Hockey

L’analisi del Giana: «Volevamo essere dappertutto, ma non eravamo da nessuna parte»

Le parole dell’allenatore bianconero dopo la netta sconfitta in gara-1 a Friburgo: «Prestazione insufficiente, eravamo lenti, ora ognuno deve guardarsi allo specchio e capire come può aiutare la squadra»
Fernando Lavezzo
17.03.2024 10:30

Non c’è tempo da perdere. Oggi a mezzogiorno il Lugano tornerà al lavoro per preparare la seconda partita dei quarti di finale con il Gottéron, in programma domani sera alla Cornèr Arena. Rientrata da Friburgo alle 2.30 della notte, la squadra di Luca Gianinazzi ha avuto poche ore per metabolizzare il 6-2 incassato in gara-1. Una sconfitta netta e inappellabile. «C’è poco da salvare, forse nulla», ci ha confermato il coach bianconero prima di lasciare la BCF Arena. Tanti i meriti dei burgundi, ma anche i demeriti dei bianconeri: «È sempre difficile quantificare gli uni e gli altri», ha spiegato il Giana: «Non sono sorpreso di aver trovato un ottimo Friburgo. Non ha chiuso la regular season al secondo posto per caso e in gara-1 ha mostrato il perché. Noi, invece, non abbiamo fatto abbastanza per sperare di portare a casa un risultato migliore. La nostra velocità di esecuzione non è stata sufficiente. E lo stesso vale per il gioco senza disco e il supporto tra compagni: il secondo uomo del Gottéron arrivava sempre prima del nostro. Quando sei così lento, non hai nessuna chance contro un avversario così forte».

L’allenatore ticinese dovrà essere bravo a toccare le corde giuste per rilanciare la sua squadra: «A mente più fredda sarà importante analizzare quanto è successo nella prima sfida, cercando poi le giuste contromisure. Ognuno deve guardarsi nello specchio e capire cosa può fare meglio rispetto a sabato sera per aiutare maggiormente la squadra. Non credo che sia stato un problema di motivazione. Eravamo lenti, in attacco e in difesa. Questo, a volte, capita quando sei troppo carico. Se fai troppo, diventa controproducente. Vuoi essere dappertutto, ma finisci per non essere da nessuna parte. Ci è successo proprio questo. Non eravamo nel nostro sistema, nel nostro gioco».

L’unico momento positivo di gara-1 è stato l’estemporaneo pareggio di Fazzini al 19’28’’. Appena 18 secondi dopo, però, è arrivato il nuovo vantaggio firmato da Wallmark: «È stato un episodio chiave della partita. Se fossimo andati alla prima pausa sull’1-1, forse avremmo visto un altro tipo di partita. Quei momenti vanno gestiti decisamente meglio, soprattutto in partite così importanti».

Al contrario di quella bianconera, la prima linea del Friburgo ha fatto la differenza con le doppiette di Sörensen e Wallmark. Come fermarla? «Sarà una delle cose a cui pensare nelle prossime ore. Dovremo trovare una soluzione. I due svedesi e Mottet sono tre attaccanti molto forti, di qualità, capaci di creare gioco offensivo in qualsiasi situazione e di sfruttare ogni chance che gli viene concessa. Lo hanno fatto tutto l’anno, non è una novità. Sta a noi trovare il modo di neutralizzarli, anche se non sarà facile trovare la soluzione giusta».

Sarà interessante capire se in vista di domani lo staff tecnico bianconero metterà nuovamente mano al line-up. Niklas Schlegel, in panchina ieri, è nuovamente a disposizione. Sarebbe stato forse utile ridargli un po’ di ritmo schierandolo nel terzo tempo di ieri, con la partita saldamente nelle mani di Sprunger e compagni, ma Gianinazzi ha fatto una scelta diversa: «Siamo reduci da una rimonta ad Ambrì, in cui abbiamo recuperato quattro reti. La priorità nel terzo tempo della BCF Arena, iniziato sotto per 4-1, era dunque quella di provare a rientrare. Hai una sola chance per vincere gara-1, e noi ci abbiamo provato fino all’ultima sirena, togliendo anche il portiere con largo anticipo sul 5-2».

Ha sorpreso un po’ tutti vedere in pista i due fratelli Montandon, arrivati da Sierre con una licenza B: «Abbiamo avuto abbastanza tempo per provarli in allenamento. Arnaud è un attaccante molto bravo davanti alla porta; è lì che può darci una mano, soprattutto in power-play. In questo senso, ha già mostrato cose interessanti. Maxime è un difensore dal grande fisico, col bastone molto lungo, bravo difensivamente e nel primo passaggio. Abbiamo bisogno di tutti. La nostra rosa è profonda, con tante alternative, e se vogliamo prolungare il più possibile questi playoff ognuno deve dare il suo contributo».

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