Contromano

L'ego di Sainz e di Leclerc

Il commento di Pino Allievi a margine del GP di Formula Uno a Montmelò
Pino Allievi
Pino Allievi
25.06.2024 06:00

Si può essere contenti per un quinto posto? No, è troppo poco per una Ferrari che dovrebbe correre per vincere e invece finisce per scontentare quasi sempre, nel senso che non riesce ad avere un ruolo da costante protagonista come ai tempi di Michael Schumacher. Domenica a Montmelò, su uno dei circuiti più impegnativi del mondiale, la Ferrari ha deluso perché non si può essere contenti di un quinto (Leclerc) e sesto posto (Sainz), quando l’obbiettivo era quello di vincere per coronare una settimana magica, tra l’affermazione alla 24 Ore di Le Mans e l’arrivo a Maranello del presidente della Repubblica Mattarella, per inaugurare la fabbrica delle granturismo spinte esclusivamente dall’energia elettrica.

Invece la Ferrari a ruote scoperte non ha vinto. Però non ha deluso, anche se sembra un paradosso. Perchè se andiamo ad analizzare i numeri con la lente d’ingrandimento, notiamo che Charles Leclerc, concluso il pit stop al 24° passaggio, aveva un distacco da Verstappen di 19’’7 ed è poi giunto al traguardo – 40 giri dopo – con un margine di 22’’7. Quindi, se dimentichiamo la prima fase di corsa con la collisione tra i due ferraristi, Leclerc ha viaggiato sul ritmo del vincitore, pur dovendo fare più sorpassi. Ha quindi ragione Fred Vasseur, quando osserva – ma lo hanno visto tutti – che la Ferrari deve migliorare le prestazioni in qualifica se vuole lottare da subito davanti e provare a scardinare il predominio di Red Bull e McLaren. In una Formula 1 in cui i distacchi si sono ristretti al centesimo di secondo, basta poco per trovarsi fuori dai giochi. Ma la distanza tra la Ferrari e chi oggi vince, non è più abissale come una volta e, salvo scivoloni tipo Canada, qualcosa si sta muovendo.

Intanto, però, Verstappen continua a prevalere per due motivi: è il pilota più bravo e dispone della squadra più organizzata. Sono almeno quattro gran premi che la Red Bull non riesce a mettere in campo una macchina superiore alla concorrenza. La McLaren l’ha superata, la Ferrari su certe piste tipo Monte Carlo va più forte. Ma poi è Max che fa la differenza nella guida e nella «lettura» del gran premio. Come è successo di recente a Imola, a Montréal e domenica a Barcellona. La Red Bull, tuttavia, non ha sbagliato nulla nella strategia di corsa e lo ha aiutato in modo determinante nelle giornate di vigilia, quando l’assetto della macchina pareva imbarazzante rispetto alla concorrenza.

Il GP di Spagna si è giocato tutto sugli errori. Leclerc ha commesso una sbavatura sabato nel giro lanciato in cui ha perso per qualche millesimo di secondo la prima fila. Norris, nonostante la pole position, dopo le battute iniziali  giro era terzo, scavalcato da un missile di nome George Russell, leader per un paio di tornate, e da Verstappen col quale per poco non è entrato in collisione. Il sorridente pilotino della McLaren aveva tutto per spuntarla ma, appunto, non è stato perfetto e la McLaren ha ritardato troppo il momento del primo pit stop. I 2’’2 di distacco tra Norris e Verstappen sono la conseguenza di questi sbagli. Ed è certo che il duello tra i due continuerà nelle prossime due domeniche a Zeltweg ed a Silverstone.

L’augurio è che tra loro possa inserirsi anche uno dei piloti Ferrari, oramai divisi tra loro da una gelida rivalità. Come dicevamo, c’è stata una collisione a Montmelò tra Sainz e Leclerc, con lo spagnolo che nel tentativo di superare il monegasco ha osato troppo rovinando l’ala davanti del compagno. Non è la prima volta che i due entrano in contatto, anche se formalmente i rapporti tra loro sono trasparenti. Leclerc ha la necessità di mostrare di essere pronto a guidare la squadra per parare in anticipo l’ingombrante presenza di Hamilton dal 2025 in poi. Sainz, invece, è sempre alla ricerca di un sedile e ha constatato che né in Red Bull né in Mercedes ci sarà spazio per lui, per cui ha un sentimento di rivalsa che lo tormenta e lo porta a esasperare il confronto con Charles. Situazioni inevitabili, quando c’è di mezzo l’ego.