Lugano, è l'ora della rimonta: «Il primo passo è farli vacillare»
Per raggiungere Ginevra, il Lugano ha dovuto cambiare i suoi piani. Colpa di una frana che ha reso meno appetibile il passaggio dall’Italia. Un imprevisto, insomma. Un altro, dopo il 2-0 incassato a Bruxelles, sulla via verso la fase a gironi di Europa League. Raddrizzare quanto accaduto sette giorni fa in Belgio, va da sé, sarà molto più complesso che risolvere le grane viarie. Ma non impossibile, come ci ha tenuto a sottolineare Mattia Croci-Torti. Sì, chiamato a realizzare una mezza impresa, il Lugano ha ancora degli appigli ai quali aggrapparsi. Delle carte da giocare. «Non tante - ammette il “Crus” -. Ma quelle che abbiamo in mano ce le giocheremo fino in fondo». Già. Ma quali sono? Il condottiero bianconero, al proposito, ha messo sul tavolo alcuni elementi. Certi di ordine tecnico. Altri, come richiesto da questo genere di contesti, più intangibili. A metà tra speranza e romanticismo. «Quella di Steven Deana, ad esempio, potrebbe essere una storia fantastica» suggerisce il 41.enne momò. L’estremo difensore ex Servette, la riserva delle riserve, allo Stade de Genève ci ha trascorso gli ultimi due anni, senza giocare nemmeno un minuto. Stasera (inizio ore 20.30), in assenza di chi lo precede nelle gerarchie, potrebbe - per dirla con le parole del mister - «scrivere una splendida pagina della sua vita». La clamorosa rimonta, in effetti, andrà costruita partendo dalla sua porta.
Sospesi tra attacco e difesa
I sottocenerini, nella città di Calvino, saranno costretti a inseguire l’impresa muovendosi sul filo del rasoio. Da un lato l’esito della sfida d’andata implica la ricerca del gol. Anzi, due. Dall’altro, concedere un ulteriore rete all’Union Saint-Gilloise vorrebbe quasi certamente dire sollevare bandiera bianca. «Game over», in altre parole. «Dovremo essere molto intelligenti - sottolinea non a caso Mattia Croci-Torti -. Il 2-0, come si suol dire, è il peggior vantaggio che ci possa essere. Sappiamo che segnando un gol, riapriremmo tutto. Riuscirci nei primi sessanta minuti sarebbe ottimo, ma in fondo poco importa il momento. Ciò che conta è riuscire a far vacillare il nostro avversario, provando a far crollare il suo equilibrio. La sua stabilità. Senza però sbilanciarci a nostra volta. Dovremo usare la testa». E la testa nell’ultima settimana, va da sé, lo stesso «Crus» l’ha già utilizzata parecchio. Analizzando i novanta minuti dell’andata, studiando una controffensiva. «Sappiamo che loro hanno dei punti deboli. In Belgio abbiamo avuto almeno quattro occasioni da rete piuttosto nitide.Ciò significa che, al netto del risultato finale, sul piano del gioco siamo riusciti a fare qualcosa di importante. Al tempo stesso, però, loro ci hanno un pochino sorpresi. Ci aspettavamo un pressing molto alto, come avevano fatto nelle prime uscite in campionato. Invece con noi non è successo. E non credo che lo faranno neppure qui a Ginevra, date le circostanze. Ora comunque siamo più pronti e preparati anche per questa evenienza. Adesso sta a noi cercare di andare a stanarli, provando a sorprenderli, nonostante loro - verosimilmente - non abbiano intenzione di uscire dal guscio». Una tesi, quest’ultima, che in regime di piena pretattica il tecnico dei belgi Alexander Blessin ha logicamente respinto. «Non siamo qui per puntare al pareggio o alla salvaguardia del vantaggio accumulato nel match d’andata - ha dichiarato l’ex allenatore del Genoa -. Vogliamo vincere, e agiremo di conseguenza».
Senza Steffen, con pochi tifosi
In attesa di scoprire che verdetto emetterà stasera, ieri il terreno da gioco dello Stade de Genève ha nel frattempo ospitato le rifiniture di entrambe le compagini. Sei elementi non hanno preso parte a quella bianconera: Saipi, Durrer, Osigwe, Mahou, Nkama e - sì - Renato Steffen. Fresco di convocazione in Nazionale, il 31.enne argoviese non si è dunque ripreso in tempo per la sfida odierna. Al contrario di Ignacio Aliseda e Lukas Mai. «Nutro piena fiducia nei giocatori che ho a disposizione - commenta Croci-Torti, allontanando i cattivi pensieri legati all’infermeria -. Sono tutti in grado di aiutarci a battere l’Union Saint-Gilloise. Aliseda e Mai?Entrambi sono pronti, anche se il primo ha nelle gambe un tempo, mentre il secondo non ha ancora del tutto ritrovato il ritmo. Vedremo se e quando impiegarli, ma di sicuro sono arruolabili e pronti ad aiutarci». Una spinta non indifferente, considerato anche il difficile contesto in cui si terrà l’incontro. Alla Praille sono infatti attesi appena 1.500 spettatori, di cui soltanto un terzo di fede bianconera. «Scordatevi dunque l’impresa centrata qui, qualche mese fa, nella semifinale di Coppa Svizzera - afferma il “Crus” -. Le due partite non sono paragonabili. Giocare in uno stadio così vuoto, lo abbiamo vissuto ai tempi della pandemia, è difficile. Ma cercheremo di rendere orgogliosi i nostri tifosi. Specialmente quelli presenti». La rimonta, insomma, è lanciata.
Bislimi: «Alla Nazionale penserò dopo»
La vigilia della sfida odierna, per Uran Bislimi, è stata ricca di emozioni. Positive, va da sé, in attesa di scoprire quelle che vivrà questa sera sul campo della Praille. Il ct della nazionale elvetica Murat Yakin, infatti, ha diramato ieri le convocazioni in vista delle imminenti sfide contro Kosovo e Andorra, nell’ambito delle qualificazioni all’Europeo del prossimo anno. E per la seconda volta in carriera, la prima senza dover passare dal picchetto, il centrocampista bianconero rientra tra i selezionati. Il 23.enne di origini kosovare, dunque, potrebbe presto vivere una sfida molto speciale, affrontando una selezione che peraltro - prima della sua scelta definitiva - lo aveva impiegato in due incontri amichevoli. «Sono estremamente contento per questa convocazione da parte di Murat - ha dichiarato il diretto interessato -. Vestire la maglia rossocrociata è un sogno che nutro sin da quando ero ragazzino. Affrontare il Kosovo sarebbe speciale, ma al momento non ci sto pensando. Sono totalmente focalizzato sul Lugano e sul ritorno dei playoff di Europa League. È l’unica cosa che conta». Quanto potrebbe accadere tra una manciata di giorni, insomma, non ha ancora fatto breccia nello spogliatoio bianconero. Nemmeno l’eventualità di sfidare il compagno Kreshnik Hajrizi in un clamoroso derby. «Sarebbe fantastico, ma non ne abbiamo ancora parlato» chiosa Bislimi.