Quando alla Spengler arrivano i rinforzi
«Aspettiamo i rinforzi». Utilizzata nelle emergenze, questa frase assume ben altro significato nel rilassato contesto della Coppa Spengler. La possibilità di rinforzarsi con giocatori prestati da altri club – il più delle volte rivali –, venne introdotta dal torneo grigionese all’inizio degli anni Ottanta. «A quel tempo – spiegano gli organizzatori sul loro sito – l’HC Davos aveva trascorso anni in LNB o languiva in fondo alla classifica della massima serie. Non era quindi in grado di schierare una squadra competitiva». Per consentire ai padroni di casa di battersi con avversari di alto livello, venne sdoganato il concetto di «giocatori sostitutivi». Tra i primi ad essere assoldati dai gialloblù, nel 1980, ci furono i canadesi Kent Ruhnke (futuro coach di successo, all’epoca attaccante dello Zurigo) e Bernard Gagnon (futuro mito bianconero, ma in quegli anni protagonista a Kloten). Oggi, le partecipanti possono rinforzarsi con tre giocatori di movimento e un portiere. Un tempo vigeva la formula 5+1. «La possibilità – leggiamo sul sito – è mantenuta principalmente per gestire il carico di lavoro dei protagonisti, che possono giocare fino a 5 partite in 6 giorni. E aiuta anche a coprire le assenze, come quelle dovute ai Mondiali U20».
Quest’anno, il Davos si è rinforzato con i ginevrini Lennström e Palve, mentre il Friburgo ha ottenuto Brennan dall’Ajoie, Audette dal Kloten e Kristof dal Langnau. Un altro attaccante del Langnau, Mäenalanen, si è unito al Kärpät Oulu. La storia più bella è però quella del tedesco Sandro Schönberger, che per una settimana torna a vestire la maglia degli Straubing Tigers, di cui è stato un simbolo per 16 stagioni, prima di trasferirsi, l’estate scorsa, ai Tölzer Löwen, nella terza divisione.
Leggende per le feste
La storia della Spengler è ricca di rinforzi affascinanti. Nel 1982, ad esempio, il Davos ottenne Dave Gardner dall’Ambrì Piotta e Bob Hess dal Lugano. Nel 1985, fu un’altra leggenda biancoblù, Dale McCourt, a rinforzare i padroni di casa. Poi, nel 1990, il torneo visse una svolta. Con il Davos finito in Prima Lega, fu infatti il Kloten a rappresentare la Svizzera. Per l’occasione, gli aviatori si regalarono un superblocco sovietico, in cui a spiccare erano i due fenomeni del Friburgo, Slava Bykov e Andrei Khomutov. Nel dicembre del 1991, toccò al Lugano prendere parte alla rassegna. Proprio da Kloten, arrivarono gli svedesi Anders Eldebrink e Kent Nilsson. Da Coira, ecco il canadese Roberto Lavoie. Il nippo-canadese Steve Tsujiura, eroe del quarto titolo bianconero, quello del 1990, tornò luganese per qualche giorno, in prestito dal Bülach. Dal Rapperswil arrivò invece il difensore russo Ilya Byakin. Ma il rinforzo di cui ci si ricorda con più affetto è Olivier Anken, leggendario portiere del Bienne, che raggiunse la squadra di John Slettvoll solo per la finale contro il CSKA, dopo l’infortunio rimediato da Christophe Wahl la sera prima, contro gli stessi moscoviti. Anken arrivò a Davos all’ultimo minuto ed entrò in pista a partita già iniziata. Nel 1992, furono due stelle leventinesi, Malkov e Leonov, a dar man forte al Friburgo. Poi, nel 1993, il Davos si riprese il posto. A spingerlo in finale per due anni di fila, ci pensarono Bykov e Khomutov, di nuovo concessi dal Gottéron.
Ville incontra «Metro»
Nel 2000, i padroni di casa vinsero la Spengler dopo 42 anni di attesa. A trascinare la squadra fu il compianto Morgan Samuelsson, che iniziò la stagione nel Turgovia e la finì con gli ZSC Lions, decidendo gara-7 della finale alla Resega. Negli anni seguenti, tanti altri nomi noti alle nostre latitudini rinforzarono il Davos per il torneo di fine dicembre, da Oleg Petrov a Eric Landry, da Nick Naumenko ad Eric Westrum e Zdenek Kutlak. Nel 2003, il Lugano prestò invece Ville Peltonen e Ryan Gardner allo Jokerit di Helsinki. Fu il loro primo approccio con Glen Metropolit, con il quale avrebbero poi formato un terzetto devastante in occasione del settimo titolo dell’HCL, nel 2006.
Seba Reuille «ist ein Berliner»
Nel 2004, anche la Spengler approfittò del «lockout» che fece saltare l’intera stagione in NHL. Il Davos, che poteva già contare su Nash, Thornton e Hagman, ottenne anche Martin St-Louis dal Losanna. Dal Colorado, via Lugano, lo Sparta Praga si assicurò il portiere David Aebischer. Curiosamente, rinforzarono i cechi anche due attaccanti svizzeri del Kloten, Patrik Bärtschi e Adrian Wichser. Sempre più spesso, capitava che alcuni giocatori elvetici giocassero la Spengler con delle squadre straniere. Nel 2005, ad esempio, fu la volta dei bianconeri Sébastien Reuille e Olivier Keller, ingaggiati dagli Eisbären Berlino.
Da Patrick Kane a Inti Pestoni
Nel 2010 la Spengler cambiò formato: da cinque a sei squadre. Venne così aggiunto un posto per una seconda squadra svizzera, oltre al Davos. Per vederne una trionfare, bisognò attendere il 2014, quando il Ginevra di Chris Mc Sorley si impose per due anni di fila con l’aiuto di Inti Pestoni, prestato dall’Ambrì Piotta. L’edizione più spettacolare di tutte fu però quella del 2013, con tanti giocatori di NHL in pista con il Team Canada negli ultimi scampoli di un altro «lockout». A rinforzare il Davos fu uno statunitense. Un certo Patrick Kane, da Chicago via Bienne.
In aiuto al Ticino
Nel 2015 e nel 2016 il Lugano tornò alla Spengler, perdendo altre due volte in finale. Per rinforzare la squadra, il direttore sportivo Habisreutinger andò al risparmio, puntando su giocatori senza contratto. Il primo anno furono il portiere Mark Owuya (che si ruppe subito) e i difensori Dan Spang e Ryan Glenn; il secondo anno i difensori Dominique Heinrich e James Wisniewski e l’attaccante Joe Vesce. Nel 2018, il portiere leventinese Daniel Manzato vinse il torneo come rinforzo del KalPa Kuopio, dopo aver eliminato in semifinale il Davos del bianconero Linus Klasen. L’anno successivo, fu l’Ambrì a debuttare alla Coppa, rinforzato dagli attaccanti Wojtek Wolski, Floran Douay e Marco Miranda, nonché dal portiere Ludovic Waeber. Nel 2022 i biancoblù trionfarono con l’aiuto di Vili Saarijärvi, Josh Jooris e Nando Eggenberger. Lo scorso anno furono Peter Mueller, Julius Honka e Benoit Jecker a dare una mano ai biancoblù, eliminati già ai quarti.