Hockey

L'altro volto del Lugano: sussulto o effetto Uwe Krupp?

Buona la prima del nuovo allenatore: i bianconeri, finalmente più tonici e determinati, battono il Davos - Il coach: «Abbiamo cambiato alcune piccole cose a livello difensivo, ma a fare la differenza è stata la nostra attitudine»
©Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
17.01.2025 23:08

Torna a infiammarsi, la Cornèr Arena. Applausi a scena aperta come non se ne sentivano da mesi. Dagli striscioni di contestazione alla dirigenza esposti dalla Curva Nord ad inizio serata all’euforia per il successo sul Davos il passo è stato breve. Breve, ma intenso. Sì, è iniziata nei migliore dei modi l’avventura di Uwe Krupp sulla panchina del Lugano, con una vittoria che porta fiducia e morale, oltre a tre pesantissimi punti. Finalmente tonici, finalmente determinati e finalmente più lucidi, i bianconeri hanno cambiato marcia rispetto alle ultime uscite.

L’attitudine più del sistema

Merito dei primi cerotti della cura Krupp o di un sussulto di orgoglio? Probabilmente di un po’ entrambe le cose. Ancora lontano dall’essere perfetto - soprattutto in fase difensiva - il Lugano rispetto al recentissimo passato ha ricominciato a giocare in maniera più diretta sulla porta avversaria e ha semplificato di parecchio le uscite dal proprio terzo. Ed è stato premiato. «Un paio di cose - spiega Krupp - le abbiamo modificate, ma più del sitema di gioco è l’attitudine che permette di vincere le partite. Siamo stati bravi a portare in pista tanta intensità. È stata una bella sfida, combattuta: il gruppo ha sempre mantenuto uno spirito positivo, in panchina. Ora puntiamo a ripeterci in casa degli ZSC Lions: sarà dura, ma anche con il Davos lo è stato».

Uno di troppo

Ha evidenziato ancora momenti di fragilità, la squadra bianconera. In vantaggio di tre reti, il Lugano ha permesso al Davos di rientrare pericolosamente in partita. Ma stavolta Fazzini e compagni non si sono disuniti e hanno poi trovato grazie a Mark Arcobello il gol della sicurezza. «Certo - prosegue Krupp - possiamo e dobbiamo crescere. Abbiamo concesso tre reti al Davos: sono troppe. Ho imparato che per avere una buona opportunità di successo non si dovrebbero mai concedere più di due gol agli avversari. Ecco, il Davos ne ha messo a segno uno di troppo».

Una scelta coraggiosa

Sarebbe stato troppo pretendere di ammirare un Lugano perfetto. Per ora l’attitudine, l’impegno e la voglia di lottare dal primo all’ultimo minuto bastano e avanzano. Intanto Krupp ha pure dimostrato coraggio - al limite dell’incoscienza - rispolverando in porta un Adam Huska fermo dall’8 dicembre scorso. Ha avuto ragione lui. Ed allora, tra uno striscione polemico e la gioia per i tre punti, la Cornèr Arena è tornata a cantare.