Le reazioni

Mattia Croci-Torti: «Penso che dovesse finire proprio così»

Il tecnico ha espresso tutta la sua delusione per la sconfitta contro il Servette: «La dea bendata non è stata dalla nostra, ma non ho rimpianti - Non cerco scuse ma non è stato assegnato un rigore a nostro favore che era a dir poco clamoroso»
© CdT/Gabriele Putzu
Alex Isenburg
02.06.2024 22:00

«Non penso che nella storia del calcio svizzero ci sia mai stato un epilogo del genere». Parole, queste, di Mattia Croci-Torti, ben conscio di quanto fuori dall’ordinario sia stata la sconfitta. Perdere una finale fa sempre male, soccombere in questo modo lacera l’anima. «Oggi non ho pianto, ma provo una tristezza infinita. C’è davvero tanta amarezza. Non sarà facile nemmeno ritrovare le energie per recuperare le forze e le convinzioni. Anche per uno come me è difficile in questo momento guardare al futuro e affermare che ci ripresenteremo qui l’anno prossimo. È una batosta difficile da accettare».

Il peso delle scelte

Per tre volte il Lugano poteva sferrare il colpo del k.o. e per tre volte ha fallito il rigore decisivo. «La dea bendata non è stata dalla nostra parte. La sensazione è che oggi doveva proprio finire così, ma noi ne usciamo comunque a testa alta». A far la differenza, infine, sono stati come al solito i dettagli. Uno di questi è il possibile rigore non assegnato in favore dei bianconeri in seguito al duplice tocco di mano di Tsunemoto. «Non cerco scuse, ma quello lo considero un rigore clamoroso a nostro favore. Tuttavia, non vengo qui a dire che la nostra sconfitta è colpa dell’arbitro, anche perché dal dischetto poi abbiamo fallito quattro volte». Già, le scelte alla fine si sono rivelate decisive. Quelle della terna arbitrale, sì, ma anche quelle degli allenatori. «Rifarei ogni mossa che ho attuato, non ho rimpianti. Non ho niente da recriminare nemmeno ai rigoristi, essere lì - davanti alla propria curva - pesa come un macigno». Le scelte, dicevamo, sono state decisive e in fondo ce n’è stata una che forse ha cambiato tutto. L’azzardo di René Weiler e il suo cambio di portiere prima dei rigori è risultato vincente. «Gli è andata bene - ha affermato il Crus - ma bisogna fargli i complimenti perché sapeva quello che Mall avrebbe potuto dare. Si è rivelata una mossa azzeccata. La Coppa - conclude - ce l’hanno loro, è inutile stare qui a piangere».

Gli estremi difensori

Quando una finale si decide ai rigori, inevitabilmente, l’attenzione è focalizzata sui portieri. Ogni tanto bistrattati e poco considerati, ma in questi casi assoluti protagonisti. Il duello se lo è aggiudicato Joel Mall, l’eroe che non ti aspetti. Lo sconfitto, invece, è Amir Saipi, l’eroe mancato. Ce l’ha messa davvero tutta per decidere la finale, eppure in mano non gli resta che un pugno di mosche. «Non dormirò molto nei prossimi giorni - ha detto il portiere del Lugano - ma ho la consapevolezza di aver dato tutto. Mi servirà l’aiuto della mia famiglia per ricaricare le batterie e tenermi su di morale». Negli scorsi giorni, aveva anche parlato di un possibile futuro lontano da Lugano, una città con la quale nutre un forte legame. «Mi sento bene qui e ho ancora un contratto in essere con la squadra. Purtroppo, per il secondo anno di fila restiamo a bocca asciutta e sono rammaricato per tutti i nostri tifosi. Per noi ogni tanto non è facile, quando ci troviamo a giocare davanti a 2.000 sostenitori, oggi ce ne erano sei volte tanti. Ci tengo a chiedere loro scusa per questa delusione».

L’unità del gruppo

Malgrado la sconfitta, una volta di più il Lugano ha dimostrato di essere una squadra vera. Un gruppo unito che si è guadagnato con il sudore traguardi eccezionali. Assolutamente giustificati, quindi, i complimenti del direttore sportivo Carlos Da Silva. «È un gruppo fantastico e questo risultato ci farà crescere ulteriormente. Quanto di buono fatto in campionato non viene assolutamente cancellato, ma è chiaro che siamo delusi, questa squadra meritava di imporsi». Sulla stessa lunghezza d’onda, anche, Milton Valenzuela: «È un momento sicuramente molto difficile, la vittoria era lì ad un passo, ma il calcio è così. È doloroso perdere in questo modo ai rigori». L’ultimo errore dal dischetto, è stato quello di Lukas Mai. «Mi fa tremendamente male il mio errore finale. In quel momento ho semplicemente deciso di prendermi la responsabilità e ho preso la palla in mano, ma l’esito non è stato quello sperato». Un altro che avrebbe voluto calciare di nuovo, era Ignacio Aliseda. «Complimenti a Mall, pensavamo che fosse entrato a freddo, invece ha dimostrato di essere caldissimo. È una brutta conclusione di una stagione un po’ maledetta per me».