Hockey

L’Ambrì si sveglia in tempo e rovina la festa ai Rockets

I leventinesi, sotto di due reti fino al 53’30’’, hanno ribaltato l’amichevole con i motivatissimi bellinzonesi – In una gara contrassegnata da qualche scaramuccia, si sono messi in luce diversi giovani – Terraneo: «Ogni gara è importante per mettersi in mostra, il mio obiettivo è essere nei primi 8 difensori biancoblù»
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Fernando Lavezzo
18.08.2023 23:11

Alla faccia della partitella in famiglia in piena canicola. Motivatissimi a ben figurare contro il fratello maggiore Ambrì, i Rockets hanno sfiorato una piccola impresa, quella di vincere il loro primo derby in otto anni di amichevoli estive contro biancoblù e bianconeri. C’è mancato poco. Avanti 3 a 1 fino al 53’30’’, i bellinzonesi sono stati ribaltati nel finale dai biancoblù, ripresisi improvvisamente dal loro torpore (e nervosismo) anche grazie a un paio di power-play.

Nella pista della Turrita si è visto di tutto. In particolare attorno alla mezz’ora, dopo la terza rete dei padroni di casa: una bagarre tra Fohrler e Montandon, poi un’altra ancora più intensa tra Douay e Tedoldi (costata a entrambi una penalità di partita), quindi gli insulti della curva leventinese al coach del loro «partner team», Raffaele Sannitz, reo di aver trascorso una vita a Lugano.

La fame di Simone

Luca Cereda, pensando anche alla sfida di domani sera a Rapperswil (ore 19.00), ha lasciato in tribuna alcuni grossi calibri: Heed, Virtanen, Lilja, Pestoni e Zwerger. Per quel che conta in agosto, a pesare sul gioco è stata soprattutto l’assenza dei due playmaker difensivi. Deludente l’attitudine di alcuni titolari, ad immagine di Spacek. A mettersi in luce sono stati i giovani Brüschweiler, Landry, De Luca e Terraneo. Quest’ultimo è stato decisivo con due assist nel finale: «Nel primo tempo i Rockets hanno avuto più fame di noi e anche nel secondo non siamo riusciti a rialzare del tutto la testa. Nel terzo periodo, però, abbiamo avuto una reazione che fa bene al morale del gruppo», dice Simone, 19 anni compiuti a fine giugno. Il Nazionale U20 sta lottando per conquistarsi un posto in squadra: «Il mio obiettivo è essere nei primi 7-8 difensori dell’Ambrì. Lo vogliono tutti, certo, ma credo che questa concorrenza possa farci soltanto bene». La gran voglia di imporsi dei numerosi «prospect» biancoblù è chiaramente emersa ieri sera. Si è vista in quelli impiegati dal Cere, ma anche nei vari Hedlund, Marha e Demuth, schierati dai Rockets: «Per noi giovani era effettivamente una partita importante», ci conferma Terraneo. «Ogni occasione è preziosa per mostrare quello che sappiamo fare. Personalmente, vedo questa stagione come il vero punto di partenza per entrare in una nuova dimensione. L’anno scorso, tra U20 e Rockets, ho avuto tanto ghiaccio e questo mi ha fatto crescere. Ho guadagnato fiducia con il disco. Ora ho la fortuna di allenarmi ogni giorno con grandi giocatori quali Heed e Virtanen, due dei migliori difensori della lega, dai quali cerco di imparare il più possibile. Anche se il mio idolo è Roman Josi, una fonte di ispirazione».

La nuova sfida di Incir

Quella di stasera è stata una partita speciale anche per Patrick Incir, ex biancoblù, ora sotto contratto con i Rockets dopo una stagione in Prima Lega con i GDT: «Nell’estate del 2022 pensavo di ritirarmi, ma a Bellinzona ho trovato un gruppo fantastico e così ho continuato. La passione è sempre rimasta intatta e anche i risultati sono stati positivi. Quest’anno si è presentata l’occasione di ritornare in Swiss League ed eccomi qui. La mia storia è fatta di alti e bassi, ora so di poter dare una mano a tanti giovani. Con l’Ambrì siamo stati bravi. Complice la stanchezza,  non siamo riusciti a difendere il vantaggio. Ma il modo in cui abbiamo giocato ci dà fiducia».

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