Hockey

Investitori canadesi ad Ambrì? Per il club solo «rumors»

In un comunicato firmato dal presidente Filippo Lombardi, la società biancoblù ha preso posizione e fornito alcune precisazioni dopo che la NZZ aveva reso note delle presunte trattative con alcuni nuovi finanziatori
©Keystone/Andrea Branca
Red. Sport
10.01.2025 12:18

Che cosa bolle alla Gottardo Arena? Il quesito si pone alla luce dell'articolo pubblicato nelle scorse ore dall'autorevole NZZ. Il quotidiano zurighese riferisce delle trattative in corso tra gli attuali vertici del club, e in particolare il presidente Filippo Lombardi, e una cordata di investitori canadesi. L'avvicinamento delle parti sarebbe finalizzato all'allentamento della pressione finanziaria che grava sull'HC Ambrì Piotta. Nonostante le entrate garantite dal nuovo stadio e i primi utili registrati a bilancio, la portata dei debiti contratti in fase di realizzazione dell'arena e dei prestiti-COVID da restituire alla Confederazione rimarrebbe molto importante. Tanto, appunto, da rendere necessario l'afflusso di nuovi capitali esterni. 

L'affare in questione, leggiamo, è stato mediato da Pivotas, società di broker con sede a Zugo e Altdorf alla testa della quale figura l'uomo d'affari canadese Justin Fogarty. Non è tuttavia chiaro quali soggetti si stiano muovendo attorno alla società leventinese e con quali intenzioni o contropartite. La NZZ parla per esempio di una lettera d'intenti con la quale vengono pianificati versamenti per un totale di 1,5 milioni di franchi, parte dei quali per altro già pervenuti nelle casse biancoblù.

Non è comunque tutto. Sullo sfondo, in effetti, vi sarebbero delle frizioni maturate lo scorso autunno all'interno del CdA. I due membri svizzerotedeschi Heinz Haller e Hubert Christen avevano infatti proposto un piano di ristrutturazione urgente, ma a una condizione: la destituzione dello stesso Lombardi. Quest'ultimo sarebbe però riuscito a ottenere il sostegno di Cornelio Valsangiacomo, maggiore azionista del club, spingendo così Haller e Christen a rassegnare le dimissioni a dicembre. Contattato dalla NZZ, Lombardi non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito. Alla luce dell'eco prodotta dal circostanziato approfondimento giornalistico, il club biancoblù ha però rilasciato un comunicato firmato dal presidente Lombardi.

«L’HCAP ha preso atto della diffusione – tramite media, siti e social – di "rumors" in merito al potenziale interesse di alcuni investitori canadesi per una partecipazione nel club leventinese. Ligio alla propria politica sportiva di "non commentare i rumors di mercato", l’HCAP si comporterà nel medesimo modo anche per quanto attiene a queste voci di carattere societario, la cui diffusione può rispondere a logiche particolari non necessariamente favorevoli alla Società.

Il Consiglio d’Amministrazione del Club ricorda tuttavia quanto è noto da tempo a tutti, ovvero che: 1)in data 27 luglio 2023 le Assemblee degli azionisti di HCAP SA e Valascia Immobiliare SA avevano deliberato, e compiutamente comunicato alla stampa, sul proprio sito e al Registro di Commercio, due aumenti di capitale paralleli, nei limiti consentiti dalla legge, ovvero al massimo il 50% in più del capitale azionario esistente; 2) lo scopo dichiarato di questi aumenti non è di coprire i costi della gestione corrente – che al momento presenta risultati in positivo, grazie alla nuova Gottardo Arena e al forte sostegno dei fan biancoblu – ma è quello di ridurre l’indebitamento del Gruppo, dovuto agli investimenti per la Gottardo Arena e alla parte dei prestiti COVID non ancora rimborsati; 3) tale indebitamento pesa comunque sulla liquidità corrente in funzione degli interessi, rimborsi e ammortamenti, e impedisce oggi al Club di esprimere il suo pieno potenziale sul piano sportivo, situazione che la dirigenza vuole invertire, riducendo il debito pregresso con l’immissione di capitale fresco; 4) poiché nessun azionista storico ha comunicato di voler cedere proprie quote azionarie, qualunque nuovo azionista, che condivida i valori dell’HCAP, potrebbe acquisire al massimo un terzo delle due società, e non la maggioranza».

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