Hockey

Mirco Müller: «Una vittoria cercata e meritata»

Il successo per 3-2 in casa del Friburgo permette al Lugano di respirare e di andare a +1 sul Ginevra nella lotta per evitare i playout
© KEYSTONE/Adrien Perritaz
Fernando Lavezzo
15.02.2025 23:08

Continuare a respirare, per il Lugano, è già una gran cosa. E i tre punti conquistati a Friburgo, contro la squadra più in forma del momento, permettono ai bianconeri di farlo. Certo, se qualche chilometro più a sud il Ginevra avesse perso, per capitan Thürkauf e compagni l’affare sarebbe stato doppio. Ma una rete di Granlund al 59’59’’ ha permesso al Servette di agguantare l’overtime contro il Langnau, poi vinto. Una beffa a distanza. Nella lotta per evitare i playout, il Lugano è ora a +1 sulle Aquile, ma ha anche giocato una gara in più. Insomma, la sostanza non è cambiata molto. E i play-in restano un miraggio lontano 4 punti. Ma per qualche notte almeno, i bianconeri potranno dormire serenamente. Respirando.

Buona reazione

Sotto gli occhi della presidente Vicky Mantegazza e del CEO Marco Werder, i bianconeri hanno reagito alla frustrante sconfitta di 24 ore prima contro il Berna. Non sono stati perfetti, ma hanno saputo soffrire, stringendo i denti quando il Gottéron ha spinto e segnando la rete decisiva quando tutto sembrava andare ostinatamente in direzione contraria. I bianconeri hanno iniziato bene la partita, concedendo poco e andando sul 2-0 in meno di un minuto, con le reti di Verboon al 7’31’’ e di Fazzini all’8’22’’. Poi, come spesso accade, il Lugano ha iniziato a farsi male da solo. Un ingenuo fallo in attacco di Marco Müller ha permesso ai padroni di casa di accorciare le distanze in power-play già al 10’41’’. Mentre un disco perso da Alatalo sulla linea blu, con la sua squadra in superiorità numerica, ha dato origine al pareggio di De la Rose al 24’19’’. Quando l’ennesimo harakiri di questa sciagurata stagione sembrava portare a un altro collasso, sono stati i soliti Fazzini e Arcobello a confezionare il nuovo vantaggio al 34’19’’: disco sulla porta del topscorer e tocco vincente dello statunitense. A volte, l’hockey è facile.

Resistenza

Nel terzo tempo, il Lugano ha inizialmente cercato di mantenere il baricentro alto, ma con il passare dei minuti la squadra di Krupp ha cominciato a imbarcare acqua in zona neutra. A quel punto, ogni accelerazione di Wallmark e compagni sembrava poter portare al nuovo pareggio burgundo. Con un po’ di fortuna e qualche bell’intervento di Huska (nuovamente preferito a Schlegel, con Zohorna e Pulli sacrificati e Joly tornato titolare), il Lugano è riuscito a resistere fino alla fine. L’ultimo brivido lo ha concesso proprio Huska, certamente autore di una buona partita, in cui ha portato anche energia ed emozioni, ma improvvisamente impazzito quando ha deciso di giocare il disco col bastone davanti alla porta, a 40 secondi dalla terza sirena. Solo per miracolo il Friburgo non ne ha approfittato. «Siamo anche stati un po’ fortunati, sì, ma è una vittoria cercata e meritata», ci dice Mirco Müller. «Non era evidente dimenticare la frustrante sconfitta di venerdì e venire a giocare in questa pista difficile, ma siamo stati bravi. Abbiamo lottato e usato il cervello. Non mollare dopo il 2-2 è stato importante. Peccato per le vittorie dei nostri avversari diretti, ma dobbiamo pensare solo a ciò che possiamo controllare».

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