Le ville dei ticinesi
Michael ci ha salutati con una certa euforia. «Vado al mare per alcuni giorni; chissà, forse ci rivedremo qualora la Svizzera dovesse arrivare fino in fondo». Grazie eh... Chissà, forse ora della finale anche la Germania avrà ceduto all’estate. Dopo tutto è solo inizio luglio. Michael gestisce la struttura dove abbiamo trascorso più tempo lungo questo esaltante Europeo, nel paesino di Birkach, a 10 minuti di autobus dal campo base rossocrociato e a una decina di chilometri dal centro di Stoccarda. Credevamo che saremmo rimasti 4-5 notti in totale. Oramai ci prepariamo la colazione in cucina. A proposito di ospitalità. Uno dei grandi temi che ha accompagnato l’avvicinamento a Euro 2024 è stato il boom dei prezzi sul fronte alberghiero, con camere di 7 m2 affacciate su degrado e caroselli vendute come residence di alta gamma. Che la principale piattaforma per la prenotazione di alloggi online figuri tra i principali sponsor dell’evento, va da sé, non aiuta. La permanenza di Xhaka e compagni nel torneo, comunque, ci sta permettendo di abbattere leggi e raggiri del mercato.
Con l’incedere della competizione, i prezzi si stanno sgonfiando. O meglio: oltre a scegliere il colore di tazza e tovaglioli da portare a tavola, il costante ripresentarsi alla porta del nostro piccolo hotel ci ha dato coraggio. Sì, tanto da riuscire a contrattare il costo del soggiorno nel Baden Württemberg. A tirare il prezzo, toh. Bene. Anche se evidentemente la cresta ai nostri danni era già stata fatta nelle prime settimane della rassegna. Oddio, pensare a chi ha acquistato la maglia dell’Italia all’alba di Euro 2024 un po’ ci consola. Dopo la disfatta di Berlino, il principale rivenditore in Svizzera ha optato per uno sconto del 50% sulle divise azzurre. Da 110 a 55 franchi. E, sì, il ribasso operato cammin facendo sulla nostra stanza presenta lo stesso rapporto.
Il rapporto con Michael, suggerivamo, è schietto. L’altro giorno abbiamo chiesto se per caso avesse legami con il Ticino, magari un appartamentino. Appena giunti a Stoccarda, d’altronde, l’addetto UEFA che ci aveva consegnato l’accredito si era illuminato una volta letto il nome del nostro giornale. «Conosce Verdasio e le Centovalli? Ecco, abbiamo una villetta lì». No, non è il caso di chi ci ospita. Anzi. Michael ha replicato in modo pungente. «Le uniche ville ticinesi di cui ho memoria sono quelle menzionate su un manifesto del grafico tedesco Klaus Staeck, presente nel mio e in molti altri appartamenti di giovani studenti». Il riferimento è all’opera intitolata «Arbeiter», creata nel 1972, in piena campagna elettorale per il rinnovo del Bundestag. L’allora cancelliere uscente Willy Brandt e soprattutto il suo partito, la SPD, erano vittime di una campagna diffamatoria della CDU. Ogni perfida insinuazione era ammessa. E la risposta di Staeck si era tradotta in un’esagerazione satirica, un colpo a effetto, con cui ribaltare il paradigma. «Deutsche Arbeiter. Die SPD will euch eure Villen im Tessin wegnehmen». Un messaggio divenuto per l’appunto iconico. Anche se il fiuto per gli affari ha contagiato pure i socialdemocratici. Vero Michael?