Calcio

La Super League ha paura dei playoff, il Belgio addirittura li rilancia

Dalla prossima stagione, la Jupiler Pro League rinnoverà ancora il suo formato - Danijel Milicevic, viceallenatore del Gent: «Qui l’evoluzione è stata positiva, trovo un peccato la rinuncia della Svizzera»
La festa dell’Anversa, fresco campione del Belgio dopo un digiuno durato oltre sessant’anni. © REUTERS/JAMES GEKIERE
Massimo Solari
14.06.2023 22:06

Non abbiamo mai fatto così bene in Europa. E le nostre competizioni non erano mai state così appassionanti sino all’ultimo turno». La riflessione potrebbe benissimo sposarsi con le stagioni di Super e Challenge League appena consegnate allo storia. A gongolare, invece, è Lorin Parys, CEO della Pro League belga, corrispettiva della nostra Swiss Football League. A laurearsi campione del Belgio al termine dei folli novanta minuti conclusivi è stato l’Anversa, a digiuno di scudetti addirittura dal 1957. Genk e Union Saint-Gilloise - virtualmente in testa per alcuni minuti - si sono arrese per un misero punto. Di qui il pensiero al massimo campionato svizzero, con la lotta per i piazzamenti europei che ha coinvolto due terzi delle formazioni sino al tramonto del torneo, ma altresì alla Challenge League, teatro di una vibrante rincorsa ai primi tre posti. Tutto molto bello. Su entrambi fronti. Ma, allora, come mai cambiare?

«Un modello che stimola tutti»

Sì, perché nel 2023-24 sia la Jupiler Pro League, sia la Super League si affideranno a un nuovo formato. Oddio, nuovo. Qui, il cosiddetto «modello scozzese» - voluto a seguito dell’allargamento a dodici club - riporterà in auge la vecchia formula Rumo: dopo 33 turni la classifica verrà infatti divisa in due, delegando ad altri cinque turni il compito di dipanare la corsa al titolo (tra le prime sei) e quella per il mantenimento della categoria (dal sesto al dodicesimo rango). «In Belgio per contro si tornerà a 16 squadre, dopo che l’avvento della pandemia aveva imposto - complice un ricorso - tre campionati con 18 compagini al via». A parlare è Danijel Milicevic, viceallenatore del Gent con cui da giocatore - tra il 2014 e il 2018 - aveva vinto un campionato, una Supercoppa e preso parte pure alla Champions League, firmando tre reti. Il 37.enne, nato e cresciuto in Ticino, sbarcò in Belgio - sponda Eupen - in occasione di una piccola, grande rivoluzione. «Proprio nel 2009 si passò a 16 squadre e vennero introdotti i playoff» rammenta. «Da allora, il calcio belga è progredito sotto più punti di vista. Competitività, spettacolo, seguito e soprattutto e sviluppo di giovani talenti. I playoff si sono trasformati in un pungolo per tante società, non solo quelle storiche». Anderlecht, Bruges e Standard Liegi per intenderci. A spezzare l’egemonia di queste grandi realtà, negli ultimi quattordici anni, sono state non a caso Genk, Gent e - dicevamo - Anversa. «Chi disputa i playoff per il titolo gioca in fasce orarie più attrattive e di riflesso incassa più soldi dai diritti tv» sottolinea Milicevic. I biglietti in palio per l’Europa fanno il resto. «Anche perché il girone finale, che negli anni ha accolto dai sei ai quattro club, diventa anche una vetrina per molti scout. E, va da sé, tutti vogliono parteciparvi per mettersi in mostra».

Il rovescio della medaglia

E chi non fa parte di questo ristretto numero di eletti? «Può comunque giocarsi l’accesso alle competizioni europee, chiudendo in testa il playoff riservato alle altre formazioni» indica «Mili», oltre cento gettoni anche tra Lugano e Yverdon. Nelle ultime stagioni, invero, a poter inseguire l’obiettivo continentale dopo la prima fase del campionato sono state solo le squadre piazzate dal 5. all’8. posto. Le altre, tolta la spareggista per non retrocedere, hanno visto il torneo chiudersi anzitempo. Il Gent di Milicevic, al proposito, ha chiuso quinto e - complice il successo dell’Anversa in Coppa -ha potuto strappare l’ultimo ticket europeo senza doversi misurare con la quarta forza del Paese. «Dall’anno prossimo le cose cambieranno un po’, è vero, e i playoff potrebbero presentare il rovescio della medaglia» ammette. Nel dettaglio - vedi anche il grafico sopra - la quarta classificata dei playoff per il titolo se la vedrà con la prima del cosiddetto playoff per l’Europa. Ipoteticamente, grazie altresì ai punti dimezzati, potrebbe spuntarla persino chi chiude al 12. rango le prime 30 giornate. Pazzesco. Con tutte le conseguenze del caso, in termini meritocratici, per la quinta e la sesta, scavalcate per mezzo della grande novità del nuovo formato: una finale. «Il buon ranking del Belgio e la variabile della Coppa dovrebbero però includere nelle competizioni europee pure il 5. classificato» precisa Milicevic. I club della SFL, qualcosa di molto simile, lo ha gettato alle ortiche dopo averlo accettato in un primo momento. «E francamente lo trovo un peccato» conclude il viceallenatore del Gent: «Dopotutto Belgio e Svizzera hanno campionati molto simili per bacino e potenziale. E, suggerivo, qui il coraggio di osare e rinnovare è stato premiato».