Si fa presto a dire mercato
Si fa presto a dire mercato. Già, ci sono situazioni in cui chi ci capisce qualcosa è bravo. Ad Ambrì, per esempio, tra un paio di settimane sarà già tempo di scelte. Gli otto stranieri a disposizione di Cereda dovrebbero diventare sette. C’è Kodie Curran in scadenza di contratto e fino al 15 dicembre Dominik Kubalik potrebbe andarsene da un giorno all’altro. Ma con ogni probabilità non sarà né uno né l’altro a lasciare la Leventina. Il difensore canadese è troppo bravo, per l’attaccante ceco pare invece che non ci sia la fila, in NHL. Ed allora che si fa? Il primo indiziato a fare le valigie è Jonathan Ang, preso in primavera «per la sua duttilità, per una velocità fuori dal comune e per la sua voglia di riscatto dopo un anno difficile a Kloten». Il canadese, contro lo Zurigo, rischia seriamente l’ottava tribuna di fila. In un’altra azienda si parlerebbe di «quasi mobbing», in un club sportivo la si definisce come «una scelta difficile fatta per il bene del gruppo». Il Cere gli preferisce Jakob Lilja: 0 reti (come Ang), 1 assist (come Ang), -4 (come Ang). Ma in 10 partite. Forse Ang ha più mercato, ma chi ci capisce qualcosa è bravo.
A Lugano il mobbing non esiste, anche perché non è quasi più rimasto nessuno sul quale farlo. Tra passeggiate malandrine, scontri di gioco e discate sui denti, l’infermeria bianconera è già mezza piena. Senza Thürkauf si fatica a trovare la via della rete e dal cilindro chi ti esce? Un bel centro grande, grosso e con il fiuto del gol? Macché: Justin Schultz, un difensore. Offensivo, però. L’esatto opposto del terzino di importazione scelto qualche mese fa, quel Calle Dahström così difensivo che più difensivo non si può. Certo, ha un gran curriculum Schultz. Però come i suoi illustri – più o meno... – predecessori (Tennyson, Quenneville, Kempe), non gioca da diversi mesi. Alla Cornèr Arena, allora, incrociano le dita.E chi ci capisce qualcosa, è bravo.