Calcio

La Svizzera rimane avvolta dalla nebbia

La Nations League dei rossocrociati prosegue senza vittorie, complice il 2-2 di San Gallo con la Danimarca - Due volte in vantaggio nel punteggio, Xhaka e compagni pagano a caro prezzo ingenuità individuali e soprattutto l'instabilità difensiva - La sconfitta della Serbia tiene però in vita le speranze elvetiche di evitare la retrocessione
©Reuters/Stefan Wermuth
Massimo Solari
15.10.2024 23:43

Il pubblico di San Gallo si è divertito. Ha accompagnato i sapori e il folclore dell’OLMA con un dessert sfizioso. E, dopo aver omaggiato le carriere in Nazionale di Sommer, Schär e Shaqiri, ha pure festeggiato l’esordio del beniamino Christian Witzig. Già, peccato che la Svizzera non sia riuscita a lasciare il kybunpark a pancia piena. Contro la Danimarca è arrivato il primo punto della Nations League 2024-25, ma ai rossocrociati serviva come il pane la vittoria. Non l’ennesima portata carica di rimpianti, considerata l’incapacità di gestire due volte il vantaggio.

La netta sconfitta della Serbia in Spagna ci tiene ancora in vita. Sì, perché il terzo posto - sinonimo di spareggio con le seconde della Lega B e non di retrocessione diretta - rimane possibile. Per gli uomini di Murat Yakin, tuttavia, la finestra internazionale di ottobre si chiude fra i dubbi e un pizzico di frustrazione per un altro risultato indigesto.

Con la difesa a quattro

Dopo la mortificante sconfitta di Leskovac, il ct ha cercato di smuovere le acque. Complice la squalifica di Widmer, si è tornati a quattro in difesa, con Rodriguez e Aebischer che hanno lasciato il posto a Garcia e Fernandes. Davanti, per contro, Embolo è stato supportato addirittura da tre uomini: Amdouni, Rieder e Ndoye. Come è andata? Beh, se sul piano della vivacità offensiva si sono registrati dei progressi, in retrovia la Svizzera ha ballato davvero tanto. Veloce, scaltra e spietata, la Danimarca non ha esitato ad approfittare di spazi ed esitazioni dei singoli. Il tutto, suggerivamo, raddrizzando due volte il match. Il primo a colpire e a mostrare la via era stato Freuler, bravo ad avventarsi su uno dei tanti traversoni pericolosi di Fernandes. Tutto molto bello ed eccitante. Finalmente. Ma a esultare, nemmeno sessanta secondi più tardi, è stato pure Isaksen, lesto nel tramutare in oro il genio di Eriksen. E la rete danese, in fondo, ha sintetizzato il momento infelice dei rossocrociati, con capitan Xhaka incredibilmente ingenuo nel lasciare campo libero al centrocampista dello United, prima che Elvedi si facesse beffare alle spalle.

E comunque vulnerabili

Il rigore trasformato da Amdouni a un amen dalla pausa avrebbe dovuto costituire un’assicurazione sulla vita. Da un lato rasserenando una squadra che solo sabato aveva combinato un mezzo pasticcio proprio dal dischetto. Dall’altro invitando Yakin a miti consigli e a una ripresa più abbottonata sul piano difensivo. Macché. Non che la Svizzera abbia panicato o perso il controllo. No. Ma il 2-2 firmato da Eriksen ha punito di nuovo una formazione troppo sfilacciata tra un reparto e l’altro. Una formazione vulnerabile. Il 3-2 annullato ad Amdouni, dopo che il calcio d’angolo di Ugrinic aveva superato la linea di fondo, ha reso solo più amara la pillola per lo spogliatoio rossocrociato. Certo, il pubblico di San Gallo ha vissuto una gara a tratti spumeggiante. Ma sul kybunpark, dopo la mezz’ora, è scesa pure la nebbia. E la Svizzera ne è rimasta avvolta.

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