Hockey su ghiaccio

Huska: «In questo weekend contava più il gioco dei risultati»

Il portiere slovacco, ancora titolare, commenta la sconfitta del Lugano a Zurigo
©ENNIO LEANZA
Flavio Viglezio
18.01.2025 23:15

Non concede il bis, il Lugano. Dopo il successo di venerdì, Uwe Krupp ha vissuto il suo primo dispiacere da allenatore del Lugano. Ha vinto lo Zurigo, ma paradossalmente i bianconeri rientrano in Ticino con qualche certezza in più. E di sicuro con qualche rimpianto per non essere riusciti a conquistare almeno uno o due punti che, per quanto visto, sarebbero anche stati meritati. Ma alcune ingenuità difensive di troppo hanno fatto la differenza.

Quel palo di Dahlström

Sono i dettagli a fare vla differenza, si dice spesso e volentieri nell’hockey. Se n’è accorto ancora una volta il Lugano. A meno di tre minuti dalla terza sirena, Calle Dahlström ha colpito un clamoroso palo alla destra di Zumbühl. Sarebbe stata la rete del pareggio. Sulla ripartenza, invece, Jesper Frödén ha chiuso i conti.  «I risultati - spiega Adam Huska, ancora una volta preferito a Schlegel - sono ovviamente importanti, soprattutto in una posizione come la nostra. Ma in questo weekend era importante soprattutto effettuare un salto di qualità. Credo che i miglioramenti si siano visti: usciamo dal doppio turno con una vittoria e una sconfitta, ma sappiamo che se continueremo su questa via i risultati arriveranno in fretta». Già, anche se il tempo stringe.

Squadra che vince non si cambia

Per la sua prima trasferta sulla panchina del Lugano, Krupp ha optato per il vecchio adagio, «squadra che vince non si cambia». A scendere in pista è dunque stata la stessa formazione capace di superare il Davos venerdì. Con Huska in porta, si diceva.  Una mossa che nel primo tempo - chiuso in vantaggio dai bianconeri grazie ad una rete di Santeri Alatalo -  ha portato i suoi frutti. La musica è però cambiata in un periodo centrale in cui il Lugano ha pagato a caro prezzo due ingenuità. Frödén ha potuto colpire indisurbato dallo slot, mentre un inutile fallo in attacco di Zohorna ha permesso a Malgin di portare in vantaggio gli ZSC Lions. Dopo soli 2’’ di power-play... Nel terzo periodo i bianconeri ci hanno provato, non hanno mollato, ma è stato lo Zurigo a chiudere definitivamente i conti. Già, ma se quel tiro di Dahlström fosse finito in porta invece che sul palo, la storia avrebbe potuto essere diversa. «Sì - prosegue Huska - e credo che almeno un punto lo avremmo meritato. Ma come ho detto ora sappiamo che possiamo giocare un hockey di un certo livello. E questo, nonostante la sconfitta, ci infonde una certa fiducia. Non dimentichiamo che abbiamo affrontato Davos e ZSC Lions, due tre le migliori formazioni del campionato. E le risposte che abbiamo dato sono piuttosto positive. Dobbiamo continuare a crederci».

Titolare a sopresa

Intanto il Lugano potrebbe aver recuperato un portiere che sembrava finito ai margini. Anche a Zurigo Huska non ha sfigurato: «Il coach - chiosa lo  slovacco - mi ha informato due giorni prima della sfida con i grigionesi che avrei giocato io. Ho così avuto modo di prepararmi al meglio, ho disputato due buoni allenamenti e mi sono sentito pronto. A Zurigo è andata meglio che con il Davos, ho avvertito migliori sensazioni. Sono rimasto molto senza giocare e per rendere al massimo un estremo difensore deve scendere in pista il più possibile. Sono felice di essere tornato a giocare, spero di potermi rendere utile alla causa».

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