Automobilismo

La Formula 1 è al giro di boa, che aria tira nel paddock?

Il massimo campionato si è messo alle spalle 12 dei 24 GP in calendario, tastiamo dunque il polso della situazione, tra favoriti e colpi di mercato
La preoccupazione di Perez che non è certo rimarrà in Red Bull anche l'anno prossimo. ©Alessio Marini/IPA Sport / ipa-a
Maddalena Buila
10.07.2024 06:00

Siamo esattamente a metà. Dopo Silverstone, ci siamo messi alle spalle dodici Gran Premi dei ventiquattro in programma. Altri dodici sono dunque ancora tutti da scoprire. Mancano solo l’Ungheria e il Belgio – in calendario rispettivamente il 21 e il 28 luglio –, poi anche i piloti di F1 potranno godersi un mesetto di tuffi al mare. È quindi tempo di fare il punto su ciò che è accaduto recentemente nel paddock, nonché di stilare un primo bilancio di questa stagione 2024.

Nel massimo campionato delle quattro ruote, si sa, i metaforici terremoti non mancano mai. Talvolta l’epicentro è rappresentato da un piccolo diverbio o una qualche scaramuccia, che poi però il fandom della F1 – ormai diventato estremamente numeroso e variegato – riesce a tramutare in un melodramma senza fine. Basti pensare a quanto accaduto sulla pista austriaca tra Lando Norris e Max Verstappen. Un duello appassionante quello tra i due piloti, che è subito stato tramutato in un affare di stato. L’amicizia tra il gioiello della McLaren e quello della Red Bull sarebbe sopravvissuta nonostante “l’incidente”? Chi lo sa. E in realtà non è neanche un aspetto a cui dare troppa importanza. Ma ormai il mondo delle quattro ruote vive anche, e per molti soprattutto, di questo. Nulla togliere al peso di quanto successo in pista, sia ben chiaro, ma l’eco che l’evento ha avuto è stato forse fin troppo eccessivo.

Tra gioie e dolori

A questo giro, comunque, preferiamo fare luce sui terremoti di magnitudo decisamente maggiore che si sono registrati durante il weekend di Silverstone. Inutile ribadire che questo GP verrà per sempre ricordato per il ritorno alla vittoria, dopo 945 giorni di digiuno, di Sir Lewis Hamilton. Ma già tanto si è detto del commovente trionfo casalingo del britannico, dunque non ci dilungheremo ulteriormente. Parleremo piuttosto del mercato dei piloti e di come si sia nuovamente spalancato durante il fine settimana in terra inglese.

Neanche il tempo di accendere i motori e la Haas ha sganciato la prima bomba, annunciando l’ingaggio del giovane pilota della Ferrari Ollie Bearman per il 2025. Il team americano è infatti rimasto impressionato dalle prestazioni del 19.enne di Chelmsford sin da quando ha preso parte a una sessione di FP1 per esordienti in Messico l’anno scorso. Da lì è iniziato il flirt, conclusosi in matrimonio proprio qualche giorno fa e decretando così il primo nuovo grande ingaggio in F1 per il prossimo anno.

Da chi ride a chi piange. Già, perché se il giovanotto britannico può stappare lo champagne pensando al 2025, sentir parlare dello stesso anno sta facendo venire il voltastomaco al messicano della Red Bull. Nonostante l’offerta di un nuovo contratto, ai fini di togliergli un po’ di pressione, Sergio Pérez continua infatti a faticare enormemente sia in qualifica sia in gara. E ora il suo sedile è davvero in pericolo. A scalpitare è invece Liam Lawson, che domani farà un test sulla RB20. Quanto questo potrà influenzare le cose? Beh, pensate che il test di pneumatici di Silverstone dello scorso aveva convinto proprio la Red Bull a puntare su Daniel Ricciardo al posto di Nyck de Vries in AlphaTauri. Ma c’è di più. Il contratto di Pérez, infatti, include delle clausole sul rendimento, che potrebbero consentire alla squadra austriaca di sostituirlo già quest’anno. Ad aggiungere ulteriore pressione sul messicano ci ha poi pensato il team principal Christian Horner, che in un’intervista rilasciata in terra britannica ha sentenziato: «Abbiamo disperatamente bisogno che entrambe le nostre Red Bull rispondano presente». Saremo solo a metà stagione, ma il mercato sta già raggiungendo temperature altissime.

La Rossa stupisce ancora

L’ultimo scossone è arrivato sui titoli di coda del GP di Silverstone. In casa Ferrari, è storia di qualche ora fa, ha infatti fatto i bagagli il direttore tecnico Enrico Cardile. Il 49.enne di Arezzo ha dato le dimissioni dopo i recenti brutti risultati del Cavallino e il buco nell’acqua rimediato in seguito agli aggiornamenti introdotti a Barcellona sulla SF-24. Cardile volerà in Aston Martin, e questo non è niente di nuovo sotto il sole, ma fa pensare il fatto che saluti già ora, dopo quasi due decenni di collaborazione e dopo gli sforzi proclamati dalla Rossa di voler creare un ambiente solido e coeso a Maranello. A prendere il suo posto sarà probabilmente Loic Serra, che approderà però in Ferrari solo il primo ottobre. Ma attenzione, il francese non ha mai ricoperto il ruolo di direttore tecnico. I fan del Cavallino continuano dunque a sperare che sarà il genio Adrian Newey il vero successore di Cardile. Per il momento, la direzione tecnica verrà gestita ad interim dal team principal Fred Vasseur. Le nuvole sopra Maranello non vogliono dunque diradarsi. E il tempo stringe. Non sia mai che a inizio 2025, quando si aprirà l’era di Hamilton in rosso, il campione britannico si ritrovi senza una guida tecnica.

I quattro pretendenti

Chiudiamo infine con un breve bilancio al giro di boa. Beh, in realtà c’è poco da dire. Su dodici Gran Premi, la bellezza di sette sono finiti nelle mani di Verstappen, che guida saldamente la classifica piloti a quota 255 punti. L’amico (nemico?) Lando Norris è secondo, ma dista ben 84 lunghezze. Il 2024 incoronerà per la quarta volta consecutiva l’olandese? Probabile. Ciononostante, questa stagione si sta rivelando molto più intrigante di quelle recentemente conclusesi. La Red Bull sembra comunque viaggiare con una marcia in più – parliamo di quella guidata dal campione del mondo in carica, intendiamoci –, ma Ferrari, McLaren e Mercedes sono lì, pronte a dar battaglia. E allora siamo pronti anche noi a farci stupire dalle prossime 12 tappe, condite dai colpi - magari anche clamorosi - di mercato.

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