Hockey su ghiaccio

Lugano, così è notte fonda

Dahlström e un secondo periodo da incubo facilitano la vita al Kloten, che ringrazia
©PATRICK B. KRAEMER
02.11.2024 23:08

Chi si aspettava una reazione dal Lugano sarà rimasto deluso. Molto deluso. Esatto, nessun moto d’orgoglio dopo la brutta sconfitta casalinga con il Ginevra. Anzi, contro il Kloten si sono rivisti in parte proprio gli stessi errori commessi venerdì sera. Sia di squadra, sia individuali. E il risultato - di riflesso - è stato un sonoro 5-2 maturato soprattutto durante il periodo centrale, quando la difesa della squadra di Luca Gianinazzi sembrava aver completamente perso la bussola. «Sono sicuramente arrabbiato, e anche deluso. Queste sono le due emozioni che prevalgono al momento», spiega il coach dei bianconeri. «Nel primo tempo abbiamo fatto le cose nel modo giusto, rimanendo solidi difensivamente. Ma quello che succede dopo è quasi inspiegabile. Appena incontriamo un momento di difficoltà, sembra che andiamo in corto circuito. Perdiamo fiducia in noi stessi, e poi è chiaro che succede quello che è successo».

Scambio di regali

Già. Dopo i primi minuti, l’incontro alla Swiss Arena sembrava mettersi in discesa per il Lugano. Il portiere degli aviatori Waeber si è fatto ingenuamente intercettare un passaggio da Sekac in situazione di superiorità numerica. Il ceco del Lugano è stato lesto a servire Marco Müller, altrettanto freddo a realizzare la rete. Poi, però, nel già citato secondo periodo i bianconeri hanno ricambiato in modo più che generoso i regali dei padroni di casa. In particolare Schlegel è parso colpevole sul primo gol subito, e probabilmente non solo. Il terzino straniero Dahlström ha combinato un altro svarione clamoroso – dopo quello di venerdì sera – servendo perfettamente Aaltonen davanti alla propria porta. «Quando commetti così tanti errori in una lega così competitiva, li paghi a caro prezzo – rileva ancora Gianinazzi -. E quando subisci cinque reti in un tempo, beh, diventa difficile girare il risultato».

«Mancanza di coraggio»

I tifosi del Kloten, al termine della sfida, hanno regalato ai propri giocatori una standing ovation. Anche se, forse, più che per meriti propri, i tre punti sono arrivati per demeriti del Lugano. «Cosa mi fa arrabbiare di più? La mancanza di coraggio nel giocare. Quando le cose si fanno difficili, è il momento di essere una squadra. Noi, per contro, abbiamo provato a giocare in maniera più individualista e a cercare di cambiare le sorti del match da soli. Ma quando fai così, può solo andarti peggio. È chiaro che il nostro livello di sacrificio per il bene della squadra, al momento, non è alto come dovrebbe essere».

Adesso, in soccorso del Lugano arrivano due settimane di pausa. «Dobbiamo scegliere se essere la formazione ammirata durante le prime otto partite stagionali, che gioca con coraggio e dove ognuno compie il suo dovere, oppure se buttare tutto all’aria come stiamo facendo ora. Ma la prima persona che deve fare uno step in avanti, sono io. Le esigenze che ho verso me stesso devono salire, perché quello che abbiamo fatto fino a ora non è abbastanza. E la classifica è lì a testimoniarlo», conclude il Giana.

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