Manchester City, problemi in campo e in tribunale: quanti patemi d’animo per Pep
La stagione del Manchester City, sino a questo momento, è stata a dir poco catastrofica: eliminati dal Tottenham nella Coppa di Lega, quarti in campionato e capaci di conquistare solo 8 punti in 5 partite di Champions League, i Citizens sembrano irriconoscibili in confronto a quelli ammirati nel corso delle ultime stagioni. Da macchina (quasi) perfetta e assoluta dominatrice - del calcio d’Oltremanica, soprattutto, ma schiacciasassi anche in ambito europeo - la compagine inglese è in preda al periodo più scuro da quando Pep Guardiola siede sulla loro panchina. Insomma, altro che nomen omen, il cielo - sopra le teste degli «Sky Blues» - è tutt’altro che sereno.
Non è bastato il rinnovo
E dire, che l’inizio stagionale era stato positivo e le sconfitte - fino all’estromissione in EFLCup - erano state zero. Da quel momento in poi, però, il castello è crollato e tutte le certezze accumulate nel giro di questi anni sembrano essersi sbriciolate e andate perdute. Nel mese di novembre, il City ha conosciuto una crisi senza precedenti, tanto da far segnare dei record negativi a chi - come Guardiola - era rinomato per primati di grande prestigio. Prima di rompere la maledizione - in campionato, con il successo sul Nottingham Forest una settimana esatta fa - la sua squadra ha subito 5 k.o. filati ed è rimasta senza vittorie per ben 7 partite. In passato, ciò non gli era mai successo.
Il connubio - uno dei più vincenti della storia del calcio, tra il tecnico catalano e la sponda blu di Manchester - sembra in bilico. E questo, malgrado il recente rinnovo contrattuale, che ha legato le due parti fino al 2027. «Pensavo che questa stagione dovesse essere l’ultima - ha affermato il 53.enne al momento della firma - ma non volevo deludere il club. I problemi attuali mi hanno spinto a pensare che non sia ancora arrivato il momento giusto per andarmene».
Il peso delle assenze
Anche questa sera - nella sfida di Torino contro la Juventus - i Citizens saranno confrontati a innumerevoli assenze. Queste, infatti - assieme a una rosa non più giovanissima e forse appagata dall’infinità di successi ottenuti - sembrano essere la radice di tutti i mali che stanno affliggendo un gruppo che, neanche due anni or sono, fu in grado di conquistare il celebre treble. Quella stessa rosa - la cui profondità era indubbiamente stata uno dei punti di forza dei fasti più gloriosi - è ora falcidiata dalle assenze. La più pesante, per gli equilibri della squadra, è quella del Pallone d’Oro, Rodri, infortunatosi a fine settembre nell’incontro di Premier League al cospetto dell’Arsenal. Successivamente, la serie di defezioni si è allungata a dismisura complicando, e non poco, la vita a Guardiola.
Con molti uomini costretti a restare ai box e gli impegni frenetici su svariati fronti, in diversi hanno dovuto fare gli straordinari e a farne le spese è stata soprattutto la fase difensiva. Ad immagine, per esempio, di Kyle Walker, che da simbolo della retroguardia è recentemente finito sotto accusa a causa di diverse prestazioni non all’altezza. «Dietro - ha affermato Guardiola in conferenza stampa - possiamo sicuramente fare meglio, ma è lì che siamo stati bersagliati in modo particolare. La situazione, al momento, è quella che è. Dopo praticamente nove anni al top, poi, è normale che ci siano dei periodi meno positivi, ma torneremo a esprimerci ai massimi livelli, di questo ne sono sicuro».
Grossi guai in vista
Non bastassero le assenze e le difficoltà sul rettangolo verde, per il City questo è un periodo complicato anche al di fuori del campo. La lunga udienza riguardante le 115 violazioni delle regole della Premier League, infatti, si è recentemente conclusa, ma il verdetto della sentenza non è previsto prima del 2025. Se il club - che nega fermamente di aver commesso illeciti - dovesse essere riconosciuto colpevole, incorrerebbe in gravi sanzioni. Oltre a quelle pecuniarie, o a detrazioni di punti, le pene potrebbero comportare perfino una retrocessione in Championship. Nella fattispecie, 80 capi di imputazione sono legati a violazioni delle regole finanziarie perpetrate tra il 2009 e il 2018: il club è accusato di non aver fornito informazioni riguardanti le entrate dagli sponsor e i dettagli sugli stipendi - di dirigenti e giocatori - così come di aver violato delle norme sulla sostenibilità finanziaria della Uefa e della Premier League. Le altre accuse, invece, derivano da una, presunta, mancata collaborazione nell’ambito di un'indagine svolta dalla lega inglese.