Hockey

Reuille se lo ricorda bene: «Certi gol possono cambiare una serie»

Stasera a Porrentruy, in gara-4 dei playout, il Lugano dovrà cavalcare l’onda emotiva generata dalla clamorosa rimonta di mercoledì - L’ex attaccante parla per esperienza: «Le reti di Zohorna e Morini possono dare tanta energia ai bianconeri e avere un impatto negativo sull’Ajoie»
© Keystone/Samuel Golay
Fernando Lavezzo
21.03.2025 06:00

Ci sono gol che cambiano il volto a una partita. Succede spesso. E poi – molto più raramente – ci sono gol che cambiano una serie. E con essa il destino di una stagione. Ancora lontano dalla salvezza, il Lugano spera che il clamoroso uno-due di mercoledì possa aver dato una svolta alla sfida di playout contro l’Ajoie. Stasera, dopo gara-4 a Porrentruy, avremo una prima risposta. L’altro ieri i giurassiani erano a un solo minuto dal 3-0 nella serie. Meritatamente, tra l’altro. Poi, però, un paio di dischi «andati nella giusta direzione» (citando Flavien Conne) hanno defibrillato il cuore bianconero. Riportandolo in vita.

Vecchi ricordi

Chissà che cosa sta passando per la testa di Julien Vauclair, direttore sportivo dei giurassiani, che nel 2006, con un «gollonzo» all’overtime, riaprì il quarto di finale tra Lugano e Ambrì Piotta, poi ribaltato del tutto (da 0-3 a 4-3) nei giorni successivi. Un’impresa simile riuscì a Sébastien Reuille nelle semifinali 2018 contro il Bienne di Törmänen, in cui firmò un gol in «shorthand» che contribuì a riscrivere la storia del campionato. I seeländer erano avanti 2-0 nella serie e 3-0 in gara-3 alla Tissot Arena. Una partita che il Lugano, dopo il 3-1 di «Seb» al 27’, vinse addirittura 6-3, con Fazzini a firmare il sorpasso già al 39’18’’. Risorti dal nulla, i bianconeri dominarono le tre sfide seguenti, volando in finale contro gli ZSC Lions. Tra gli artefici di quell’impresa indimenticabile ci fu pure coach Greg Ireland. Che oggi, sulla panchina dell’Ajoie, spera di non dover rivivere la stessa situazione a ruoli invertiti.

Episodi a catena

«I due gol all’ultimo respiro di mercoledì, segnati da Zohorna e Morini nel giro di 30 secondi, potrebbero avere un impatto importante su questa serie», ci dice Sébastien Reuille. «L’Ajoie aveva in mano la vittoria e anche un’ipoteca sulla salvezza. Perdere in questo modo fa male e lascia un segno. Conosco Ireland, sono certo che troverà le parole per ricaricare la sua squadra in vista di gara-4, ma nella testa dei giurassiani qualcosa è rimasto».

I bianconeri, dal canto loro, dovranno riuscire a cavalcare questa onda emotiva: «Paragonare playoff e playout è difficile, perché le dinamiche sono molto diverse. Detto ciò, ricordo che nella semifinale del 2018 il mio gol ci diede tantissima energia. Ce ne servivano almeno altri due, la strada restava in salita, ma a quel punto il Bienne iniziò ad innervosirsi. Sanguinetti segnò il 3-2 con Maurer espulso (oggi gioca nell’Ajoie, ndr.), poi Earl rimediò una penalità di partita e in quei 5 minuti trovammo altre due reti, una addirittura in 5 contro 3. Insomma, non è stato il mio 1-3 a decidere la gara, ma quell’episodio ne ha generati tanti altri, tutti a nostro favore. Ritengo che il pareggio di Zohorna e l’immediato 2-1 di Morini possano innescare un effetto simile. Il Lugano, di colpo, si è reso conto di essere ancora capace a vincere».

Ma questi non sono i playoff...

Fino al 59’ di gara-3 i bianconeri hanno vissuto una serie da incubo: «Si è visto che l’Ajoie è molto più abituato e pronto a giocare partite di questo tipo», osserva Reuille. «I playout, mentalmente, sono molto più duri dei playoff e la squadra di Krupp ha sofferto questo aspetto. In gara-3 non si è visto un hockey piacevole. Purtroppo, queste prime tre sfide di playout, almeno fino al 59’ di gara-3, sono state lo specchio della stagione bianconera: tanti dischi persi, poca grinta, poco sacrificio. Ma alla fine conta solo vincere, in un modo o nell’altro. Tra dieci anni nessuno si chiederà come hanno fatto».

La mano di Ireland

Osservando l’Ajoie, Sébastien Reuille riconosce la mano di Greg Ireland: «Anche con Christian Wohlwend i giurassiani disponevano di un power-play pericoloso. Il tocco di Ireland si vede soprattutto nella struttura difensiva. Fey e compagni si sacrificano, bloccano molti tiri e giocano con serenità. Partendo da questa base solida e dalla grande esperienza di Benjamin Conz, possono poi concentrarsi sulle situazioni di superiorità numerica per fare la differenza. Ci sono riusciti in gara-1, in gara-2 e anche in gara-3, fino a un minuto dalla fine. Ora sarà interessante osservare la reazione dei romandi. Vedremo se questa serenità di cui parlavo ci sarà ancora. O se invece è stata spazzata via da quelle due reti».