Hockey

Schlegel: «Non è frustrante subire gol, lo è invece perdere le partite»

Il portiere bianconero analizza il momento del suo Lugano, tra vittorie casalinghe e difficoltà in trasferta - Stasera alla Cornèr Arena arriva lo Zugo
© CdT/Gabriele Putzu
Flavio Viglezio
22.10.2024 06:00

A Friburgo ha vissuto una serata strana, Niklas Schlegel. Ha ricevuto solo quattordici tiri, eppure due dischi sono finiti alle sue spalle. Senza nessuna colpa. «È più frustrante aver perso una partita così», spiega il portiere. Dopo il suo infortunio e quello occorso a van Pottelberghe, a Lugano è intanto iniziato il valzer degli estremi difensori: «Non è un problema, siamo una piccola squadra all’interno della squadra».

Subito in forma

La sua assenza, per fortuna del Lugano, è durata poco. Un problema muscolare rimediato a fine settembre lo ha tenuto lontano dal ghiaccio fino al derby del 18 ottobre. Un paio di settimane, insomma. Non ha perso le giuste sensazioni, il 30.enne zurighese. Che, è bello sottolinearlo, si esprime ormai in un italiano quasi perfetto. «Sì, mi sento in forma. Per fortuna l’infortunio non era troppo serio, sono rimasto fuori solo per tre partite. E durante la mia assenza van Pottelberghe ha fatto molto bene».

Ha fatto bene anche Schlegel, a Friburgo. Eppure – nonostante i soli 14 tiri del Gottéron – il disco è finito due volte alle sue spalle. Una situazione frustrante, per un portiere:

«Non direi che sia stata una serata frustrante per questo. Lo è stata invece la sconfitta in una partita in cui abbiamo giocato meglio dei nostri avversari. Siamo stati migliori di loro, abbiamo concesso poco e siamo stati più pericolosi del Gottéron. Il Friburgo ha tirato poco, ma il problema è da dove l’abbiamo lasciato tirare in occasione delle due reti subite. In generale, queste sono le situazioni in cui abbiamo dei margini di miglioramento, in fase difensiva: possiamo e dobbiamo concedere ancora meno nel nostro slot ed evitare le ripartenze, come accaduto in un paio di occasioni contro l’Ajoie. Ma ritengo che alla BCF Arena abbiamo disputato una buona partita: peccato per il risultato, che non rispecchia a mio avviso l’andamento dell’incontro».

A caccia del gol sporco

Lo si è già detto più volte e occorre ribadirlo: questo Lugano orfano di Thürkauf è ancora a caccia dei giusti equilibrio tra la fase difensiva e quella offensiva: «Non so se si tratti veramente di una questione di equilibri. In parte sì, ma davanti si tratta soprattutto di entrare maggiormente nella zona nevralgica del settore offensivo, dove ci sono più possibilità di rendersi davvero pericolosi. Davanti alla porta avversaria, per farla semplice. In ogni partita tiriamo tanto, ma bisogna analizzare da dove lo facciamo. Ed è importante che qualcuno sia sempre davanti all’estremo difensore avversario per coprirgli la visuale».

Non lo si è fatto abbastanza, alla BCF Arena e nelle altre trasferte andate male: «Ma siamo sulla strada giusta, si tratta di dettagli da aggiustare. Il nostro sistema è buono ed efficace, la squadra c’è. Manca davvero poco per effettuare un altro salto di qualità. Forse abbiamo bisogno di qualche gol sporco, utile per liberare un po’ la mente».

Tanti, ma uniti

Dopo il suo infortunio e quello che terrà fuori a lungo Joren van Pottelberghe, a Lugano è iniziato una sorta di valzer dei portieri: Remo Giovannini, Alessio Beglieri, Adam Huska. E in questi giorni con il Lugano si sta allenando Dominic Nyffeler. «Purtroppo gli infortuni accadono e il club ha dovuto muoversi dopo ciò che è accaduto a van Pottelberghe. Io non penso troppo a queste cose: se l’allenatore mi dice che tocca a me, io vado in pista con l’intenzione di dare il meglio di me stesso per aiutare la squadra ad avere successo. Allo stesso tempo, mi piace avere una bella intesa con l’altro portiere e con Paolo Della Bella, il nostro preparatore. Gli estremi difensori sono una piccola squadra all’interno della squadra: di sicuro in questo senso, quando si deve lavorare con tanti colleghi, come sta accadendo quest’anno, non è sempre evidente trovare la giusta chimica. Ora però la situazione è più chiara, anche se non sappiamo ancora se Dominic Nyffeler rimarrà con noi. Ma questo non è affatto un problema: conosco Dodo fin da quando eravamo bambini, è un ragazzo con un carattere molto positivo. E anche Joren, quando tornerà a Lugano per iniziare i suoi cicli di fisioterapia, ci darà sicuramente una mano».

La sfortuna di Joren

Già, van Pottelberghe. A Lugano sembrava rinato e il rapporto con Schlegel è stato ottimo fin di primi giorni: «Mi dispiace davvero tantissimo per Joren. Qui stava davvero ritrovando la gioia di giocare a hockey ed è un vero peccato che si sia fatto male. E soprattutto che debba rimanere a lungo fermo ai box. Lo abbiamo detto più volte entrambi: la nostra relazione è ottima, sia sul ghiaccio che fuori».

Dominic Nyffeler potrebbe diventare la nuova riserva di Schlegel: «È un portiere che può portare tanta esperienza, accumulata in squadre di primo piano della Swiss League, ma non solo: nelle breve parentesi a Ginevra, un paio di stagioni fa, aveva fatto molto bene. Di sicuro è un elemento che può darci una mano, anche se non so quale sarà alla fine la decisione della società. Su questo non posso ovviamente esprimermi. È un ragazzo tranquillo, come ho già detto ci conosciamo da una vita: nelle giovanili degli ZSC Lions ho giocato per tanti anni con suo fratello Melvin, l’attuale portiere del Rapperswil. Alla fine il mondo degli estremi difensori, in Svizzera, non è così vasto: ci conosciamo un po’ tutti, insomma».

L’importanza dei tifosi

Il Lugano torna alla Cornèr Arena, dove ha sempre vinto. In trasferta, invece, fa fatica: «Non è una questione di mentalità. Anzi, quando si gioca fuori casa si ha un po’ meno da perdere, in un certo senso. Ritengo che questa situazione faccia capire quanto sia importante il sostegno dei tifosi. In casa, davanti al pubblico amico che canta e ci spinge, si crea una dinamica molto positiva. Ma dobbiamo trovare il modo per ricominciare a vincere anche in trasferta».

Il campionato, intanto, è sempre più equilibrato: «Sì, me lo aspettavo così. Non sono sorpreso, insomma. È qualcosa di incredibile: basta un weekend senza punti per ritrovarsi nelle parti basse della classifica, mentre un paio di vittorie di fila ti permettono di essere tra le prime. Proprio per questo non bisogna perdere la testa, quando si perde una partita. Allo stesso tempo, sappiamo che ogni punto conquistato è pesante, considerando appunto l’equilibrio che regna. Ci attende una settimana con tre avversari tosti: Zugo in casa, Davos in trasferta e poi Losanna alla Cornèr Arena. In questo periodo sarà importante ottenere più punti possibili, anche per andare con serenità alla prima pausa di novembre consacrata alla nazionale».