La nuova vita di Andjelkovic: «In Prima Lega prendo più botte»

La scorsa estate, annunciando l’addio al basket di alto livello e alla sua amata SAM, Daniel Andjelkovic aveva sorpreso tutti. Sceso di due categorie per dare man forte ai Denti della Vecchia in Prima Lega, oggi l’ex capitano massagnese è sicuro di aver fatto la scelta giusta: «Mentirei se dicessi che all’inizio la LNA e la SAM non mi sono mancate. La mia routine è stata scombussolata. Per 12 anni mi sono allenato tutti i giorni in un contesto semi-professionistico. Oggi mi alleno tre volte alla settimana, non vedo un campo in parquet da mesi e affronto avversari che prevedono al massimo due o tre schemi. Però mi sto divertendo molto. Avevo bisogno di ritrovare un equilibrio fisico e mentale. Lo richiedevano i miei impegni lavorativi. Ai DDV sono stato accolto da un bellissimo gruppo, in cui conoscevo già tutti».
Il piacere di segnare
Con 26,6 punti di media a partita, Daniel è il miglior marcatore del campionato. Nelle ultime stagioni in LNA, tra un serio infortunio e l’altro, si era messo in evidenza soprattutto per le sue doti difensive: «Qui ho ritrovato il piacere di segnare, continuando a dare il massimo anche nella mia metà campo. È tutto più semplice, ma non sono diventato un egoista mangia palloni. Resto il giocatore generoso che credo di essere sempre stato. Mi piace coinvolgere i compagni. Gioco di più, per cui devo gestire le energie. Se ogni tanto mi concedo un paio di minuti per camminare in campo, non mi urla dietro nessuno. Basta farlo con intelligenza».
Con i suoi 199 cm, in Prima Lega Daniel può colpire anche nel ruolo di centro. «Faccio ciò che serve alla squadra: pivot, ala grande, ala piccola, guardia. Tutto tranne il playmaker, visto che non so palleggiare (ride, ndr.). Avevo già giocato in questa categoria una dozzina di anni fa e ho subito notato l’abbassamento del livello. Mancano giocatori di una certa stazza e il gap con la LNB e la LNA si è allargato. Paradossalmente, però, adesso prendo molte più botte rispetto a quando giocavo nel massimo campionato. È un po’ lo stile delle leghe minori: c’è un arbitro in meno e si lascia correre di più. Dopo ogni partita, torno a casa con i lividi».
Forse Andjelkovic è preso di mira per il suo stato di superstar. «Non credo, anzi, ho avuto l’impressione che in Svizzera tedesca non mi conoscesse quasi nessuno. Del resto, anche ai DDV non vengo visto come quello che arriva dalla Serie A per dettare legge, ma come un giocatore d’esperienza che può aiutare i più giovani. Questo è forse l’aspetto che preferisco. Anche il nostro allenatore, Cristel Quidome, ama confrontarsi con me».
Tra un derby e l’altro
L’affiatamento dei Ducks - così si chiama la squadra dei DDV - si traduce nel primo posto nel Gruppo Est, con 24 punti in 13 partite. A due lunghezze c’è la SAV Vacallo di un altro ex massagnese, Patrik Kovac. I Lugano Tigers U23 sono quarti con 18 punti. Proprio i bianconeri, però, hanno inflitto l’unica sconfitta in campionato a Daniel e compagni: «È stata una bella partita, mi sono divertito. Il Lugano ha schierato anche Massimiliano Dell’Acqua, che si sta facendo valere in LNA a suon di punti. A fine partita, nonostante il k.o., non ero deluso. Anzi, sono convinto che quella sconfitta ci tornerà molto utile nella nostra strada verso l’obiettivo delle Final Four. Vincendo sempre ci si crede imbattibili e ci si adagia. Così, invece, siamo stati costretti a trovare delle soluzioni affinché gli errori non si ripetano».
In autunno, i DDV hanno anche affrontato la prima squadra dei Lugano Tigers nei sedicesimi di Coppa Svizzera: «Eravamo tutti emozionati e questo ci ha un po’ condizionati nel gioco. Però è stata una bella festa per il nostro piccolo club».
Nei Ducks gioca anche Francesco Veri, pure lui arrivato la scorsa estate dalla SAM, dove scendeva in campo col contagocce: «All’inizio ha faticato un po’, come è normale che fosse dopo 5 anni di panchina. Alla terza-quarta partita, però, gli è esplosa la mano. Lo vedo giocare con un sorriso che non finisce più e questo mi rende ancora più felice di essere qui», dice Andjelkovic, confidandoci che alla SAM pensa ancora: «Quando posso, vado a vederla. Mi è dispiaciuto per le sconfitte nelle coppe. Non lo nego, avrei voluto essere lì con loro».