Via Luca Gianinazzi e Hnat Domenichelli
Adesso è ufficiale: Luca Gianinazzi non è più l'allenatore dell'HC Lugano. Subentrato a Chris McSorley l'8 ottobre del 2022, il giovane tecnico ticinese, 32 anni compiuti il 1. gennaio, paga i pessimi risultati di questa stagione e il penultimo posto in classifica. Nella sua avventura alla guida della prima squadra, il «Giana» ha portato due volte i bianconeri ai quarti di finale, passando in entrambi i casi dall'anticamera dei pre-playoff/play-in. Si separano anche le strade dell'HCL e del direttore sportivo Hnat Domenichelli, in carica da cinque anni. Il nome dei sostituti sarà reso noto non appena le trattative si saranno concluse. Con Gianinazzi, sono stati esonerati anche i suoi assistenti Krister Cantoni e Calle Kaskinen.
In conferenza stampa, hanno preso la parola la presidente Vicky Mantegazza e il CEO Marco Werder.
«Quella presa ieri è una decisione che ci fa molto male, che ci rende tristi, anche sul piano umano», ha detto Vicky Mantegazza. «Più volte, durante la stagione, ci è sembrato di aver trovato la forza per riemergere. Dopo la sconfitta casalinga con il Friburgo, arrivata in un modo difficile da capire, la squadra non ha più dimostrato quella grinta e quel carattere che sono necessari nello sport. La situazione è così precipitata. Tutto il club ha creduto fermamente che Gianinazzi potesse essere il nostro allenatore per diversi anni. Luca è una persona competente, seria, preparata, un grande lavoratore, ma la squadra purtroppo è entrata in un buco nero e una decisione forte era necessaria. È un finale amaro, per il profondo legame tra il Giana e la società e per la forte volontà che avevamo, fino all'ultimo, di percorrere una strada diversa. Credevamo davvero nel Giana, lo abbiamo sostenuto fin dove abbiamo potuto, moralmente, dandogli anche il supporto tecnico di cui aveva bisogno. L'idea di andare avanti con lui fino alla fine, nonostante tutto, l'abbiamo avuta. Ma poi capita di sbattere contro un muro. Lugano è una piazza difficile, esigente. Abbiamo delle responsabilità nei confronti dei tifosi e non possiamo intestardirci. Non potevamo rischiare di andare a giocare un playout contro l'Ajoie con la squadra in queste condizioni». Vicky ha speso parole anche per Domenichelli: «Voglio ringraziare Hnat per il suo lavoro, sviluppatosi in stagioni difficili, con la pandemia, le sue conseguenze finanziarie, i cambiamenti importati avvenuti nel nostro hockey in questi anni e i tanti infortuni pesanti e imprevedibili. Il nostro ds non ha mai nascosto, dall'inizio, di legare il suo destino a Gianinazzi. È quindi logico che la sua collaborazione si concluda qui. Ma sono contenta che il nostro rapporto sia terminato in modo sereno e amichevole. La ricerca di un nuovo ds inizia da subito. Domenichelli ci darà una mano a livello amministrativo fino all'entrata in carica del suo sostituto». Un chiarimento anche sul futuro di Antti Törmänen: «Ci ha dato la sua disponibilità per continuare ad aiutarci in questo momento delicato. La sua malattia, purtroppo, non gli consente al momento di fare l'allenatore o il direttore sportivo, ma la sua esperienza, la sua sensibilità e la sua competenza sono state e saranno molto preziose per noi».
