Formula 1

E se fosse nata una stella?

Oscar Piastri vince anche in Arabia Saudita e si prende la testa del Mondiale superando Lando Norris - Leclerc fa nuovamente suo il duello interno con Lewis
Un passaggio di consegne tra il campione del mondo del presente e quello del futuro? © Reuters/Gian Jun
Pino Allievi
Pino Allievi
22.04.2025 06:00

È nata una stella? Chissà. Ma questo Oscar Piastri che vince due gare su cinque e passa in testa al mondiale possiede indubbiamente delle qualità non comuni. La prima è la sfrontatezza con la quale affronta le corse, senza preoccuparsi dei rivali ma solo di sè stesso. Domenica a Jedda ne ha dato una dimostrazione clamorosa quando, pur scattando secondo, ha subito superato di qualche centimetro Max Verstappen e quando questi lo ha minacciato dall’interno della curva, lui lo ha ignorato costringendo il quattro volte campione del mondo a tagliare fuori pista per evitare la collisione, ma con l’aggravio di una penalizzazione di 5 secondi che sono stati decisivi nell’esito del GP. Piastri, dopo 51 gare, ha fatto a Verstappen ciò che Verstappen - cocktail di coraggio e intimidazione - ha sempre fatto agli altri. Poi, una volta in testa, l’australiano ha imposto il suo ritmo misurato, con una McLaren altrettanto scevra da difetti, e c’è rimasto sino alla bandiera a scacchi.

Una guida senza macchia

Detto così sembra che Piastri abbia fatto una cosa normale. Invece no, perché in ogni sua gara c’è un guizzo, un tocco di classe e soprattutto non ci sono errori. In Arabia ci ha regalato un altro gioiello: un sorpasso da brivido, sul filo del 295 orari, ai danni di Hamilton. Due prodezze sui due campioni più titolati di questa F.1, sempre con manovre fredde, glaciali, precise. Del resto è soprannominato «Ice» Piastri, per quel modo un po’ gelido di porsi che lo fa assomigliare - lo sport cerca sempre dei paragoni e talvolta è bello farli - a Kimi Räikkönen. Il finlandese è stato uno dei grandi quanto a stile e determinazione, peccato che avesse qualche vizietto nel bere che non lo ha fatto andare più lontano. Piastri beve solo integratori e simili ed è monotematico come quasi tutti i piloti moderni: preparazione fisica, videogiochi, simulatori di guida, letture motoristiche, appassionato di serie TV, a letto presto. Bello precisino, senza un difettuccio che lo contraddistingua. Ma, globalmente, un aspirante fenomeno. E Verstappen, che è il migliore, lo ha già capito.

La prodezza di Charles

Ma c’è stato un altro fenomeno in pista a Jedda, capace di andare molto oltre i limiti della macchina. È Charles Leclerc, che ha regalato alla Ferrari il terzo posto e il primo podio del 2025. Sì, è scarso il bilancio del Cavallino dopo cinque corse, però è un segno positivo che va colto e messo via, sperando che le cose migliorino. Speranza non scontatissima ma auspicata da una tifoseria che si era sentita promettere due mondiali in un solo colpo ed è qui che attende, con la pazienza agli sgoccioli. In un clima difficile, Leclerc si è scatenato e, con grande sorpresa sua, ha fatto i miracoli nascondendo le carenze globali della SF25. Senza di lui la Ferrari avrebbe navigato fra il quarto e il sesto posto, invece Leclerc è riuscito a concludere con un distacco di 8’’1 da Piastri, che equivale a mezza vittoria. Come ha fatto? Con rischi pazzeschi. Ma che fatica! Un’idea di quanto sia stato bravo viene dai 30’’ di distacco che ha rifilato al compagno di squadra Hamilton, piazzatosi settimo. Lewis non si trova con la macchina, azzarda meno, sembra perso, quando la Ferrari si aspettava da lui una leadership che indicasse la direzione per tornare in alto. Non l’ha fatto e oramai ci si preoccupa per un flop che lo stesso Hamilton ammette senza mezzi termini. Il suo è diventato un problema da risolvere, ammesso che si riesca a intuirne le origini. In compenso è chiaro perché Leclerc si scateni ad ogni gara: con l’avvento di Hamilton si è sentito messo da parte e ha preparato la vendetta fredda in pista, la sola attuabile lealmente. Quella di stare davanti al fenomeno britannico. Ora lo fa puntualmente.

Poi c’è Norris, quarto, che doveva essere l’uomo di punta della McLaren e in Arabia ha collezionato incidenti ed errori. Adesso il leader del mondiale è Piastri, non più lui. Le cose cambiano in fretta, la F.1 non perdona nulla.

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