Formula uno

Verstappen resta il più forte e già si pensa a Montecarlo

L’olandese ha fatto la differenza anche nel GP di Emilia e Romagna, Norris e Leclerc saliti sul podio – Le strategie della Ferrari non si sono rivelate paganti, forse anche a causa degli errori di valutazione dei piloti
La Red Bull di Verstappen non ha lasciato scampo alla concorrenza neppure a Imola, nel GP di Emilia e Romagna. ©AP/Luca Bruno
Pino Allievi
Pino Allievi
20.05.2024 21:06

C’è un mistero in quello che è successo dopo la conclusione del Gran Premio dell’Emilia e Romagna. Mentre Verstappen, Norris e Leclerc festeggiavano sul podio, i tecnici della Ferrari parlavano fitto fitto di qualcosa di importante, forse un bilancio riservato di ciò che aveva portato alla sconfitta di Maranello nella gara più vicina a casa. Dopo l’inno olandese che oramai tutti conosciamo a memoria e la consegna dei trofei, Charles Leclerc, sottolineando di non essere contento del risultato – perché il terzo classificato è il secondo dei perdenti – ha spiegato come la gara fosse stata decisa dal risultato delle qualifiche, su una pista allergica ai sorpassi: «C’è qualcosa di strano che Red Bull e McLaren hanno fatto sabato a livello di strategia del motore». E subito ci si è chiesti di che cosa si trattasse. Poco più tardi anche il responsabile della Ferrari, Frederic Vasseur, ha rilasciato delle dichiarazioni che andavano lette tra le righe.

Dettagli non esplicitati

Alla fine nessuno ha capito a che cosa si riferissero quei dettagli non esplicitati. E c’è chi, malignamente, ha pensato a qualche trovata al limite del regolamento che i motoristi di Honda e Mercedes avrebbero messo in atto per favorire Red Bull e McLaren. Più facilmente, potrebbe trattarsi di strategie alle quali la Ferrari non aveva pensato e che magari vedremo nelle prossime gare. Non certo nel prossimo week-end a Monte Carlo, pista anomala, tortuosa, senza rettilinei lunghi né curve veloci.

Una serie di quesiti

Resta il dubbio, quindi, su ciò che ha permesso a Verstappen e a Norris di sopravanzare la Ferrari di Leclerc in prova e di gestire poi il vantaggio in gara, col risultato che sappiamo. Ma c’è un elemento che è stato determinante nel risultato di Imola. È quanto è accaduto al 47.esimo dei 63 giri di corsa all’ingresso della Variante Gresini. Leclerc da molti passaggi stava rosicchiando frazioni di secondo a Norris. Il quale con la frizzante McLaren appariva in difficoltà. I tre secondi abbondanti di margine tra i due si erano ridotti a pochi metri e il sorpasso pareva imminente. Ma Leclerc alla «Gresini» è arrivato troppo forte e ha dovuto tagliare la curva, perdendo terreno da Norris. Non tanto, però abbastanza da non poter più recuperare. Che cosa sarebbe successo senza la sbavatura nel momento cruciale delle gara, quello in cui anche il rendimento di Verstappen, causa gomme surriscaldate, cominciava a calare? Ce l’avrebbe potuta fare, Charles? E l’errore è venuto per una distrazione o perché il ritmo che il monegasco stava tenendo era troppo elevato?

Ma in mezzo a dubbi e constatazioni tecniche magari maliziose, c’è una sola realtà: ha vinto sempre Max Verstappen, anche nel giorno più buio, quanto a prestazioni, della Red Bull.

Un vero campione

L’uomo ha fatto la differenza. Un fenomeno. Nel senso che un pilota diciamo «normale» non ci sarebbe riuscito perché nelle situazioni di emergenza nelle quali si è trovato Verstappen servivano una chiara visione di gara, una piena consapevolezza dei limiti delle gomme, una padronanza delle caratteristiche del circuito. Lui ha gestito questi tre fattori con totale sicurezza ed è giusto che abbia trionfato.

Diverse emozioni

La gara di domenica è stata emozionante sino alla fine, a differenza delle altre che Verstappen aveva dominato senza problemi. Si è parlato tanto delle evoluzioni tecniche portate dalla Ferrari, ma anche McLaren aveva delle novità che hanno funzionato globalmente meglio. Idem la Red Bull, con Verstappen che ha saputo sfruttarle a differenza di Checo Perez che non le ha capite e ha pasticciato sia in qualifica che in gara. Come dire che la Red Bull ha corso con un solo pilota al pari della Ferrari, in seno alla quale c’era un fantasma, l’invisibile Sainz, quinto e penalizzato da un’altra strategia sfavorevole.

L’appuntamento di Monaco

Ora si va a Monaco: si ricomincia da zero su un tracciato diverso da tutti gli altri, con tre squadre quasi alla pari che potrebbero sorprenderci. A patto che non ci sia la solita processione di 20 auto in coda, incapaci di esprimere i brividi che ci ha regalato Imola.