Thürkauf: «Siamo nella palta, ora contano solo i fatti»
La sola idea di affrontare la capolista, la squadra più in forma del momento, dovrebbe darti la forza di spostare le montagne. A maggior ragione se hai tremendamente bisogno di punti. Invece il Lugano di Luca Gianinazzi, già imbottito di limiti strutturali e mentali, non ci mette più nemmeno quella roba lì. Chiamatela voglia, cattiveria, grinta, fame, emozione, orgoglio, disperazione. Come volete. I bianconeri, contro il Losanna, hanno mostrato poco o nulla di tutto ciò. Se non all’inizio del terzo tempo, con la gara ormai compromessa. L’illusorio 1-3 del solito Fazzini ha dato un po’ di brio ai padroni di casa, complice un Losanna troppo sicuro di sé. Ma nemmeno il pubblico della Cornèr Arena ha mai creduto nella rimonta. «È un miracolo», hanno cantato i tifosi della Nord dopo la rete del «Fazz», per poi riprendere i cori di protesta, fino all’autoironico «Non vinciamo mai».
Farsi del male
A lanciare - per così dire - la partita è stato subito un errore di Schlegel, che non riuscendo a fermare il disco dietro la porta ha originato l’1-0 di Riat. Da lì in poi, i vodesi hanno controllato il match senza forzare, trovando altre due reti facili nel periodo centrale, dopo che il Lugano era riuscito a buttare via 1’20’’ in 5 contro 3 e altri 2’ di superiorità semplice. Un power-play imbarazzante che ha dato inizio alle prime contestazioni. Particolarmente emblematici sono poi stati i fischi piovuti al 58’01’’, quando il Giana ha chiamato il «time-out» per organizzare un assalto finale che non c’è mai davvero stato.
Lo sconforto del capitano
Sempre più penultimo, domani sera il Lugano non potrà sbagliare la trasferta di Porrentruy. Le premesse non sono buone e anche l’Ajoie, a questo punto, può fare paura. Intanto, nello spogliatoio bianconero, c’è poca voglia di parlare. «Dobbiamo essere onesti, siamo nella m....», dice Calvin Thürkauf. «Abbiamo parlato abbastanza, ora è il momento di fare, di metterci la necessaria grinta».
Per Gianinazzi, la sconfitta non nasce da una mancanza di voglia: «Incassare subito gol per un incidente individuale, quando non sei in fiducia, ti blocca. I giocatori sono frustrati dalla situazione. Dopo 10 minuti abbiamo iniziato a giocare meglio, ma all’inizio del secondo tempo abbiamo preso di nuovo un gol che ci ha fatto male. Accusiamo troppi momenti in cui ci spegniamo. Ora dobbiamo urgentemente imparare a vivere nel presente».