Il caso Alex Formenton al momento non esiste
Sta facendo parecchio discutere, in Ticino e non solo, l’ingaggio di Alex Formenton da parte dell’Ambrì Piotta. Il giocatore nel 2018 – con alcuni compagni di squadra della nazionale canadese Under 20 – è rimasto coinvolto in un brutto, bruttissimo affare di stupro collettivo. Una vicenda che era sfociata in un decreto di abbandono, ma che è stata recentemente riaperta dai nuovi responsabili di Hockey Canada e dalla polizia dopo che si è scoperto come la Federazione canadese avesse comprato il silenzio della vittima per 3,5 milioni di dollari. Sì, decisamente un brutto affare. Tanto che Formenton – in forza agli Ottawa Senators nelle ultime stagioni – non ha trovato un nuovo accordo con la franchigia nordamericana. Per ragioni finanziarie, sostiene qualcuno, mentre per altri il giocatore era diventato persona non grata in tutta la NHL dopo la riapertura del caso. Ed allora l’Ambrì Piotta ha fatto bene a puntare su di lui o avrebbe fatto meglio a rinunciare al giocatore?
Il diritto di lavorare
Non ci sono dubbi, a proposito: tra garantismo e giustizialismo non dovrebbero esserci esitazioni: un uomo non è colpevole fino a prova del contrario e la presunzione d’innocenza è uno dei principi giuridici fondamentali di uno Stato di diritto. Va quindi applicato sempre, in qualsiasi circostanza e qualunque sia l’eventuale crimine di cui un individuo può essere accusato. Anche s si tratta di un nauseabondo stupro di gruppo. Fino a quando non arriverà un’eventuale sentenza nei suoi confronti, Formenton ha il diritto di esercitare la propria professione e l’Ambrì Piotta gliene ha dato la possibilità. Se poi un giorno dovesse emergere una sua eventuale colpevolezza, ne dovrà pagare – e ci mancherebbe altro – le conseguenze.
Un doppio rischio
Certo, ingaggiando Formenton l’Ambrì sa di correre un rischio: sportivo e magari anche di immagine. Se il giocatore dovesse essere richiamato in Canada prima del termine della stagione per ulteriori sviluppi dell’indagine, il club biancoblù si ritroverebbe nella situazione di dover rimpiazzare un elemento che – sulla carta – ha i numeri per recitare un ruolo da protagonista assoluto nel nostro campionato. E di certo – se un’eventuale colpevolezza del giocatore dovesse in un futuro essere confermata – la società leventinese non ne uscirebbe benissimo. Ma con i se e i ma non si va lontano e, soprattutto, non si risolvono le questioni giudiziarie.