Il tempo delle analisi
«Le cose nello sport cambiano in fretta. Non riusciamo a spiegarci esattamente il motivo per cui oggi ci troviamo in questa situazione. È probabilmente una concatenazione di diversi fattori e a fine stagione analizzeremo la situazione», ha affermato Werder, che ha poi parlato di Gianinazzi: «Quando si ha la fortuna di avere un talento in casa, lo sviluppo richiede sempre tempo. Nel nostro caso, c'era un fortissimo desiderio di cambiare quello che è stato il nostro modus operandi per direi quasi vent'anni. Vi garantisco che prendere tempo e cambiare un modus operandi, cercando di avere pazienza nello sviluppo, richiede molta più forza ed energia che il semplice cambiamento. E di questo ci siamo resi conto, tutti insieme. Luca Gianinazzi era uno dei miei progetti, l'ho visto crescere nel settore giovanile. Non credo, col senno di poi, che abbiamo sbagliato a dargli un'opportunità. Ha dimostrato di essere in grado di guidare una squadra di National League. Ha fatto un ottimo lavoro nei suoi primi due anni. Dopo un buon inizio di questa stagione, i risultati non sono più stati soddisfacenti, ma vedevamo comunque segnali positivi. La partita persa in casa con il Friburgo, dopo i successi su Ambrì e Berna, ci ha però fatto riflettere. Lì abbiamo iniziato a pensare a una decisione forte. Sappiamo che questo, per il Giana, è un momento molto difficile. Ora gli serve un po' di calma, più in là penseremo a come potremo aiutarlo».
Il lavoro del ds è stato valutato così da Werder: «Domenichelli ha portato buoni giocatori, come Schlegel, Mirco Müller e Thürkauf. Alcuni stranieri non hanno reso secondo le aspettative. È difficile valutare il suo operato a caldo. In cinque anni, ha lavorato in un contesto in trasformazione del nostro hockey. Dopo aver discusso a lungo con lui della situazione attuale, abbiamo deciso insieme di separarci per favorire lo sviluppo futuro del club».
Mosse immediate
Non sono previste prese di posizioni per quanto riguarda i giocatori. «Si riparte da zero, con un nuovo allenatore, e tutti avranno una nuova opportunità di dimostrare il loro valore», afferma il CEO. Arriverà un nuovo straniero? «Difficile dirlo ora».
Per l'immediato futuro, la dirigenza sta cercando un allenatore che conduca la squadra fino a fine stagione. Le voci su Stefan Hedlund, coach svedese recentemente esonerato dal Rapperswil, non sono state commentate. «La lista di candidati è lunga». Ma venerdì contro il Davos dovrebbe già esserci un nuovo tecnico in panchina.
E la dirigenza?
Vicky Mantegazza ha anche risposto duramente a chi le ha chiesto se i rapporti di amicizia interni alla dirigenza possano aver condizionato alcuni errori di gestione: «Non sempre andiamo d'amore e d'accordo, ve lo assicuro. Per noi conta solo il bene dell'HCL».
Quali, allora, le colpe dei vertici societari? «Difficile dirlo ora, è tutto molto fresco», risponde Werder riferendosi al suo ruolo. «La nostra è un'organizzazione sana, stiamo facendo un gran lavoro a tutto tondo. Ma restiamo un'organizzazione sportiva e quando la squadra non funziona, questo si ripercuote su tutto il resto. In questa stagione abbiamo voluto mettere l'accento in maniera particolare sulla forza del gruppo, dando degli input in questo senso. Ho però la sensazione che questo gruppo vada quasi troppo d'accordo e che nessuno abbia avuto il coraggio o la forza di essere anche critico, di essere duro con gli altri. Con il senno di poi, li abbiamo spinti ad essere troppo amici e uniti. A volte qualche scontro aiuta. E in questo gruppo è mancato. Come società, a fine stagione dovremo analizzare attentamente il nostro operato».
Vicky Mantegazza ha concluso così il suo intervento: «Mi voglio scusare con i tifosi, so che li stiamo deludendo. Sono stata presente in maniera diversa dopo la scomparsa di mio padre. Sono finita in un vortice e non ho neanche avuto il tempo di elaborare il lutto. Ne porto ancora le ferite. Non voglio cercare scuse, ma è così che mi sono sentita. Con tutte le mie forze, continuo a lavorare per il bene di questo club che amo. L'importante nello sport è rialzarsi sempre e cercheremo di farlo anche stavolta. Chiedo ai tifosi, anche quelli arrabbiati con la dirigenza, di stare almeno vicini alla squadra, che ne ha bisogno».
Marco Werder ha ammesso di essere preoccupato dalla disaffezione dei tifosi: «Ma siamo anche convinti che facendo bene, i tifosi torneranno, come è sempre successo. Lugano è una piazza difficile. Gli amici del calcio stanno facendo bene e adesso si meritano il seguito che hanno».