A Düsseldorf

Magica Svizzera, non spezzare l'incantesimo

I rossocrociati sfidano l'Inghilterra: in palio la semifinale dell'Europeo e la storia – Fabian Schär è il simbolo di una squadra che si è riscoperta forte: «Ma solo insieme potremo fermare un avversario con così tanta qualità» – Il ct Murat Yakin: «Sappiamo come fare male alle grandi»
©Ebrahim Noroozi
Massimo Solari
06.07.2024 06:00

Una città provocatoria. Alla quale non piace accontentarsi, marciare sul posto, abbracciando monotonia e anonimato. No, Düsseldorf è instancabile, pronta a premiare audacia e creatività. Alla capitale del Nordreno-Vestfalia, per dire, non è bastato fregiarsi del titolo di «bar più lungo del mondo», grazie all’offerta e al brio dell’Altstadt. A prendersi vieppiù la scena, una scommessa architettonica dopo l’altra, è stata l’area portuale, ribattezzata Medienhafen per la folta presenza di aziende legate alle telecomunicazioni. Qui, a partire dal 1990, si è proceduto a una serie di lavori di riqualificazione. Nuovo e vecchio, una volta entrati in contatto, hanno sprigionato una luce affascinate, ridisegnando i tratti dello skyline.

Anche la Svizzera, oggi, assomiglia a un panorama mozzafiato. Anche la Svizzera, prima di Euro 2024, ha però dovuto rimettersi in gioco. Cambiare fisionomia e carattere. Fino a riscoprirsi forte e intraprendente. Ed è con questo spirito che la selezione rossocrociata sfiderà l’Inghilterra nei quarti di finale.

«Kane? Non c’è solo lui»

La storia si scrive dalle 18, alla Merkur-Spiel Arena. Nelle catacombe dello stadio, alla vigilia, si è presentato anche Fabian Schär, a suo modo simbolo di questa Nazionale rilanciata. Una Nazionale che, una volta per tutte, ha trovato gli strumenti per dare concretezza alle proprie ambizioni. Il difensore del Newcastle, 32 anni, sta vivendo un torneo da protagonista. Infine da protagonista. Per superare Nico Elvedi nelle gerarchie di Murat Yakin ci sono voluti brontolii, un Mondiale finito malissimo e delle qualificazioni controverse. La stagione oltremodo convincente in Premier League e - appunto - la necessità d’impostare la squadra su basi differenti, hanno quindi fatto la differenza. Al fianco di Manuel Akanji e Ricardo Rodriguez, nella rivista retroguardia a tre, Schär è parso solido e pulito come raramente successo in Nazionale. Certo, il goffo autogol nel match con la Scozia si sarebbe potuto evitare. Ma le prestazioni globali sono state all’altezza. Altroché. L’imperturbabilità del giocatore, suggerivamo, si è dunque riflessa sulla squadra. «Perciò dobbiamo concentrarci sui nostri punti di forza» sottolinea Schär a poche ore dal match contro gli inglesi. «Sì, non escludo che Gareth Southgate possa cambiare modulo, optando per una difesa a tre. Ma questo, in fondo, non deve interessarci oltremodo. Siamo ai quarti di finale. Non contano i match disputati nella fase a gironi o agli ottavi e i rispettivi sistemi tattici. Conta essere pronti». Il giocatore del Newcastle, in questo senso, sente la gara. «Vivo da sei anni in Inghilterra. Sarà una sfida speciale. Non credo comunque che conoscere buona parte degli avversari costituisca un vantaggio. Così come non lo sarà per gli inglesi verso il sottoscritto. I duelli degli scorsi campionati con Kane? L’Inghilterra non è un solo elemento. È una selezione ricca di qualità sul piano offensivo. Per questa ragione dovremo mostrarci compatti e solidali ancora una volta. Solo così, insieme, sarà possibile fermare chi abbiamo davanti. In caso contrario sarà difficile».

Il ritratto della serenità

In casa dei Tre Leoni, ad ogni modo, la tensione non manca. Vero: la squalifica evitata da Jude Bellingham ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’ambiente, maggiormente preoccupato per la propria stella rispetto all’ennesima svolta politica nel Regno Unito. La posizione e la reputazione di Southgate, tuttavia, rimangono traballanti. Tanto da spingere un giornalista britannico a chiedere a Schär se non fosse inquieto per un eventuale addio di Eddie Howe, indicato quale papabile successore dell’attuale commissario tecnico inglese. «Beh, spero che rimanga il manager del Newcastle» afferma il rossocrociato, evidenziando l’importanza del tecnico per la progressione personale.

Sul fronte opposto, Murat Yakin è il ritratto della serenità. A questo giro non litiga nemmeno con le cuffiette per la traduzione. «Sono un allenatore fortunato» osserva. «Tutti i miei giocatori sono a disposizione. Granit Xhaka compreso». L’Inghilterra, dicevamo, potrebbe cambiare volto e pedine. Un po’ come l’Italia una settimana fa. «Non lo sappiamo e ad ogni modo mi attendo una formazione all’altezza di un quarto di finale di un Europeo» prosegue Yakin, alludendo alle qualità individuali dell’avversario. Il selezionatore però rilancia. «La mia squadra ha dimostrato di avere ritmo, gioca in fiducia, vuole cavalcare l’onda. Abbiamo battuto i campioni d’Europa in carica, messo in difficoltà la Germania, perché non dovremmo dare fastidio pure all’Inghilterra?». Resta da capire se sulla destra tornerà a giostrare Silvan Widmer o se verrà confermata la formazione che aveva entusiasmato a Berlino. «L’infortunio di Embolo - spiega Yakin - ci ha permesso di rivedere in parte il sistema, ragionando anche sui giocatori veloci e le combinazioni per permettere loro di rendere». I sette gol con sette giocatori diversi, al proposito, sono un dato emblematico, da sottolineare con l’evidenziatore. Sì, la magia è nell’aria. Flirta con il ct e un gruppo di calciatori che potrebbe regalarsi e regalarci nuova estasi. «Se è la partita della vita? Spero possiate chiedermelo ancora tra un settimana» conclude Yakin, evitando di spezzare l’incantesimo anzitempo.

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