Hockey su ghiaccio

«Pensiamo solo all'Ajoie»

Marco Müller lancia la serie contro i giurassiani: «In queste due settimane abbiamo svuotato la mente» – L'attaccante aveva già disputato i playout con l'Ambrì: «La pressione è diversa, ma l'obiettivo è lo stesso: vincere!» – La pretattica di Krupp: «Chi giocherà sarà pronto»
©Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
15.03.2025 06:00

Scocca l’ora della verità, per il Lugano. Dopo una lunga attesa, la Cornèr Arena si appresta ad ospitare gara-1 dei playout contro l’Ajoie. Si salvi chi può – e il prima possibile… – vien da dire. La serie – quasi inutile affermarlo – nasconde parecchie insidie per i bianconeri. La squadra giurassiana, soprattutto in casa sua, può diventare un osso duro per tutti. Da quando sulla panchina dell’Ajoie è arrivato Greg Ireland – che ieri ha prolungato di ulteriori due stagioni il suo contratto con il club di Porrentruy – sono parecchie le formazioni che alla Raiffeisen Arena ci hanno lasciato le penne. Ne sa qualcosa proprio il Lugano, battuto in entrambe le trasferte effettuate nel Giura. Dovranno insomma essere pronti a soffrire, i bianconeri. Nulla è scontato, in una serie di playout. No, non sarà una passeggiata.

Una grande differenza

Lo sa bene Marco Müller, che nella stagione 2017-18 visse l’esperienza dei playout con la maglia dell’Ambrì Piotta. I biancoblù, quell’anno, superarono per 4-1 il Kloten. «La pressione – spiega l’attaccante – è molto più forte quando si affronta un playout, rispetto ad una serie di playoff, anche se alla fine si va sempre in pista per vincere. L’obiettivo è lo stesso: avere successo, battere gli avversari. Ovviamente il contesto è diverso, nei playoff si spera di andare il più lontano possibile, mentre nei playout non si vede l’ora di terminare la stagione». Sa anche cosa significa crederci sempre, Marco Müller. Nel 2022 ha vinto un titolo con lo Zugo rimontando da uno 0-3 nella serie di finale contro gli ZSC Lions. «Non è finita finché non è finita», si usa dire nel mondo dell’hockey. Anche l’Ajoie, allora, non si arrenderà tanto facilmente: «L’aspetto mentale conta tantissimo, nei playout. Quando si arriva a disputare una finale dei playoff a spingerti ci sono entusiasmo e fiducia. Anche quando si va sotto in una serie, c’è la consapevolezza di aver fatto bene tante cose, sia nella stagione regolare, sia nei primi turni dei giochi per il titolo. E quindi si continua a crederci, a spingere sull’acceleratore. I playout significano invece che la stagione è andata male, che si sono commessi tanti errori, e diventa quindi fondamentale trovare da subito le giuste risorse mentali. Sarà insomma importantissimo scendere in pista con fiducia nei propri mezzi, con il giusto atteggiamento e naturalmente senza paura».

Con lo spirito giusto

Gara-1 è però un’incognita. Nessuno sa in quale stato di forma si presenteranno in pista bianconeri e giurassiani, fermi ormai da due settimane. Una sosta lunga. Forse troppo. L’Ajoie aveva chiuso la regular season con sette sconfitte di fila, ma probabilmente i giurassiani avevano già la testa ai playout: «Da un lato la pausa è stata effettivamente un po’ troppo lunga. Quindici giorni senza partite sono tanti. Dall’altro, però, queste due settimane ci hanno permesso di prepararci bene per questi playout e di lasciarci alle spalle ciò che è successo nella regular season. Abbiamo potuto svuotare un po’ la mente e ricaricare le batterie. Dobbiamo restare nel presente, adesso. Non serve più a nulla pensare al passato e avere rimpianti. I bilanci si faranno quando tutto sarà finito». Sarà insomma fondamentale affrontare questi playout con lo spirito giusto. Senza eccessive sicurezze, ma con la consapevolezza di essere sulla carta più forti dell’Ajoie: «Ci avviciniamo senza dubbio a questa serie con uno spirito positivo. Tutti sappiamo in che situazione ci siamo cacciati e quanto sia importante – come spiegavo in precedenza – non pensare più a ciò che è accaduto. Oggi conta solo vincere e chiudere al meglio questa tormentata stagione».

