Ambrì Piotta

Le emozioni di DiDomenico e i nuovi equilibri di Cereda

Il nuovo canadese: «Voglio portare passione, gioia e reti» - Intanto il tecnico deve trovare le soluzioni per tornare al successo
Chris DiDomenico ha esordito martedì con la maglia dell'Ambrì Piotta. ©Keystone/Andrea Branca
Flavio Viglezio
30.10.2024 21:00

Gli occhi della Gottardo Arena erano tutti puntati su di lui. Chris DiDomenico, figura iconica nel panorama dell’hockey rossocrociato dell’ultimo decennio, ha esordito poche ore dopo l’ingaggio da parte dell’Ambrì Piotta. Un primo tempo giocato ad altissimi livelli – come tutta la squadra, d’altra parte – e poi un leggero calo fino all’errore nell’overtime che ha favorito la rete decisiva di Sven Senteler. Una prima tra luci ed ombre, insomma, come è normale che sia. Avrà tutto il tempo di conoscere meglio i suoi nuovi compagni e il sistema di gioco di Luca Cereda, il canadese.

La forza dell’abitudine

A fine incontro, tra un autografo e l’altro, DiDomenico ha pronunciato le sue prime parole ufficiali da straniero dell’Ambrì Piotta. Sembra uno che preferisce i fatti, ai racconti, DiDo. «Sono arrivato qui lunedì sera, martedì mattina mi sono allenato per la prima volta con i miei nuovi compagni e in seguito c’è stato l’esordio in campionato. Sono felice di essere qui, in questo club c’è tanta passione e sono stato accolto a braccia aperte da tutto l’ambiente. Sono qui per portare in pista le mie emozioni e per segnare reti pesanti. Mia moglie ed io siamo entusiasti di questa nuova avventura».Ha comunque vissuto ore frenetiche, DiDomenico: «Tutto si è deciso molto velocemente, ci abbiamo messo solo due ore per trovare un accordo. Abbiamo fatto rapidamente le valigie e siamo arrivati in Ticino. Ma non è una situazione particolarmente stressante: è l’aspetto business del nostro sport, ci sono abituato e non è la prima volta che mi capita di vivere una situazione del genere». Nessuna spiegazione, però, sulle motivazioni che lo hanno spinto a chiedere la rescissione del contratto con il Gottéron. Ragioni che sono una sorta di segreto di Pulcinella: a Dido non andavano giù i metodi e lo stile di gioco del tecnico Pat Emond. Aveva perso la voglia di giocare, alla BCF Arena. Una voglia che sembra aver di colpo ritrovato in Leventina: «Mi sono subito trovato bene con Landry e De Luca, sono due giovani ai quali piace giocare con il disco. La chimica è già stata buona, insomma. Peccato per il risultato: siamo partiti molto bene, ma in seguito siamo diventati un po’ troppo passivi. Per avere successo in questo campionato bisogna giocare per tutti i sessanta minuti. Teniamoci comunque stretto questo punto, e proviamo a conquistarne sei nei due impegni prima della pausa. Il derby? Sarà molto divertente giocarlo, non vedo l’ora di affrontare il Lugano, ma adesso dobbiamo concentrarci sui prossimi impegni prima di pensare ai bianconeri».

La sfida del Cere

La sosta  permetterà a DiDomenico di integrarsi nella sua nuova realtà, mentre Luca Cereda dovrà lavorare per trovare nuovi equilibri. In poche ore l’Ambrì Piotta ha cambiato volto: se ne sono andati Jonathan Ang e Jakob Lilja e DiDo – elemento con caratteristiche e qualità diametralmente opposte a quelle dello svedese – va inserito nel modo giusto. Allo stesso tempo va recuperato Philippe Maillet, poco brillante dopo aver subito una commozione cerebrale alcune settimane fa e finito in sovrannumero contro lo Zugo. In un mese e mezzo di campionato l’Ambrì Piotta ha cambiato pelle: dei tre attaccanti stranieri di inizio stagione – Ang, Lilja e Maillet – due non ci sono più e il terzo sta attraversando un momento delicato. Così come delicata – per lo meno a livello di risultati – si sta facendo la situazione della formazione biancoblù, che non vince una partita entro i sessanta minuti dal derby con il Lugano dell’11 ottobre. Da quel giorno sono arrivate quattro sconfitte “piene”, una all’overtime e un solo successo ottenuto al supplementare contro il Rapperswil. Con lo Zugo si sono comunque visti progressi a livello difensivo, dopo che nelle cinque precedenti partite i leventinesi avevano incassato ben 24 reti. «A livello di copertura difensiva – ha sottolineato a fine incontro Luca Cereda – abbiamo sicuramente compiuto un passo avanti. Adesso si tratta di farne altri per ritrovare la vittoria. DiDomenico? Mi è piaciuto molto, porta coraggio e personalità. In pista e fuori».

Le mosse di Duke

In attesa di riassaporare il gusto del successo, il grande protagonista dell’inizio settimana leventinese è stato Paolo Duca. In poche ore il direttore sportivo è riuscito a sbolognare Jonathan Ang – rapidamente uscito dal redar della strategia del club – e a scambiare l’evanescente Jacob Lilja con DiDomenico. Duke si conferma insomma abilissimo nei cambi in corsa. D’altra parte però la scelta estiva di puntare su Ang e su Lilja – insieme a Maillet – per l’attacco si è rivelata sbagliata, al tirar delle somme. I due hanno deluso su tutta la linea, anche se in Leventina si continua a lodare l’attitudine e il lavoro svolto sul ghiaccio dallo svedese. Che non lascerà però imperituri ricordi. Con un Curran, un Kubalik e un DiDomenico in più nel motore l’Ambrì Piotta ha effettuato un ulteriore e deciso salto di qualità a livello qualitativo. Aumentano di conseguenza le aspettative: con questo gruppo, continuare a parlare di qualificazione ai play-in quale obiettivo stagionale diventa poco credibile».

Come sta Kodie Curran?

Intanto nelle fasi finali della sfida con lo Zugo, Curran è stato colpito a una mano da un tiro di Vozenilek e da quel momento non è più tornato sul ghiaccio.

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