La gioia del Fazz: «A volte il disco non entra, ma ha vinto la squadra migliore»
Quattro su quattro: in casa questo Lugano è per ora semplicemente irresistibile. La Cornèr Arena - come tanto ama ripetere la presidente Vicky Mantegazza - sta insomma tornando ad essere un fortino inespugnabile. Se n’è accorto anche il Rapperswil, arrivato in Ticino da sorprendente capolista e fino alla sfida con i bianconeri mai sconfitto entro il sessantesimo minuto, in questa prima fase del campionato. Reduce da due battute d’arresto consecutive, il Lugano ha dunque reagito dominando la partita dall’inizio alla fine, conquistando così tre meritatissimi punti.
Quante occasioni
Più solidi difensivamente rispetto alle ultime uscite, i bianconeri hanno dovuto soffrire - si fa per dire... - fino all’ultimo solo perché non sono riusciti a chiudere prima una partita in cui si sono creati una marea di occasioni. In particolare in un periodo centrale giocato in pratica ad una porta sola. «Ad un certo punto - spiega Luca Fazzini - mi è sembrato di rivivere la partita di Langnau, con questo secondo gol che non ne voleva sapere di arrivare. Ecco, la rete di Verboon ci ha dato più tranquillità e alla fine a vincere è stata la squadra migliore in pista, anche se il Rapperswil ha confermato di essere davvero forte».
La linea migliore
Già, Fazzini. E Patry. Il successo del Lugano - per lo meno sul piano contabile - porta la firma del suo terzetto offensivo attualmente più in forma, guidato da un Mark Arcobello davvero in grande evidenza. Ha ragione, il Fazz: il gol di Verboon - servito proprio da Arcobello in situazione di power-play - ha fatto tirare un sospiro di sollievo al popolo bianconero. Ma è stato proprio Fazzini a chiudere definitivamente i conti con il suo sesto centro stagionale: «Ci troviamo bene insieme, Arcobello ed io ci conosciamo ormai da tanto tempo e Stéphane si è integrato benissimo in questa linea».
Missione compiuta
In attesa che i vari Joly, Carr, Sekac e Zohorna trovino - o ritrovino - la concretezza sotto porta, il Lugano sa di non essere straniero-dipendente. Allo stesso tempo, coach Gianinazzi dovrà trovare - mica facile - la giusta soluzione per il ruolo di centro tra i due canadesi orfani di capitan Thürkauf. «Comunque - chiosa Fazzini - ci sono momenti così, in cui il disco non entra nonostante le molte occasioni. Ma siamo in tanti in questo gruppo ad avere la capacità di andare in gol. Quello che più contava era vincere ed evitare assolutamente una terza sconfitta di fila». Missione compiuta.