In Bahrein Oscar Piastri detta legge

La Formula Uno in Bahrein ha fatto entusiasmare. Evviva. Sì, perché dopo il Gran Premio del Giappone di settimana scorsa ci voleva proprio una gara di fuochi d’artificio. In realtà la prima posizione non è mai stata in pericolo. Nulla di nulla è successo al leader della corsa. Partito già dalla pole position, Oscar Piastri ha fatto gara a sé, dettando legge nel deserto del Sakhir dall’inizio alla fine. È dietro di lui che è successo di tutto. Ma andiamo con ordine.
Pacatezza e dominio papaya
Iniziamo tessendo le meritatissime lodi al vincitore. Alla seconda vittoria stagionale, nonché quarta di tutta la sua giovanissima carriera, il pilota della McLaren in Bahrein è stato semplicemente perfetto. «È stato un weekend incredibile – ha commentato Oscar nel post-gara – iniziato con un’ottima qualifica e conclusosi oggi in pista. Non ringrazierò mai abbastanza il mio team per avermi dato questa macchina incredibile. A livello personale, invece, sono estremamente fiero di quello che sono riuscito a fare. La safety car? Certo, avrei preferito che non ci fosse. Ma alla fine per fortuna tutto si è comunque concluso nel migliore dei modi». Non ha tremato quando si sono spenti i semafori Piastri, e si è messo in tasca il secondo GP di casa. Eh già, perché dopo Silverstone, per la scuderia di Woking quella di Sakhir è una pista fondamentale dopo che a fine marzo ha completato la sua riorganizzazione integrando l’investitore strategico a lungo termine Bahrain Mumtalakat Holding Company. Ovvero il fondo sovrano che ha acquisito la piena proprietà del capitale azionario del gruppo. A Oscar Piastri, immaginiamo, importerà comunque fino a un certo punto di tutto questo. La cosa più bella, per l’australiano che ha spento 24 candeline lo scorso 6 aprile, è stata tagliare quel traguardo davanti a tutti. Grande soddisfazione personale e forte messaggio lanciato al suo team, che ancora – e forse non lo farà mai – non si è schierato su chi sia il suo pilota di punta. Piastri pare però più convincente di Norris (oggi terzo), a tratti morbido nei momenti che contano e con troppo timore reverenziale quando si tratta di battagliare con Max Verstappen. In cima alla classifica piloti rimane comunque Lando, ma con soli 13 punti di vantaggio sul nativo di Melbourne. Dati che ci confermano lo stradominio di questa stagione della McLaren. A parte la gara inaugurale in Australia, il team papaya ha sempre piazzato entrambi i suoi piloti sul podio. Chapeau.
Tra bandiere gialle e retrovie
Accennavamo alla gara particolarmente entusiasmante nella sua interezza. A regalare spettacolo sono stati i tantissimi sorpassi e controsorpassi. Nonché le strategie molto diverse tra loro di soste ai box – lo conferma il fatto che i primi tre piloti al traguardo montavano tre tipi di gomme differenti – e una safety car. Bandiera gialla in realtà poco comprensibile, dato che è stata sventolata per rimuovere dei detriti dalla pista nonostante si trattasse di pochi pezzi. Tant’è. L’entrata in scena di Bernd Mayländer, ad ogni modo, non ha comportato chissà quali scombussolamenti in classifica. Per lo meno là davanti. Nelle retrovie invece la battaglia si è fatta nuovamente infuocata. Nella mischia, per un lungo periodo, ci è finito anche un certo Max Verstappen. Il pilota olandese è tutto fuorché abituato a lottare nel fango facendo a spallate per superare. E infatti il campione del mondo in carica ha iniziato a innervosirsi. Al termine della gara il pilota della Red Bull è comunque riuscito a piazzarsi nella zona punti, chiudendo sesto. Posizione anonima e insolita per lui. Male ancora le Sauber, con Nico Hülkenberg 13. e Gabriel Bortoleto ultimo.
Mezzo sorriso per la Rossa
Buone notizie invece per la Ferrari. La Rossa deve ancora attendere per il suo appuntamento con il podio, ma per lo meno può sorridere per la qualità della prestazione messa in pista in Bahrein. Il nuovo fondo del Cavallino, introdotto proprio per la gara di questo fine settimana, convince: sia Charles Leclerc (oggi quarto) sia Lewis Hamilton (quinto) si sono resi protagonisti di bei duelli e importanti sorpassi. La strada intrapresa sembra dunque quella giusta. Vedremo se i miglioramenti verranno confermati o smentiti a Jeddah, tra una settimana. Sì, la F1 non si ferma mai, nemmeno il giorno di Pasqua.