La consapevolezza di Dominik Kubalik: «Devo fare di più»
Lo scorso 11 ottobre, Dominik Kubalik aveva spezzato una maledizione, segnando il suo primo gol in un derby. Tra il 2017 e il 2019, nelle sue prime due stagioni in biancoblù, l’attaccante ceco non era mai riuscito a trafiggere Elivs Merzlikins e le sue riserve. Contro Niklas Schlegel, invece, ha fatto centro al primo tentativo, contribuendo alla vittoria per 2 a 1 dell’Ambrì Piotta. «Mi sono subito tolto il pensiero», dice «Kuba». Per completare la sua collezione, gli manca ancora un gol alla Cornèr Arena. Questa sera ci riproverà: «Sono passati quasi cinque anni dalla mia ultima partita a Lugano, ma ricordo benissimo la pista e l’atmosfera un po’ pazza». Rispetto alla sfida di 42 giorni fa, le due squadre sono in grande difficoltà. Per Kubalik, però, la gara odierna avrà il fascino di sempre: «Quando si gioca il derby, non importa la situazione in cui si trovano le due squadre. Emozioni, energia e divertimento non mancano mai. Non vediamo l’ora, siamo pronti. Ci attendono tanti impegni ravvicinati e daremo il massimo per iniziare questo intenso periodo con il piede giusto».
Periodo di magra
Il gol segnato nel primo derby stagionale sembrava aver definitivamente sbloccato Kubalik dopo il clamoroso ritorno dalla NHL. Nelle quattro partite successive, infatti, il nativo di Pilsen ne ha realizzati altri tre, arrivando a quota sette. Lì, però, si è arenato. Da cinque gare, il campione del mondo non trova più la porta. Proprio quando l’Ambrì avrebbe avuto più bisogno del suo cecchino, «Kuba» è finito nello stesso vortice che ha risucchiato l’intera compagine di Luca Cereda, battuta sette volte nelle ultime otto uscite: «È ovviamente una serie molto negativa, alcune cose non hanno funzionato, ma non tutto quello che abbiamo fatto è da buttare. Tornando a giocare il nostro miglior hockey per 60 minuti, ritroveremo anche il successo». Sul banco degli imputati, insieme a Kubalik, sono finiti tutti gli attaccanti d’importazione: «In ogni club di National League ci si aspetta che gli stranieri facciano la differenza con i loro gol, e ad Ambrì non è diverso. Ne siamo consapevoli, siamo qui per questo e dobbiamo tutti fare qualcosa in più per aiutare la squadra a vincere. Personalmente, voglio migliorare ogni giorno, anche quando le cose vanno bene».
Tra le cose che non funzionano, ad Ambrì, c’è il power-play. Lo specialista Kubalik, in superiorità numerica, ha segnato solo due reti. Rispetto a cinque anni fa, si direbbe che le squadre avversarie lo neutralizzino meglio: «Ogni volta che tiro ho davanti qualcuno, questo è vero, ma non è una scusa. Spetta a me trovare una soluzione per sfruttare le mie caratteristiche». Sul tema abbiamo chiesto un parere anche al vice allenatore René Matte, già presente nella prima «era Kubalik»: «Dominik è ovviamente un osservato speciale, ma la verità è che rispetto a cinque anni fa il livello del campionato è cresciuto parecchio. Con l’aumento da quattro a sei stranieri, tanti buoni svizzeri che prima giocavano in prima o seconda linea oggi sono in terza o in quarta. E anche per un giocatore forte come Kubalik è più difficile fare sempre la differenza».
Il termine si avvicina...
Per quanto visto ieri mattina in allenamento, stasera Cereda riunirà Kubalik e Zwerger al fianco di Landry, come ad inizio stagione. «L’intesa aveva funzionato bene e sappiamo cosa aspettarci l’uno dall’altro», afferma l’attaccante ceco. Che a Lugano affronterà di nuovo i connazionali Zohorna e Sekac: «Li conosco bene, soprattutto Jiri, che considero un buon amico».
Intanto si avvicina il 15 dicembre, termine ultimo per un trasferimento di Kubalik in NHL. «È una cosa a cui non penso, sono focalizzato unicamente sul presente». Di sicuro, per attirare le attenzioni di una squadra nordamericana, dovrà cambiare marcia.