Hockey

Philippe Maillet: «La differenza l'ha fatta il gruppo»

L'attaccante canadese dell'Ambrì Piotta analizza il successo sul Friburgo e lancia la sfida con il Ginevra
L'esultanza di Philippe Maillet. ©Keystone/Samuel Golay
Flavio Viglezio
24.11.2024 17:54

Non segnava da un mese, Philippe Maillet, da quella rete che aveva solo addolcito la pillola nella secca sconfitta casalinga contro gli ZSC Lions. Il gol messo a segno dal canadese contro il Friburgo ha un ben altro peso specifico. Ha permesso all’Ambrì Piotta di prendere il comando delle operazioni, di operare il sorpasso decisivo. Se la gode, Maillet, reduce anche a livello individuale da un periodo non evidente, con prestazioni poco convincenti e anche un paio di incontri visti dalla tribuna: «Ovviamente - spiega - vincere con il Friburgo ci ha fatto un gran bene. La stagione è lunga e a volte non è facile gestire dei periodi complicati. Ci sono state partite in cui avremmo probabilmente meritato qualcosa di più, ma tutte le squadre di questo campionato lottano strenuamente per conquistare punti. Ci voleva una vittoria così: eravamo sotto per 2-1 al termine del secondo tempo e stavolta siamo stati in grado di rimontare».

Una liberazione

Preferisce parlare più del gruppo che di se stesso, Maillet. Delle tre reti in rapida successione che hanno steso il Gottéron e di come l’Ambrì Piotta sia finalmente stato in grado di ottenere il quarto successo pieno del campionato: «Dopo due periodi eravamo sotto nel punteggio, ma non nel gioco. Le tre reti nel terzo tempo ci hanno liberato, abbiamo approfittato della dinamica positiva che si è improvvisamente creata. Ma io ho apprezzato anche di più la nostra gestione della partita dopo la loro terza rete. Avremmo potuto crollare, ed invece ci siamo compattati e non abbiamo concesso molto ai nostri avversari. È stato un successo del gruppo, tutte le linee hanno svolto bene e con intelligenza il loro lavoro».

L'intesa canadese

Sorride, Maillet. È finalmente felice, si capisce che - come l’Ambrì - si è tolto un peso dalle spalle mettendo a segno l’importantissimo gol del 3-2:

«Anche io personalmente ho vissuto dei momenti non facili, soprattutto durante il mese di ottobre. Come ho già avuto modo di dire, il campionato è lungo, ma quando la squadra perde diverse partite di fila ti senti ancora più responsabile e vorresti dare di più per aiutare il gruppo ad avere successo. Aver dato il mio contributo nella vittoria sul Gottéron mi fa davvero piacere».

Si è risvegliato Maillet, si è sbloccato Kubalik e anche DiDomenico ha fornito un contributo pesante. Quando gli stranieri «girano», tutto diventa meno complicato: «Il nostro caoch può schierare “solo” sei stranieri in pista. Fa le sue scelte provando a schierare il miglior line-up possibile, in seguito tocca a noi dimostrare di meritarci la sua fiducia. È normale per noi import avere tanta pressione sulle spalle, dobbiamo gestirla e conviverci, ma quando arrivano i risultati sia individuali sia di squadra tutto diventa più facile. E più bello. Con DiDomenico mi sono trovato subito bene. A volte certe cose non hanno una spiegazione logica. Quando c’è feeling, sul ghiaccio non c’è nemmeno bisogno di parlarsi. Dido è un giocatore che lavora tantissimo, porta una grande energia sul ghiaccio. Sa proteggere bene il disco e questo mi lascia il tempo per aiutarlo nel migliore dei modi. Ci completiamo bene, forse perché siamo due canadesi (ride, ndr)».

A Ginevra per confermarsi

Non c’è però tempo per festeggiare. Già questa sera alle Vernets di Ginevra i biancoblù cercheranno conferme: «Abbiamo capito quanto siano importanti il sacrificio e i piccoli dettagli. E che quando facciamo le cose giuste, arriva anche la ricompensa. Dobbiamo continuare a giocare in questo modo, giorno dopo giorno. Senza guardare troppo lontano. Questa è stata una partita che ci ha permesso di liberarci di un peso, ma la strada è ancora lunga».

Non si può insomma ancora affermare che il periodo buio sia alle spalle: «Beh, non siamo primi in classifica… Dobbiamo restare nell’urgenza, senza tornare in una sorta di zona di comfort. Bisogna mettersi il più rapidamente possibile in una posizione che non ci obblighi poi a disputare le ultime partite della stagione con l’acqua alla gola. Non vinceremo tutte le partite che ci restano in questa regular season, ma la giusta attitudine non deve mai mancare».