Ghiaccio bollente

HC Lugano, dal novellino Giana al monumento Krupp

Se i bianconeri cercavano una personalità autorevole e rispettata in tutto il mondo dell'hockey, l'hanno trovata - Il tedesco è atteso da un'impresa ardua, ma per lui entrare a stagione in corso non è una novità
Fernando Lavezzo
14.01.2025 11:58

Uwe Krupp è un monumento dell’hockey internazionale. La sua carriera da difensore è stata straordinaria, con 17 stagioni in NHL coronate dalla Stanley Cup conquistata nel 1996 con i Colorado Avalanche. Un trofeo che nessun tedesco aveva mai vinto prima di lui e che il 59.enne di Colonia sollevò da grande protagonista. In quei playoff, Krupp totalizzò 4 gol e 12 assist. Fu proprio lui a segnare la rete che al 4’31’’ del terzo overtime chiuse la finale con i Florida Panthers, regalando alla franchigia di Denver il primo dei suoi tre titoli. Ne vinse un'altra nel 2002 con Detroit, ma da riserva, tant'è che il suo nome non venne inciso sul trofeo.

La lista dei compagni di squadra avuti da Uwe sembra il corridoio della «Hall of Fame»: Peter Forsberg, Joe Sakic, Patrick Roy, Steve Yzerman, Brendan Shanahan, Chris Chelios, Niklas Lidström, Igor Larionov, Valeri Kamensky, Sergei Fedorov. Potremmo andare avanti.

Da allenatore, Krupp ha dapprima legato il suo nome alla Nazionale del suo Paese, condotta attraverso sei Mondiali e due Olimpiadi, tra il 2005 e il 2011. C’era lui in panchina quel 20 maggio del 2010 a Mannheim, quando la Germania si qualificò per le semifinali della «sua» rassegna iridata eliminando la Svizzera di Sean Simpson ai quarti di finale. Un bruciante 1 a 0. Un capolavoro tattico. A livello di club, alla guida di Colonia, Berlino e Sparta Praga, Krupp non ha vinto nulla, raggiungendo però tre finali della DEL.

Insomma, se il Lugano cercava una personalità autorevole e rispettata in tutto il mondo dell’hockey, beh, l’ha trovata. Proprio l’inesperienza e lo scarno curriculum, come giocatore e come allenatore, erano del resto stati individuati, sin dal primo giorno, come i principali punti deboli di Luca Gianinazzi. Limiti che sono poi emersi nel primo momento di vera crisi. Lo spogliatoio bianconero avrà ora a che fare con un personaggio carismatico, capace di scrivere pagine di storia di questo sport. L’impresa che attende Krupp è ardua, ma entrare a stagione in corsa non è una novità per lui. Lo fece a Berlino nel dicembre del 2014, dove poi restò altri tre anni. E nel febbraio del 2020 a Colonia, dove rimase per le quattro stagioni seguenti. 

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