Le scarpette di Ilicic

Le guide turistiche di Lubiana, ad essere sinceri, non percorrono poi così tanti chilometri. Sì, perché le maggiori attrazioni turistiche della città - salvo il Castello che erge sulla collina che sovrasta la capitale e il parco Tivoli – sono essenzialmente ad un tiro di schioppo l’una dall’altra, tutte nel raggio di poche centinaia di metri. Dalla piazza Prešeren - con la Chiesa francescana dell’Annunciazione, che assomiglia molto a una versione rosa della Collegiata di Bellinzona - al Triplo Ponte Tromostovje, passando per la Cattedrale di San Nicola e il famoso Ponte dei Draghi. Attraversando quest’ultimo, costellato da diverse statue dell’animale mitologico, si giunge sull’altro lato del fiume Ljubljanica, direttamente sulla piazza che dà vita al Mercato Centrale.
Un miscuglio di primizie della regione, odori intensi e schiamazzi che rimbalzano da una bancarella all’altra, che per un attimo – quando ci abbiamo fatto tappa, passeggiando per la città - ci hanno riportato indietro di diversi mesi, ai tempi in cui il coronavirus non scandiva ancora le nostre vite. Pur senza assembramenti pericolosi, il mercato ci ha dato l’impressione di vedere finalmente un po’ di vita all’interno della capitale, al di là delle molte persone che - giornalmente - passeggiano tra vie e viuzze. I vari venditori indaffarati nelle loro contrattazioni e gli elementi di sottofondo - come un musicante con la fisarmonica che, tanto indiavolato quanto divertito, sembra scandire il ritmo delle trattative - ci hanno regalato una boccata d’aria fresca, più che benvenuta dopo mesi trascorsi vivendo tra misure e restrizioni.
Lasciandoci alle spalle il gran baccano del Mercato Centrale, ci siamo poi tuffati in una via più anonima, che - dopo un centinaio di metri - ci ha portato direttamente di fronte al Municipio della città, proprio all’ombra del grande castello. Dopo aver scattato una foto di rito, ci siamo voltati e un’insegna ha colto la nostra attenzione: «Uradna Prodajalna NZS Nike». Ovvero, tradotto in italiano, un negozio ufficiale della Nike, promosso dalla Nogometna Zveza Slovenije (NZS), la federazione calcistica slovena. Ci siamo immediatamente fiondati al suo interno, in un locale che per la verità non è più grande di una trentina di metri quadrati. Tanto che soltanto un cliente, più il venditore, possono starci allo stesso tempo. Sugli appendini fissati ad ogni parete, maglie da calcio di ogni genere, da quelle dei club alle selezioni nazionali. E, soprattutto, scarpette da calcio a non finire.
In un angolo, con la coda dell’occhio, abbiamo scorto appesa una divisa gialla della nazionale slovena, con un autografo ben visibile sul petto. «È di Jan Oblak, il portiere titolare della nostra Slovenia e dell’Atlético Madrid» ci ha annunciato con fierezza il padrone del negozio, da dietro al bancone. «Viene spesso qui, assieme ad altri compagni di squadra, a comprare l’equipaggiamento. Pochi giorni fa invece è passato Josip Ilicic (centrocampista offensivo dell’Atalanta, ndr.) a ritirare le nuove scarpe in vista dei primi match di qualificazione ai Mondiali qatarioti del 2022. È molto esigente nelle sue richieste» ci ha confidato il nostro interlocutore. Gli abbiamo allora chiesto se conoscesse anche Domen Črnigoj, passato da Lugano per qualche anno e ora in forza al Venezia (Serie B): «Come no! – si è illuminato subito -. È un bravo ragazzo, con un bel potenziale. Chissà, magari un giorno riuscirà a realizzarlo fino in fondo. Ha poi soltanto venticinque anni, c’è ancora un po’ di tempo». Ripensando con simpatia all’esterno di Capodistria, ce lo siamo augurati anche noi. E intanto ne abbiamo approfittato per acquistare una maglietta della nazionale slovena, da custodire come ricordo di questa trasferta.