Hockey

Gli equilibrismi di Patrick Fischer

Tra infortuni e malanni, il tecnico rossocrociato ha incassato otto defezioni per i Beijer Games in programma da oggi a domenica - A questo giro è stato risparmiato lo Zugo, rappresentato dal solo Künzle, ma sollecitato più di tutti gli altri club nei primi due tornei dell’Euro Tour
© Keystone/Ennio Leanza
Fernando Lavezzo
06.02.2025 06:00

Tra infortuni e malanni, Patrick Fischer ha incassato otto defezioni per la terza tappa dell’Euro Hockey Tour, i Beijer Games, in programma fino a domenica tra Langnau (sede di Svizzera-Finlandia, oggi alle 19.45) e Stoccolma. Già costretto a non facili equilibrismi per suddividere gli impegni della Nazionale su più giocatori possibili e accontentare i club, a questo giro il coach rossocrociato ha quindi dovuto ripensare un terzo della squadra. Per farlo, si è rivolto soprattutto a terze scelte e debuttanti (Ritzmann, Sablatnig, Taibel...), trovandosi tra le mani una rosa meno competitiva di quella prevista inizialmente. Che era già abbastanza sperimentale di suo.

Quartetto bianconero

Il torneo di febbraio è visto come una scocciatura, poiché si inserisce nel bel mezzo della bagarre di fine regular season. Difficile credere che a Lugano abbiano fatto salti di gioia nel congedare Aebischer, Fazzini, Thürkauf e Marco Müller, partiti dopo la vittoria di lunedì contro lo Zurigo. Così come ad Ambrì non avranno stappato champagne per la convocazione «last minute» di Senn dopo gli infortuni di Charlin e Waeber. In questo appuntamento internazionale, i bianconeri sono i più sollecitati insieme al Davos con quattro rappresentanti. I leventinesi sono tra i più risparmiati con un solo selezionato. Stesso numero di Bienne, Langnau e Zugo. Nessun convocato per l’Ajoie, che in tre tornei dell’Euro Hockey Tour non ha fornito elementi alla Nazionale. Più che logico, vien da dire...

L’eccezione mancata

C’è una norma alla base delle scelte di Fischer: nessun giocatore dovrebbe partecipare a tutti i tornei. Stéphane Charlin sarebbe stato l’eccezione, ma è finito K.o. domenica alla Cornèr Arena. L’idea era verosimilmente quella di fargli giocare la prima gara, nella sua Ilfis, lasciando poi spazio a Pasche e Waeber. Anche quest’ultimo è però indisponibile, ed ecco dunque rispuntare Senn (già presente in novembre alla Karjala Cup) e il davosiano Sandro Aeschlimann, alla sua prima selezione stagionale.

Gli stacanovisti

Su un totale di 51 giocatori convocati per i tre tornei tra novembre e febbraio (5 portieri, 15 difensori, 31 attaccanti), sono 26 quelli chiamati due volte. Lasciati a casa per i Beijer Games di questa settimana, Dario Simion, Sven Senteler e Fabrice Herzog, tutti attaccanti dello Zugo, erano stati fin qui gli stacanovisti elvetici. Avevano infatti disputato le tre gare della Karjala Cup a Helsinki e le tre gare degli Swiss Games a Friburgo, per un totale di sei presenze a testa. Seguono, con cinque, il loro compagno di club Attilio Biasca, il losannese Damien Riat, il bernese Thierry Bader e gli zurighesi Dean Kukan, Christian Marti, Denis Malgin e Sven Andrighetto. Il quartetto dei Lions era stato congedato con un match d’anticipo in novembre, a causa del loro impegno in Champions League.

Spremuta di toro

Molti dei migliori svizzeri giocano nelle migliori squadre, non fa una piega, ma è interessante osservare le differenze tra il club più «spremuto» da Fischer – lo Zugo – e gli altri «top team». In tre tornei, i Tori hanno fornito alla nazionale 7 elementi (Geisser, Biasca, Herzog, Hofmann, Künzle, Senteler, Simion), per un totale di 31 gare giocate, a cui andranno a sommarsi quelle che Künzle disputerà tra oggi e domenica. A quota 7 giocatori c’è pure il Losanna (Pasche, Heldner, Glauser, Frick, Jäger, Riat, Rochette), per un totale di 17 gare già disputate. Saranno tre i rappresentanti vodesi di nuovo in pista in questi giorni. Sono invece 6 i giocatori prelevati dagli ZSC Lions tra novembre e febbraio (Kukan, Marti, Andrighetto, Bächler, Malgin, Sigrist) per un totale di 22 gare già accumulate a altre in arrivo con Bächler e Sigrist.

Nei primi due appuntamenti dell’EHT, Fischer aveva chiamato tre bernesi per un totale di 9 partite: Loeffel (3), Bader (5) e Lehmann (1). Quest’ultimo si era infortunato all’esordio degli Swiss Games. A questo giro, il tecnico elvetico ha incassato i «no» di Loeffel e Scherwey, prontamente rimpiazzati da altri due Orsi (equilibrismi, appunto), Marchon e Ritzmann. Restando alla «top 6» di National League, il Davos ha fin qui accumulato 10 presenze in Nazionale con Fora (3), Jung (3), Corvi (2) e Ambühl (2). Un numero destinato a raddoppiare in questi giorni con Aeschlimann, Fora, Jung e Knak. Il Friburgo non va oltre le 6 presenze: 3 con Bertschy e altrettante con Schmid, entrambi presenti pure ai Beijer Games.

Bassa classifica

Tra le squadre di bassa classifica, quella più sollecitata dallo staff tecnico rossocrociato è stata il Ginevra, che ha accumulato 10 presenze con Chanton (3), Berni (3), Karrer (2) e Miranda (2). Sono 6 quelle del Rapperswil con Baragano (3) e Moy (3), 5 quelle del Lugano con Aebischer (2) e Thürkauf (3). Langnau, Kloten e Ambrì hanno fin qui inviato solo i portieri, ma ora i Tigers saliranno a quota 2 giocatori con Rohrbach. Il Bienne muoverà il contatore, ancora fermo a zero, grazie all’esordio di Sablatnig.

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