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La Nazionale di hockey può giocare con lo stemma

Lo «scudo» della Confederazione è protetto per legge: gli Stati approvano la richiesta di fare un'eccezione per le squadre rossocrociate, per ragioni emotive e di identificazione con il Paese
© KEYSTONE/Patrick B. Kraemer
Red. Ticino&Svizzera
12.06.2024 22:59

Dopo l’amarezza per la sconfitta nella finale del campionato del mondo a Praga contro la Cechia, la nazionale svizzera di hockey ha un motivo per consolarsi. Potrà continuare a giocare con lo stemma della Confederazione sulla maglia. Il via libera è giunto dal Consiglio degli Stati. Per ragioni emotive e di identificazione col Paese, le squadre nazionali - come quella di disco su ghiaccio - dovrebbero poter indossare capi con lo stemma della Svizzera - protetto per legge - e non solo con la semplice insegna rossocrociata. La decisione si basa su una mozione del «senatore» Damian Müller (PLR/LU) adottata con 28 voti contro 10. L’oggetto va al Nazionale.

Come ha ricordato lo stesso Müller, l’atto parlamentare ha preso le mosse dalla polemica che ha investito la squadra nazionale di hockey, presentatasi a Praga con una maglia ufficiale sulla quale faceva bella mostra di sé il noto scudo rossocrociato, ossia lo stemma ufficiale della Confederazione (e dell’amministrazione). Bisogna premettere che il 1. gennaio 2017 è entrata in vigore la «legge sulla protezione degli stemmi», che impone norme più severe per l’utilizzo del noto «scudo» della Confederazione Svizzera. Tranne poche eccezioni (ad esempio Victorinox oppure il TCS), lo stemma può essere utilizzato solamente dall’Amministrazione federale. La legge vieta l’utilizzo per scopi commerciali senza licenza e lo stesso vale per gli stemmi cantonali e comunali. Le squadre sportive nazionali, anche se rappresentano la Confederazione, devono limitarsi ad avere sulle maglie solo la bandiera rossocrociata (come fa dagli anni Ottanta la nazionale di calcio). Già nel 2018, Swiss Ice Hockey è entrata in rotta di collisione con l’Istituto federale della Proprietà Intellettuale (IPI) e con il Dipartimento federale di giustizia e polizia. La nazionale vuole continuare a utilizzare lo scudo rossocrociato sulle maglie da gioco, mentre le autorità sostengono che la Federazione non soddisfi le condizioni. Inizialmente c’era una sorta di scappatoia: «In determinati casi, fino a fine 2018 era possibile chiedere al DFGP di poter continuare a utilizzare tali segni pubblici. Per poter beneficiare di questo diritto occorreva che lo stemma della Confederazione Svizzera fosse stato utilizzato in maniera ininterrotta e incontestata da almeno 30 anni e che esistesse un interesse degno di protezione a proseguire l’uso», spiega il Consiglio federale.

In risposta a una domanda della Lega svizzera di hockey su ghiaccio, l’IPI ha constatato, a nome del DFGP, che il criterio dell’utilizzo pluriennale ininterrotto e quindi le condizioni per un ulteriore utilizzo non erano adempiuti. Nessuna deroga, quindi. Swiss Ice Hockey ha pertanto deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo federale. I giudici di San Gallo, però, devono ancora esprimersi. In aula, il consigliere federale Beat Jans ha sottolineato che lo stemma della Confederazione è protetto per evitare abusi. Se facciamo un’eccezione per le squadre nazionali, ha spiegato, rischiamo di aprire il vaso di pandora. Insomma, sarebbe un autogol da parte nostra. Jans ha poi ricordato che la Federazione di hockey era al corrente del problema ma che ha persistito nel volere lo stemma sulle maglie.

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