Il Mondiale è una questione di nervi
Il Mondiale di Formula Uno è tutto fuorché deciso. Che bello poterlo dire. Dopo anni di dominio assoluto della Mercedes di Lewis Hamilton e poi della Red Bull di Max Verstappen - fatta eccezione per l’annata incredibile del 2021, s’intende - finalmente il 2024 ci ha regalato qualche emozione in più. Siamo al rush finale. Mancano sei gare. 24 sono quelle totali. Ci aspetta dunque ancora un ultimo quarto di strada e poi saluteremo questa stagione. Una manciata di corse da vivere col fiato sospeso, perché ciascuna di esse potrebbe rivelarsi quella decisiva per decretare il nuovo re del Circus. I pretendenti al trono sono matematicamente quattro: Max Verstappen, Lando Norris, Oscar Piastri e Charles Leclerc. Per gli ultimi due sarà durissima, anche se non impossibile. Con grandissima probabilità, se la giocheranno l’olandese e il britannico. I grandi amiconi. I best friends fuori dalla pista. Arcinemici, invece, in gara. Ora il Circus si ferma per un altro mese, prima di riprendere il filo del discorso negli States, sul circuito delle Americhe. Cogliamo l’occasione per prenderci un po’ di tempo per riflettere sui tre quarti di stagione già archiviati, cercando di capire come si avvicinerà alla volata finale la top2 del massimo campionato delle quattro ruote.
E ora vanno tirati fuori gli artigli
Partiamo ovviamente da lui, dal campione in carica Max Verstappen. Leader incontrastato per le prime gare di stagione e poi protagonista di un declino clamoroso. Ora non vince da otto turni. La macchina pare non volergli più bene e la sua guida non è stata di conseguenza impeccabile in più di un’occasione. Abbiamo rivisto il «Mad Max» di qualche anno fa, insomma. Talvolta troppo precipitoso nel leggere le situazioni in pista e dunque più soggetto all’errore. A tratti è stato persino irascibile e permaloso. Nonché presuntuoso e irritante. I motivi non sono però da ricercare solo nella sua RB20, che improvvisamente ha iniziato a essere meno affidabile. No, la ragione del suo comportamento va ricercata anche in avvicendamenti accaduti al di fuori del tracciato. Ultimamente Verstappen si è infatti lasciato un po’ troppo andare durante le sue dichiarazioni in conferenza stampa, piazzando una parolaccia in occasione di quella del giovedì a Marina Bay. Peccato che la FIA avesse recentemente introdotto una nuova linea guida sul linguaggio. E così il primo pilota della Red Bull è finito davanti ai commissari. La punizione? Dovrà sostenere dei lavori di pubblico interesse, che lui ha definito «stupidi». Ora ditemi voi se uno con il temperamento di Max Verstappen possa prendere bene una cosa simile. Alla seguente conferenza, il pilota ha dunque deciso di non esprimersi, rispondendo a monosillabe alle domande dei giornalisti. Ha inoltre mostrato un palese broncio davanti alle telecamere. «So che devo rispondere - ha detto per giustificarsi -, ma non c'è scritto da nessuna parte quanto tempo devono durare le risposte». L’olandese ha i nervi a fiori di pelle, senza dubbio.
Al di là di tutto, ad ogni modo, il suo vantaggio su Lando Norris, che lo segue a vista in classifica, rimane piuttosto importante. Tra l’olandese e il britannico ci sono 52 punti. Un’inezia se si pensa che da qui alla fine della stagione il campionato mette in palio, sommando le gare lunghe e quelle sprint, ben 180 punti. Basta un weekend a secco per ritrovarsi gli inseguitori col fiato sul collo. Ma è altresì vero che, facendo due conti, a Max basterà chiudere le ultime sei gare sempre nei pressi dell’inglese per evitare che gli sottragga troppi punti. Potrebbe persino arrivare secondo in tutte le corse e vincere comunque il titolo. In poche parole, il Mondiale continua a sorridergli, starà a lui essere bravo a gestire il suo vantaggio senza farsi prendere dal panico. Sì perché, qualora dovesse imporsi anche quest’anno, il merito sarà in gran parte suo. Lo abbiamo detto, la sua vettura non gli permette infatti più di collezionare pole position su pole position. Sono lontani i giorni in cui gli bastava una buona partenza per portarsi in pochi giri a diversi secondi di vantaggio su chi lo seguiva. Ora Max deve tirare fuori gli artigli, mostrando tutte le sue grandi qualità di pilota.
Su una McLaren che vola
È un Mondiale che si deciderà soprattutto sull’aspetto mentale. Sì, anche Lando Norris dovrà tenere i nervi saldi. Lo ha dimostrato per tutto l’arco della stagione: ha le qualità per imporsi, è veloce e la sua McLaren è decisamente la migliore di tutte le monoposto in griglia. Ma non basta. Al volante ci si siede un pilota, che se non è pronto mentalmente per reggere la pressione ha poco da lottare per il trono. E qui il britannico ha già fatto cilecca più di una vola. Sono parecchi i punti che ha perso per errori grossolani dovuti alla una brutta lettura di gara. Decisamente migliore di lui in questo esercizio è invece stato il compagno di squadra Oscar Piastri. L’australiano è calmo, rilassato, tranquillo. La sua guida è aggressiva ma leggera, dà l’impressione di avere sempre tutto sotto controllo. Caratteristiche che più di una volta gli hanno permesso di superare Norris con nonchalance. Da migliorare sono inoltre le partenze dell’inglese. Troppo lento e poco reattivo quando il semaforo si spegne. Ma anche in questo caso si torna sempre ai piedi della scala. Non è che il 24.enne di Bristol sia scarso, al contrario. Però talvolta si spegne sul più bello, perché non ancora capace di reggere la pressione. Una peculiarità non esattamente idilliaca per un pilota di F1 in lotta per il Mondiale. Il peso più grande rimane comunque sullo spalle di Verstappen, è lui che ha il maggior controllo sul proprio destino, e di conseguenza le maggiori responsabilità.
Vittoria in cassaforte
Intanto la McLaren può già iniziare a sorridere. Sì, perché se per accaparrarsi il titolo piloti infurierà battaglia fino all’ultimo giro, il Mondiale costruttori dovrebbe invece essere tranquillamente già nelle sue mani. Manca ancora la certezza matematica, vero. Ma le ultime corse hanno parlato chiaro. La scuderia di Zac Brown ha piazzato sul podio almeno uno dei suoi conducenti in tutte i sei tracciati appena archiviati. In tre di queste occasioni, sia Piastri sia Norris sono entrati nella top3: in Ungheria, a Monza e sul circuito di Marina Bay. Non dovesse centrare la doppietta costruttori-piloti quest’anno, state certi che il team di Woking ci proverà nel 2025. Se la Red Bull dovesse ripresentarsi con gli stessi problemi, alquanto prevedibile dato il fuggifuggi di grandi protagonisti dalla scuderia di Christian Horner, e la Ferrari continuasse a inanellare errori grossolani, potrebbe anche riuscirci facilmente. Non dimentichiamoci però della Aston Martin, che con il genio Adrian Newey dalla sua potrebbe riservare qualche sorpresa. Musica del prossimo anno. Per ora occhi puntati sulla lotta ai vertici.