Calcio

La Svizzera che verrà, tra rapporti di forza e incognite inevitabili

Per quanto enorme, la consapevolezza del presente dovrà fare i conti con molteplici incognite – Sul rettangolo verde e a bordo campo – Il rinnovo (o meno) di Murat Yakin costituisce il primo, importante nodo da sciogliere
Massimo Solari
08.07.2024 06:00

Vorremmo rivederli in campo subito. Belli e convincenti. Persino eroici. Lo vorremmo fortemente perché Euro 2024 ha ribaltato il paradigma. Per battere l’Inghilterra e riscrivere la storia, la Svizzera – questa Svizzera – non avrebbe infatti necessitato di dieci partite. No, semmai è vero il contrario. Rigiocato altre nove volte, il quarto di finale di Düsseldorf avrebbe probabilmente sempre sorriso alla squadra rossocrociata. La squadra più forte. La squadra migliore. Perciò continuiamo a scuotere la testa, tristi, per la clamorosa occasione sciupata. Sciupata, è doveroso sottolinearlo, ben prima della crudele appendice dei calci di rigore.

Il desiderio di tenere in vita le ambizioni di Xhaka e compagni, e il sogno regalato a un intero Paese, si scontra però con l’incertezza del domani. Per quanto enorme, la consapevolezza del presente dovrà fare i conti con molteplici incognite. Sul rettangolo verde e a bordo campo. Il rinnovo (o meno) di Murat Yakin costituisce il primo, importante nodo da scogliere. Perdere il commissario tecnico che ha incantato il torneo continentale? Anche solo immaginarlo, oggi, appare una follia. Eppure, le prestazioni fornite dalla Nazionale hanno rimescolato le carte che solo lo scorso dicembre erano state distribuite alla rinfusa sul tavolo.

Nel giro di sei mesi chi guida la Svizzera ha riconquistato autorevolezza e autorità. E così, da elemento quasi di disturbo, Yakin è diventato il selezionatore imprescindibile. Capace di unire una proposta di gioco matura e moderna ai risultati. Capace, e non era scontato, di riportare leader e spogliatoio dalla sua parte. In questo modo, però, il 49.enne renano è diventato un nome appetibile. Oltre che il tecnico che più di tutti ha saputo spingere la Nazionale verso una semifinale di un grande torneo. «Muri», dunque, ha sia il coltello dalla parte del manico, sia tanto da perdere. E quindi è grande la curiosità circa le intenzioni del diretto interessato e la disponibilità dell’ASF di piegarsi al volere del principale vincitore del nostro Europeo.

Durante la conferenza stampa di bilancio consumatasi ieri a Stoccarda, al proposito, non è passata inosservata la freddezza con cui Yakin e il direttore delle squadre nazionali Pierluigi Tami si sono spalleggiati. Non un cenno d’intesa. Non un abbraccio, metaforico o reale. La sensazione, insomma, è che per rilanciare il mandato del ct i rapporti di forza andranno ulteriormente modellati. Senza strappi, beninteso. Antipatie e ruggini a parte, nei panni di selezionatore Yakin si trova comodo comodo. Figuriamoci se - come preventivabile - a essere ritoccato verso l’alto sarà pure il suo salario. L’allenatore rossocrociato, tuttavia, ha ora una reputazione da difendere. Detto altrimenti, Murat sarà chiamato a evitare quella forma di appagamento e passività che lo aveva messo in cattiva luce dopo l’entusiasmante qualificazione ai Mondiali in Qatar.

La sfida più complicata, ad ogni modo, interessa la rosa elvetica. Salutiamo la Germania con un collettivo intriso di personalità e qualità individuali. Soprattutto la prima componente, però, potrebbe venire logorata già nel breve termine. Vero, la prossima Coppa del Mondo è in agenda fra due anni, quando non è escluso che si possa contare ancora sui vari Xhaka, Schär, e mettiamoci pure Rodriguez e Freuler. Ma che l’apice di questi validi giocatori - con la maglia della Nazionale - sia stato toccato proprio nelle ultime tre settimane è più che un sospetto. È un dato di fatto oggettivo. Perciò proviamo malinconia, soggetti come migliaia di tifosi a una brusca forma di distacco. Vorremmo che i nostri campioni tornassero subito in campo, riprendendo il destino e la gloria fra le mani. Ma temiamo che una costellazione del genere non si ripresenterà per molto tempo.

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