Hockey

Operazioni a lungo raggio in un mercato senza regole

I direttori sportivi di Ambrì Piotta e Lugano commentano i tanti accordi già trovati per la stagione 2025-2026
©URS FLUEELER
Flavio Viglezio
27.08.2024 06:00

Mancano tre settimane all’inizio del campionato. Dopo la lunga preparazione a secco le squadre hanno ricominciato a lavorare sul ghiaccio e a disputare le prime amichevoli. La stagione dell’hockey sta insomma entrando nel vivo e il mercato è in fermento. No, non quello per l’annata agonistica a venire. È stata un’estate di annunci in vista del campionato 2025-2026: una situazione non inedita, ma che sta assumendo proporzioni mai viste prima. Andrea Glauser passerà dal Losanna al Friburgo con un contratto di sette anni. Saluterà la squadra vodese anche Lukas Frick, ingaggiato dal Davos con un accordo di cinque stagioni. Alla Vaudoise Arena sono già corsi ai ripari, annunciando l’ingaggio dal Rapperswil di Inaki Baragano per quattro anni. Si è mosso anche il Lugano, che riporterà in Ticino dallo Zugo Dario Simion: per lui un contratto di sei stagioni. Lascerà invece il Gottéron Dave Sutter, che vestirà la maglia del Ginevra Servette. Si gioca d’anticipo, insomma. Un caso? Forse. Una nuova tendenza? Possibile. Certo è che una buona fetta degli appassionati fatica a capire questi meccanismi di mercato. Mosse che evitano voci e speculazioni durante il campionato, ma che ai più fanno sorgere qualche dubbio: come può un giocatore – detto in parole molto semplici – rendere al meglio per un anno intero quando già sa che cambierà presto aria? Una domanda che abbiamo girato a Hnat Domenichelli e a Paolo Duca, direttori sportivi di Ambrì Piotta e Lugano.

«Così da 30 anni»

Il Lugano, si diceva, ha già comunicato l’ingaggio di Dario Simion a partire dalla stagione 2025-2026. «Per gli addetti ai lavori – spiega Domenichelli – si tratta di una situazione normale. Dopo ogni Mondiale si comincia a lavorare in vista del campionato seguente rispetto a quello che sta per iniziare: il mercato dei giocatori svizzeri di prima fascia termina di fatto già in settembre. In seguito, fino a gennaio, ci si occupa degli elementi – se così si può dire – di seconda fascia».

In passato però raramente i club comunicavano così presto gli avvenuti ingaggi: «È vero, in passato le squadre non annunciavano pubblicamente così presto le operazioni già effettuate, ma le dinamiche del mercato non sono cambiate. Capisco che per i tifosi possa essere un po’ sorprendente, ma gli annunci ufficiali permettono di evitare voci e speculazioni durante la stagione. Nell’era dei social media i rumor corrono veloci e in molti si improvvisano esperti di hockey».

Domenichelli non mette assolutamente in dubbio la professionalità dei giocatori. Disputare un’intera stagione con una squadra sapendo di aver già firmato per un altro club non è un problema: «Chi fa parte di questo mondo – ripete il ds bianconero – è abituato a questo tipo di situazione. È così da 30 anni, anche perché in Svizzera non ci sono regole, in questo senso».

Contratti a lungo termine

Un altro aspetto da considerare è la durata dei contratti, sempre più a lungo termine. «Ma questa – sottolinea Paolo Duca – non è una novità. È una soluzione giusta e giustificata, quando un club pensa di avere a disposizione il giocatore che fa per lui. E spesso un accordo sul lungo termine permette alla società di risparmiare qualcosa a livello finanziario. Certo, un contratto su diversi anni rappresenta per certi versi un’arma a doppio taglio, ma d’altra parte di certezze nel mercato ce ne sono poche». La visione del ds dell’Ambrì Piotta è un po’ diversa da quella di Domenichelli: «Mi fa un po’ strano pensare ad un giocatore che deve disputare una stagione con una squadra già sapendo di aver firmato per un altro club, magari per cinque o sei anni. A livello personale – non parlo in qualità di direttore sportivo dell’Ambrì e nemmeno a nome dei miei colleghi ds – non mi dispiacerebbe se venisse introdotta una certa regolamentazione. Nel calcio, per esempio, esistono delle finestre di mercato: capisco che per i tifosi ciò che accade nell’hockey svizzero possa sembrare bizzarro». Il pensiero di Duca si allinea però a quello di Domenichelli riguardo la gestione della comunicazione verso l’esterno: «Quando arriva la firma su un contratto, è giusto annunciare l’avvenuto ingaggio. Non ho dubbi sull’impegno di un giocatore durante un campionato, anche se questo fosse l’ultimo con il club in cui milita»