Le nuove regole della WADA eviteranno altri «casi Sinner»?
Che piaccia oppure no, ogni disciplina sportiva viene, a scadenze regolari, associata al mondo del doping. Con il caso eclatante di Maria Sharapova, prima, e la tanto controversa e discussa vicenda legata a Simona Halep, poi, il tennis in tempi recenti è stato preso in causa in maniera particolare e nel 2024 - dove a essere invischiati sono stati i volti più noti dei due circuiti, ossia Swiatek e Sinner - si è raggiunto il picco di interazioni. Nel corso degli ultimi giorni, allora - in seguito all’incontro tra il Comitato Esecutivo e il Consiglio Fondatore della WADA - si è fatto nuovamente un gran parlare. Per quanto emerso, parte della stampa - soprattutto quella italiana, toccata da vicino per le sorti del loro atleta di punta - si è lasciata andare a facili entusiasmi riguardo al verdetto che il TAS esprimerà il prossimo anno.
Il prossimo Codice
Qual è stata, dunque, l’onda che ha scatenato uno tsunami di - più o meno accurate - notizie? Beh, per poter delineare un quadro completo, bisogna innanzitutto fare un passo indietro per capire effettivamente come si sta muovendo l’Agenzia mondiale antidoping. Nell’ambito del già citato meeting svoltosi a Riad - oltre all’approvazione del nuovo quinquennale Piano Strategico rinominato «Going further together» - è stato discusso il Codice Mondiale Antidoping. Questo documento, assieme a otto Standard Internazionali, è fondamentale per armonizzare le norme e i regolamenti antidoping di tutto il mondo. Approvato per la prima volta nel 2003, viene revisionato costantemente e subisce degli aggiornamenti ogni sei anni.
Un simile lavoro, va da sé, richiede parecchio tempo e non deve stupire, quindi, che a proposito del Codice che sarà in vigore nel 2027 si sta discutendo dal maggio del 2023. Nelle diverse fasi che compongono questo lungo processo, i cosidetti «stakeholders», cioè l’intera comunità coinvolta - composta da una moltitudine di associazioni sportive, enti governativi e organizzazioni nazionali antidoping - contribuiscono a rimodellare i possibili miglioramenti che si vogliono attuare.
Cosa cambierebbe
Concretamente, il cambiamento più rilevante che si intende compiere riguarda l’Articolo 10.6.1.2., ossia la norma che - fino al Codice attualmente vigente, quello del 2021 - prevede una potenziale riduzione del periodo di squalifica per le violazioni che coinvolgono i «prodotti contaminati». Nel nuovo Codice che potrebbe essere approvato in futuro - alla Conferenza di Busan, in Corea del Sud, nel 2025 - si vuole ampliare il concetto, che comprenderebbe invece la «fonte contaminata». Questa definizione, si specifica, «include fonti di contaminazione come cibo o bevande; contaminazione ambientale; o un’esposizione attraverso il contatto con una terza persona o con un oggetto toccato da terzi».
Ed è proprio quest’ultima evenienza - considerando le famose tracce di Clostebol rinvenute nell’analisi svolte su Sinner, dopo che lui era stato trattato dal suo fisioterapista Giacomo Naldi - a balzare all’occhio per quanto successo con il numero uno del mondo. Stando alle norme attuali, infatti, nel caso dell’altoatesino non sarebbe possibile applicare quanto figura al punto 10.6.1. del regolamento - ossia la riduzione fino al 100% dei due anni di squalifica prevista - poiché l’assunzione del prodotto proibito non è avvenuta a causa di una contaminazione di un prodotto legale, cosa che invece è successa a Swiatek. Se, però, il Codice del 2027 dovesse effettivamente entrare in vigore con le revisioni poc’anzi menzionate, chi si trovasse nella situazione di Sinner potrebbe - una volta dimostrata la totale mancanza di colpa o negligenza a proposito della positività - non ricevere alcuna squalifica.
Paradosso WADA
Queste revisioni, lo ribadiamo, sono ancora da discutere, eventualmente confermare, e poi saranno norme vigenti solamente a partire dal 2027. La direzione che la WADA sembra voler prendere, tuttavia, è abbastanza chiara. Una domanda, però, sorge spontanea. Se la WADA ha la ferma intenzione di salvaguardare il destino degli sportivi che si ritrovano implicati in casi potenzialmente simili a quello di Sinner, come mai ha deciso di ricorrere al TAS di Losanna contro la sentenza pronunciata dall’ITIA, che proscioglieva l’altoatesino da ogni responsabilità per la doppia positività dello scorso marzo? Con che faccia, quindi, l’Agenzia mondiale antidoping chiede un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni se ormai da tempo è al lavoro per cambiare lei stessa una norma che evidentemente non ritiene corretta?
La natura del ricorso era fondata sulla constatazione di «assenza di colpa o negligenza» non corretta ai sensi delle norme vigenti. Resta da capire, allora, come questa volontà di cambiarle in futuro possa in qualche modo influenzare la sentenza che il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna dovrà prendere nel corso dei prossimi mesi. Formalmente, quanto emerso non dovrebbe andare ad intaccare la sentenza che riguarda Sinner. I cambiamenti, per il momento solo discussi, potrebbero inoltre - ora della loro approvazione, nel dicembre del 2025 - essere soggetti ad ulteriori modifiche. Tuttavia, quanto emerso potrebbe effettivamente avere un impatto decisionale per coloro che saranno chiamati a sentenziare su una casualità che nel giro di soli due anni potrebbe ricevere un esito diametralmente opposto.