Hockey

L’Ambrì Piotta ha il «Manix Factor»

Alle prese con numerosi infortuni, i biancoblù si godono il loro nuovo topscorer Manix Landry - Il papà Eric, vice allenatore dei leventinesi: «È un grande lavoratore e un ragazzo maturo, ora ha tanta fiducia in sé stesso»
© Keystone/Andrea Branca
Fernando Lavezzo
22.09.2024 23:30

«A win is a win!». Una vittoria è una vittoria. Ad esclamarlo, nei corridoi della Gottardo Arena, è Dominik Zwerger, sorridente. La sua frase trasmette grande soddisfazione per il primo successo della nuova stagione, ma lascia trapelare anche altro: quella contro il Kloten non è stata la vittoria ideale. Per la terza volta in altrettante partite, i biancoblù sono andati all’overtime. Con il Rapperswil il supplementare era stato agguantato in extremis, in rimonta, mentre quelli giocati con le due squadre zurighesi sono stati imposti dagli avversari, capaci di pareggiare negli ultimi giri d’orologio. Due le reti di vantaggio bruciate nel terzo tempo di sabato contro gli aviatori, prima che i leventinesi riuscissero a imporsi ai rigori grazie a Bürgler, Kubalik e all’insuperabile Juvonen.

Uccidere le partite

«Dobbiamo imparare a uccidere le partite», ci dice Zaccheo Dotti. Il meritato 2-0 con cui si è chiuso un vivace primo tempo, infatti, non ha avuto il seguito auspicato. «Abbiamo un po’ tolto il piede dall’acceleratore», prosegue il difensore ticinese. «Ma nel complesso – ci spiega l’assistente allenatore Eric Landry – è stata una buona partita. Abbiamo avuto le nostre occasioni per chiuderla già nel periodo centrale, ma non le abbiamo sfruttate. Ci abbiamo provato, senza però la determinazione che ci ha animati nei primi venti minuti. E il Kloten ne ha poi approfittato per rientrare». I rimpianti iniziano a sommarsi, ma Eric Landry non ne fa una tragedia: «È una lezione da imparare, ma siamo solo all’inizio, in una fase di apprendistato. La cosa più importante è aver trovato un modo per ottenere questa prima vittoria. Ci farà bene. Dopo le prime tre giornate, il quadro generale è sicuramente positivo. Abbiamo ottenuto punti in ogni partita e il fatto di essere andati sempre all’overtime si spiega anche con il grande equilibrio che regna nel nostro campionato». Sabato, come sottolinea Landry, sono stati quattro i match terminati oltre il 60’. E anche lo stesso Kloten è andato tre volte su tre all’overtime. Anzi, tre volte su tre ai rigori. «La linea che separa le varie squadre è molto sottile, soprattutto a inizio stagione, quando tutti cercano di mettere fieno in cascina. Ecco perché ogni punto conquistato ha un peso specifico. Potevamo ottenerne di più, sì, ma muovere la classifica è sempre un bene».

Se si perdono pezzi

Gli overtime non sono l’unica costante in Leventina. Anche gli infortuni si stanno susseguendo con un certo accanimento. Venerdì a Zurigo si sono fatti male Pezzullo e Maillet, assenti sabato contro il Kloten. Per entrambi, se ne saprà di più nelle prossime ore. Intanto, soprattutto nel ruolo di centro, dove manca anche Kostner, la situazione si è fatta delicata. «Ma quest’anno – spiega Eric Landry – possiamo contare su alcuni giocatori polivalenti, in grado di giostrare sia in mezzo, sia all’ala». L’altro ieri è toccato ad Ang sostituire Maillet al centro, in una linea completata da Lilja e Muggli. De Luca è stato invece confermato tra Pestoni e Grassi. «Quest’anno siamo in tanti e tutti possono giocare, la profondità della squadra è stata voluta anche per far fronte a queste situazioni sfortunate», conferma Zaccheo Dotti.

L’uomo del momento

Proprio al centro si sta intanto esaltando Manix Landry. Messosi in luce nella seconda parte della scorsa stagione, il 21.enne canadese con licenza svizzera ha fatto ulteriori passi avanti in termini di fiducia, concretezza e faccia tosta. È stato lui ad aprire le marcature nelle ultime due partite. L’1-0 segnato a Zurkirchen, dopo essersi bevuto Kellenberger, è stato un capolavoro di velocità, tecnica, freddezza e convinzione nei propri mezzi. Martedì a Zugo lo si noterà ancora di più, perché sarà proprio lui, figlio d’arte, a indossare il casco giallo di topscorer. «Manix ha chiuso la scorsa stagione con tanta fiducia e quest’anno è ripartito da lì per crescere ancora», ci dice papà Eric. «Dodici mesi fa era al suo esordio in una lega professionistica e ha dovuto lavorare sodo, a livello individuale, per migliorare. Con un anno di esperienza, in questo nuovo campionato si è subito fatto trovare pronto. È maturato tanto e continua a impegnarsi moltissimo. Sono contento, come papà e come assistente allenatore. Inoltre sta giocando con due ottime ali come Zwerger e Kubalik. I tre si intendono bene, la linea sta funzionando e sta andando a segno con regolarità».

Tim e Jesse, gli stacanovisti

Complice l’infortunio di Rocco Pezzullo, sabato si è finalmente visto in pista Simone Terraneo, rimasto in tribuna nelle prime due partite. A lui, e agli altri giovani, lo staff tecnico chiede di giocare in modo semplice, senza strafare, andando alla ricerca di quella continuità necessaria per potersi imporre ad alto livello. Intanto, in difesa, stanno già facendo gli straordinari Jesse Virtanen e Tim Heed, schierati anche insieme nelle fasi finali del terzo tempo di sabato. Il finlandese e lo svedese sono secondo e terzo nella classifica dei giocatori più utilizzati dell’intero campionato con 25’56’’ e 23’56’’ di media. Davanti a loro, con 26’08’’, c’è solo Ramon Untersander del Berna. Il terzo difensore biancoblù con più tempo di ghiaccio è Jesse Zgraggen con 16’11’’. Chissà: martedì a Zugo potrebbe debuttare Kodie Curran, in una formazione con tre terzini stranieri. In porta, Senn ha già dato buone risposte a Zurigo. Sperando, ovviamente, che Maillet sia a disposizione.