Attenti al power-play

La formazione giurassiana, grazie alla cura Ireland, difensivamente è diventata più solida e più compatta: «L’Ajoie è una squadra che cerca sempre di non correre rischi inutili, di giocare nella maniera più semplice possibile. Davanti può invece contare su un power-play molto temibile, che ha funzionato bene durante tutto il campionato. Ha attaccanti che vedono la porta, non c’è dubbio. Dovremo quindi fare molta attenzione a non subire penalità stupide. Toccherà a noi controllare la situazione, cercando di provocare gli errori della formazione giurassiana con la nostra pressione. Dovremo essere molto attivi nella loro zona di difesa. Come sempre accade nel post season, a fare la differenza saranno probabilmente le situazioni speciali».

L’ultimo ballo

Avrebbe sicuramente voluto chiudere la sua avventura in bianconero in maniera diversa, Marco Müller. L’attaccante, prima di proseguire la sua carriera a Berna, desidera però terminare la sua esperienza a Lugano su una nota positiva: «Anche a livello individuale c’è tanta delusione per quello che è stato il mio campionato. Non è di certo ciò che mi aspettavo all’inizio della stagione: peggio di così non poteva andare. Voglio dare il massimo in queste mie ultime partite con la maglia bianconera per lasciare per lo meno un buon ricordo. Ma naturalmente la cosa più importante è giocare bene come squadra: il successo individuale, nella situazione in cui siamo, è davvero poco importante. Anzi, non conta nulla».

La pretattica di Krupp: «Chi giocherà sarà pronto»

Da vecchia volpe dell’hockey qual è, Uwe Krupp riesce a parlare senza di fatto dare informazioni. È già entrato in clima playout, il coach bianconero. Ha mischiato le carte nell’ultimo allenamento del Lugano e non lascia trapelare nulla sulla formazione che affronterà l’Ajoie in gara-1 alla Cornèr Arena: «Abbiamo a disposizione otto stranieri e la buona notizia è che nessuno di loro è infortunato. Chi sarà in formazione sarà pronto a giocare, così come il resto della squadra». Sempre cordiale e a modo, Krupp è di poche parole. Si dice comunque soddisfatto dal lavoro svolto dalla squadra in queste due settimane di pausa: «Dopo qualche giorno di riposo abbiamo svolto una sorta di piccolo campo di allenamento. È stato bello e utile avere il tempo di lavorare con la squadra al completo per preparare al meglio questa serie con l’Ajoie». Non vuole sentire parlare di playout, il tecnico tedesco: «Questi sono i nostri playoff e come tali dobbiamo affrontarli. Ci attende una serie al meglio delle sette partite e il nostro obiettivo è vincerla. Non sarà facile, ma siamo fiduciosi». Ha grande rispetto della squadra giurassiana, l’allenatore bianconero. Un rispetto che il Lugano dovrà avere anche sul ghiaccio: «L’Ajoie ha dimostrato di essere una buona squadra, credo che abbia battuto tutte le squadre del campionato. È una formazione allenata bene e in casa è molto temibile. Dovremo insomma essere pronti da subito». Una delle principali armi dei giurassiani è il power-play, il terzo migliore della regular season: «Alleniamo sempre il nostro box-play e stavolta ci siamo concentrati sul loro gioco in superiorità numerica. Anche noi abbiamo però le armi per colpire con l’uomo in più e cercheremo ovviamente di sfruttarle al meglio».

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