Mattia Croci-Torti: «Non c’è ruggine, solamente stima»

L’andamento in campionato, per Lugano e Lucerna, sino a questo momento è stato sostanzialmente identico. Appaiati al secondo posto a 39 punti, a una sola lunghezza dalla capolista Basilea, i due club siglati FCL hanno - in termini di vittorie, pareggi e sconfitte - esattamente lo stesso bilancio e pure la differenza reti, momentaneamente a quota +7, è in perfetta parità. Oltre a ciò, condividono un altro dato interessante, ossia che i propri allenatori sono i più longevi - e con un certo distacco rispetto al resto della concorrenza - in Super League.
Profondo rispetto
Insediatisi, con soli tre mesi di distanza, entrambi sulle rispettive panchine nel 2021, Mattia Croci-Torti e Mario Frick sono, quasi all’unanimità, anche considerati i migliori tecnici del campionato. Da quattro anni a questa parte, i due hanno dato vita a diverse battaglie, 12 per la precisione, che sinora hanno premiato maggiormente Croci-Torti, capace di imporsi in 5 occasioni, al fronte di 3 pareggi e delle 4 vittorie del mister del Liechtenstein. Un collega, quest’ultimo, per il quale il Crus nutre profondo rispetto. «È una persona che stimo, poiché è in grado di spingere fino al limite tutti i suoi uomini e riesce a metterli nelle condizioni giuste per potersi esprimere al meglio. Ha anche il merito di credere nei giovani e si fida di loro, era stato lui, ad esempio, a lanciare Ardon Jashari».
Le sue squadre, poi, sono costruite a sua immagine e somiglianza. «Sì, lui pone l’accento sul carattere e sull’intensità, per cui è sempre complicato giocare contro di loro. Il Lucerna è un avversario tosto, che spesso ci ha fatto male anche qui a Cornaredo grazie alla velocità delle loro ripartenze». L’ultima sfida - vinta dai bianconeri per 4-1 - aveva portato a qualche battibecco, ormai dimenticato. «Non c’è alcuna ruggine tra le nostre parti. C’è solo rispetto e non vi è alcunché da sistemare».
Da dietro arriva l’YB
Lo scontro al vertice è sicuramente l’appuntamento clou del 24. turno di Super League, ma per il tenico momò non rappresenta per forza uno snodo cruciale per il campionato. «Non c’è alcuna pressione supplementare, bisogna anche sapersi allenare con la testa libera e senza vivere momenti di esagerata tensione che non ci aiuterebbero. Nessuna squadra, sin qui, è riuscita a costruirsi un gap rassicurante, ora per noi arriva un periodo – con Coppa Svizzera e Conference League alle porte – sicuramente impegnativo. Tuttavia, penso che potremo cercare di rimanere aggrappati al campionato fino alla fine».
Malgrado l’equilibrio, sbilanciarsi in qualche pronostico, per il Crus, non sembra affatto complicato. «Non ho paura dello Young Boys, ma continuo a considerare i bernesi come i favoriti per la conquista del titolo. Lo avevo già affermato a gennaio e lo ribadisco adesso: sono la squadra nettamente più forte delle altre e sarà veramente difficile frenarli. Inoltre, ora non hanno più da affrontare i laboriosi impegni in Champions League, sono una compagine di un’altra categoria. Sul mercato, peraltro, sono stati bravi a rinforzare l’attacco con Bedia e Fassnacht».
«Per ora restiamo così»
Già, il mercato. E in casa bianconera quali sono le speranze di assistere a un colpo a pochi giorni dalla chiusura della finestra invernale? «Il termine ‘‘speranza’’ non è corretto. C’è grande chiarezza con la società: un eventuale innesto deriverebbe da una chiara decisione secondo cui un certo giocatore è in grado di migliorare la squadra. Per il momento, non siamo arrivati a questo punto, per cui rimaniamo così e abbiamo fiducia nei nostri uomini. È logico, le cose - da qui ai prossimi tre giorni - possono ancora cambiare e la perdita di Aliseda ha comportato un evidente dispiacere, nonostante ciò abbiamo costruito una rosa che può anche fare a meno di lui».
Pur senza l’argentino, il Lugano può consolarsi con il rientro sempre più imminente di Renato Steffen, il quale ha svolto gli ultimi due allenamenti con il resto dei compagni e, al pari di Przybylko, è potenzialmente disponibile per l’impegno odierno. «Il suo recupero è vicino, devo ancora capire esattamente come sta e se inserirlo nella lista dei convocati. Se dovesse avere delle buone sensazioni, potrebbe sedersi in panchina e in quel caso ci sarebbe sicuramente di aiuto. Avrebbe la possibilità di giocare qualche minuto, ma non possiamo aspettarci che Renato giochi più di un tempo».
L’infermeria bianconera, purtroppo, non ha portato però solamente buone notizie. Sì, perché a causa di un affaticamento muscolare mancherà Valenzuela, mentre un’influenza ha messo k.o. Zanotti. In un colpo solo, insomma, il Lugano ha perso i suoi terzini. «Non cambieremo il nostro assetto ma vanno effettuate delle valutazioni. Tra la capacità di impostare di Valenzuela e quella di attaccare di Zanotti, perdiamo delle caratteristiche uniche nella nostra formazione. Devo prendermi del tempo per fare le giuste riflessioni».