L'incetta di medaglie dell'A-Club Swimming Savosa Capriasca
L’A-Club Swimming Team Savosa Capriasca è una società in buona salute e uno dei centri di formazione per le speranze svizzere. Con cento tesserati nell’agonismo e centocinquanta atleti attivi nel nuoto si pone tra le grandi a livello elvetico.
Ai recenti campionati nazionali in vasca corta di Sursee il club luganese ha fatto incetta di medaglie. Una messe che lo ha posizionato alle spalle di Uster nel medagliere, come in estate si posizionò dietro Limmat, confermando la bontà del suo lavoro con le giovani leve. Il responsabile tecnico Fausto Mauri è soddisfatto dei risultati raccolti oltre San Gottardo. «Il livello nelle competizioni è cresciuto molto. Come società abbiamo fatto molto bene, raccogliendo tre titoli con Amélie Bertschi nei 400, 800 e 1.500 m stile libero e due con Mattia Mauri nei 400 e negli 800 m stile libero, distanza in cui ha fatto segnare il record ticinese. Inoltre, siamo saliti ancora sul podio con Enrico Sottile, che ha conquistato un argento e due bronzi e con Mattia due volte argento nei 100 e nei 200 m stile libero». Da segnalare che il 17.enne ha battuto i primati nazionali di categoria stabiliti da Noè Ponti nei 200 m delfino (1’56’’35) e da Antonio Djakovic negli 800 m stile libero (8’03’’16). Amélie, dal canto suo, nei 1.500 m ha ritoccato il record ticinese che apparteneva a Flavia Rigamonti ed ha ottenuto il secondo rango nei 400 m misti. «Il bottino di medaglie si è fatto rilevante con Claudio Lorenzetti, terzo nei 1.500 e secondo negli 800 m stile libero, nonché con l’argento di Volodymyr Degtyaroyov nei 200 rana, che gli ha permesso di migliorare il primato ticinese, già suo (2’12’’29)».
Con un totale prestigioso di 15 medaglie, Fausto Mauri è un capo allenatore appagato. «I risultati dimostrano che stiamo lavorando bene e che stiamo producendo buoni atleti. Agli assoluti si è assistito ad un piccolo cambio della guardia e si è dato spazio ai giovani con prestazioni di rilievo». Non è che Noè Ponti faccia un po’ da traino per il movimento natatorio ticinese e non? «Noè è un modello per tutti, un ottimo atleta e un grande professionista, quindi ispira. È diventato un atleta di spicco, in Ticino siamo orgogliosi di lui e lo stimiamo molto». Per «arrivare» però ci vogliono strutture e buoni allenatori. «Gli atleti dell’A-Club hanno la possibilità di allenarsi presso il centro di Savosa e in alcune occasioni sotto il pallone a Lugano, nonché al centro sportivo di Tesserete d’estate. Inoltre, Savosa ha strutture che permettono agli atleti d’élite di frequentare l’USI o la SUPSI».
Insomma, con una programmazione ottimale, impegno e sacrificio, alla fine i risultati si ottengono. «Individuare talenti come Noè o Antonio (Djakovic, ndr) era abbastanza evidente. In questo momento ci sono tanti nuotatori che hanno talento e ottengono buoni risultati, ma per avere una carriera bisogna avere continuità e perseveranza, oltre a tanta passione. Noi disponiamo di un buon vivaio di atleti giovani, che possono andare lontano. Ma sta a loro crederci. Il nuoto è uno sport individuale, ma ci si allena anche come squadra. Si fanno attività collettive e i compagni diventano una forza. Soprattutto quando le cose, magari, non vanno come si vorrebbe».