Hockey

Per l'Ambrì Piotta inizia il ballo dei play-in

Questa sera alla Gottardo Arena va in scena la gara d’andata del primo turno tra i biancoblù e il Rapperswil – Dario Bürgler: «Dovremo semplicemente continuare a fare ciò che ha funzionato nell’ultimo mese e mezzo, gestendo al meglio le emozioni»
© KEYSTONE/Christian Merz
Fernando Lavezzo
04.03.2025 06:00

Non è ancora il gran ballo dei playoff, ma è qui che si distribuiscono gli ultimi inviti. L’Ambrì c’è. Si è messo in coda. Poteva tagliarla, sì, ma anche rimanere fuori. All’alba dei play-in, i biancoblù sanno di aver sprecato l’occasione di chiudere la regular season all’ottavo posto, con tutti i vantaggi che ne derivano. Ma sanno anche di aver rischiato le vacanze anticipate. «Sabato, dopo la sconfitta di Friburgo, abbiamo provato sensazioni miste», ci spiega Dario Bürgler. «Da un lato eravamo contenti di aver ottenuto la qualificazione, sicuramente meritata per quanto fatto durante tutta la stagione», prosegue il veterano leventinese. «Dall’altro lato, eravamo delusi per aver perso due posizioni e per il modo in cui abbiamo giocato. Quella della BCF Arena non è stata una prestazione di cui essere contenti». Ora, però, questi rimpianti vanno dimenticati: «Bisogna mantenere alto il livello della fiducia, ricordandoci quanto di buono abbiamo fatto, soprattutto nell’ultimo mese e mezzo», afferma l’attaccante numero 87.

Una formula onesta

Come l’anno scorso contro il Lugano, anche stavolta l’Ambrì inizierà il primo turno dei play-in in casa: «Sinceramente – afferma Dario – non so se sia uno svantaggio o un vantaggio. Non ha neanche senso pensarci. Quello che so, è che giocare in casa ci piace e che questa sera avremo un gran tifo a sostenerci. Cercheremo di sfruttare questa bella atmosfera a nostro favore». Più importante, per Bürgler, sarà il nuovo regolamento. A differenza di dodici mesi fa, a parità di punti conterà il totale delle reti nelle due gare. Insomma, vincere 6-0 o 1-0 non sarà più la stessa cosa. «La lega ha preso una buona decisione, questa formula è più corretta. Non puoi prenderti una serata libera e sperare di farla franca vincendo la seconda gara e il conseguente overtime. Bisogna davvero giocare al meglio ogni cambio, perché ogni gol ha un peso».

La differenza reti potrebbe anche generare situazioni particolari, già nella gara d’andata. Per dire: una squadra sotto di un gol a pochi minuti dalla fine, toglierà il portiere per provare a pareggiare, con il rischio di ripartire da -2 nella seconda sfida? «Immagino che il nostro staff tecnico abbia iniziato a riflettere su ogni eventualità, ma in squadra non ne abbiamo ancora parlato», spiega Dario. «Forse qualche indicazione ci verrà fornita prima della partita, non lo so. Personalmente, preferisco concentrarmi su altro, per essere pronto fisicamente e mentalmente. In questo senso, non credo che il salto dalla regular season ai play-in sarà troppo grande. Già da diverse settimane, infatti, siamo abituati a giocare partite importanti. Non decisive come quelle che ci attendono, ma comunque intense. Dovremo continuare a fare ciò che ci ha permesso di avere successo da metà gennaio in poi, gestendo al meglio le tipiche emozioni del post season. Sarà fondamentale pensare soltanto al primo turno. Sarebbe sbagliato e anche arrogante guardare già alla sfida successiva contro Kloten o Langnau».

Un avversario euforico

Il vero colpaccio, nell’ultima giornata di regular season, lo ha fatto il Rapperswil. Battendo il Davos con un gol di Jensen al 59’10’’, i Lakers hanno estromesso dai play-in il Bienne e il Ginevra, sorpassando pure i leventinesi grazie agli scontri diretti. Nello spogliatoio sangallese, l’euforia sarà alle stelle. Coach Johan Lundskog, subentrato a inizio dicembre a Stefan Hedlund, di cui era assistente, ha saputo toccare le corde giuste. «Non saprei dire nel dettaglio quali cambiamenti tattici hanno apportato negli ultimi tre mesi con il nuovo allenatore, ma a Rapperswil si è sicuramente innescata una dinamica positiva. Hanno iniziato a giocare con più fiducia ed è una cosa che ho percepito nelle ultime due partite contro di loro», spiega l’ala 37.enne.

Reti alternative

Kubalik, Maillet e DiDomenico da una parte, Strömwall, Jensen e Moy dall’altra. E se alla fine, a fare la differenza, fossero gli «scorer secondari»? «Può essere, ma anche no», conclude Bürgler. Di sicuro, il suo apporto sarà prezioso.