dagli schemi, ci si mette in difficoltà»
©PETER SCHNEIDER
Fernando Lavezzo
04.10.2024 23:33

Dal primo posto in classifica alla peggior serata della stagione il passo è stato molto breve. A Bienne, contro un avversario che se la stava passando male, il Lugano si è battuto da solo. «Troppi regali», commenta Marco Müller, scuro in volto. «È la partita che più mi ha fatto arrabbiare in questo inizio di campionato», afferma Luca Gianinazzi. All’origine del k.o. subìto alla Tissot Arena, in effetti, ci sono state sciocchezze e ingenuità. «Gli errori individuali ci hanno punito», conferma l’allenatore. Emblematico quello commesso da Calle Dahlström in occasione del 5-3 che ha chiuso i conti, vanificando il tentativo di rimonta lanciato dal solito Fazzini. Lo svedese, ingaggiato per dare stabilità alla difesa, ha fatto esattamente il contrario, pasticciando con il disco davanti a van Pottelberghe e consegnandolo a Tanner. Ma anche il 3-2 incassato in contropiede, con Hofer sfuggito a Peltonen, ha fatto rizzare i capelli.

Scivolata dalle mani

Paradossalmente, il Lugano si è smarrito dopo aver preso in mano la partita. Ovvero nel periodo centrale, iniziato con il sorpasso firmato da Zohorna e Arcobello in meno di tre minuti, ma proseguito con tre reti dei padroni di casa. Tutte troppo facili, come troppo facile era stato l’1-0 dello scatenato Hofer in un primo tempo che i bianconeri avrebbero dovuto chiudere in vantaggio, viste le tante occasioni create. «A singhiozzo abbiamo giocato nel modo giusto, siamo stati quasi sempre superiori al Bienne, ma se a livello individuale si vuole troppo da sé stessi, facendo cose fuori dagli schemi, ci si mette in difficoltà», dice il Giana. «Queste partite si vincono quando ognuno si mette a disposizione della squadra, facendo sempre la cosa giusta».

Occasione di riscatto

Domenica contro il Rapperswil, sorprendente capolista, il Lugano dovrà ritrovare sé stesso, ripartendo dalla solidità difensiva. Certo, anche l’attacco deve trovare il modo di sfruttare le occasioni (il Bienne ha segnato 5 gol con 25 tiri, il Lugano 3 con 40, di cui 2 in 5 contro 3...) e in questo senso l’assenza di Thürkauf non facilita le cose. In ogni linea, sembra ora mancare qualcosa. Ma con l’energia già mostrata nella serie di quattro vittorie, Marco Müller e compagni potranno tornare subito sulla strada giusta. «Se tutti seguiamo il sistema, le cose vanno bene, se cerchiamo di risolvere le cose da soli, abbiamo visto come va a finire», conclude il numero 10.

In questo articolo: