McLaren contro tutti ai nastri di partenza

La lunga attesa è ormai quasi giunta alla sua fine: la Formula Uno sta per tornare. Al debutto del nuovo Mondiale - che scatterà in Australia, a cominciare dalle prove libere di venerdì, in prima mattinata - manca davvero pochissimo ed è giunto il momento, dunque, di provare a disegnare la griglia di partenza alle porte di una stagione che si preannuncia rovente. I motori, a dire il vero, sono tornati a rombare già in occasione dei canonici test che si disputano in Bahrain. Il leitmotiv di ogni parte in causa è stato sostanzialmente il solito, ossia che, essendo per l’appunto solo dei test, non si possono ancora trarre bilanci. Sarebbero affrettati, da una parte o dall’altra. Sì, perché è impossibile determinare quali siano stati i programmi di lavoro delle varie squadre e girare, perlopiù, su un solo tracciato non è sufficientemente indicativo per inquadrare una stagione intera. Ed è vero. Tuttavia, qualche indicazione suggestiva, solitamente, emerge.
Moderato ottimismo
Ciò che è balzato agli occhi, nella fattispecie, è in particolare il brillante lavoro svolto dalla McLaren. I campioni del mondo in carica, per quanto riguarda la classifica dei costruttori, sembrano partire con i favori del pronostico. Nelle 24 ore totali trascorse in pista sin qui, la vettura papaya ha convinto per la sua velocità sul giro secco, così come per le simulazioni di gara. Nonostante ciò, dalla scuderia di Woking si è predicata - soprattutto da parte del team principal Andrea Stella - una certa calma. Per lo stesso pilota di punta, Lando Norris - considerato dai «bookie» l’indiziato principale per la conquista del titolo grazie alla forza della sua monoposto - la MCL39 ha ancora qualche magagna da sistemare, segnatamente alla scarsa stabilità del posteriore.
Visto quanto successo sul circuito di Sakhir, dietro alle McLaren è lecito attendersi le Rosse di Maranello e la Mercedes. La Ferrari, seconda forza nel 2024, può vantare un entusiasmo che, per il momento, è smisurato. Ad accogliere i due piloti, nello show di giovedì a Milano, sono stati quasi 10.000 tifosi. L’effetto Hamilton, da questo punto di vista, è stato a dir poco palpabile, mentre in pista è logicamente ancora tutto da vedere. La SF-25, come detto, dovrà comunque battagliare anche con la Mercedes di Russell e Antonelli, pure loro convincenti nei primissimi approcci con la nuova monoposto. La W16 sembra aver limato il ritardo accusato nelle passate stagioni e durante il terzo giorno dei test il britannico, prima guida della scuderia tedesca, ha stampato il miglior tempo assoluto.
La maledizione Newey
E la Red Bull di Max Verstappen? La monoposto del 4 volte campione in carica, per ora, è un’incognita e non ha impressionato la concorrenza, tanto da essere considerata la quarta forza dello schieramento. Il direttore tecnico della scuderia di Milton Keynes, Pierre Waché, non ha negato alcune difficoltà legate alla nuova RB21, ma al tempo stesso ha dichiarato: «È meglio trovare qualche problema adesso piuttosto che in futuro». Insomma, ci sono margini di miglioramento evidenti e di tempo per analizzare i dati raccolti, fortunatamente per loro, ce n’è. Prima del debutto sul circuito di Albert Park, Verstappen - che non ha mai provato a svolgere dei «long run» - ha comunque avvertito dei timidi passi in avanti rispetto al recente passato. «La RB21 non può andare peggio della vettura dello scorso anno».
Per Super Max - ormai orfano di Adrian Newey, che ha raggiunto l’Aston Martin - però, c’è una sorta di maledizione da sfatare. Nella storia, nessun pilota che si è laureato campione del mondo con una vettura progettata da Newey, è poi riuscito a ripetersi in futuro senza di lui. Tutti e sei coloro che hanno beneficiato delle sue geniali creazioni, infatti, sono rimasti a bocca asciutta una volta finito il connubio. Parliamo di Nigel Mansell, Damon Hill, Jacques Villeneuve, Mika Hakkinen, Sebastien Vettel e Alain Prost. Quest’ultimo, tuttavia, a differenza degli altri nomi elencati, è stato l’unico a trionfare senza il geniale ingegnere britannico grazie ai titoli - conquistati però precedentemente all’esperienza condivisa - con la McLaren.
La situazione delle altre
A proposito della nuova scuderia di Newey, l’Aston Martin, i primi risultati non sono stati particolarmente incoraggianti ed è emerso che, con lui, la scuderia di Silverstone sta già guardando con grande attenzione alla prossima stagione, quella del 2026, dove ci saranno importanti modifiche del regolamento. Ad insidiare in classifica le posizioni di Alonso e Stroll, allora, potrebbero esserci due team che si sono ben comportati in Bahrain, ovverosia Williams e Alpine. Nella lotta tra il centro classifica e le retrovie, sono inserite anche Racing Bull e Haas, mentre la Kick Sauber sembra purtroppo di nuovo la grande indiziata per terminare all’ultimo posto.