L'intervista

Nancy Fora: «Dallo sconforto al sogno diventato realtà»

69 anni dopo la nazionale svizzera femminile di basket tornerà a disputare un Europeo - Con la ticinese abbiamo rivissuto questa storica qualificazione
La ticinese Nancy Fora veste la maglia della nazionale svizzera da quando aveva 18 anni. © Keystone/Peter Schneider
Maddalena Buila
10.02.2025 21:45

Sessantanove anni dopo l’ultima volta, la nazionale svizzera femminile di basket tornerà a partecipare a un torneo continentale. Sì, ad EuroBasket2025 ci saranno anche le ragazze rossocrociate, che hanno strappato una storica qualificazione sconfiggendo la Bosnia ed Erzegovina per 87-39 e approfittando del successo troppo stretto della Croazia sull’Austria (65-57). La ticinese Nancy Fora ci ha raccontato le emozioni vissute dalla squadra elvetica in queste ore: «Le probabilità di farcela erano bassissime, poi sono scoppiati i festeggiamenti».

Nancy, prima di tutto come stai?

«Sono stanchissima (sorride, ndr). Quando ieri sera abbiamo scoperto la fatidica notizia, ovvero che avevamo strappato l’insperata qualificazione, era già tardi. In più sono rimasta sveglia ancora diverso tempo per chattare con le mie compagne e farci videochiamate. D’altronde non poteva andare diversamente: per noi è un sogno diventato realtà».

Un sogno raggiunto in primis grazie alla netta vittoria di ieri ai danni della Bosnia ed Erzegovina per 87 a 39.

«È stata una partita importantissima. Le premesse erano complicate: non bastava infatti solo un successo (al di là dei risultati delle altre squadre), ma dovevamo imporci con 40 o più punti di scarto. E ce l’abbiamo fatta».

Come vi siete sentite al termine di questo match? Nonostante il bellissimo risultato, dopo tutto, non sapevate ancora se avreste passato il turno oppure no...

«Io ho provato emozioni contrastanti. Ero ovviamente felice per la vittoria e anche perché abbiamo comunque conquistato quattro successi su sei in questa fase di qualificazione. Allo stesso tempo, però, non riuscivo ad essere pienamente soddisfatta. E questo perché appunto sentivo che il lavoro non era ancora concluso. Che mancava un pezzo del puzzle. Non volevo però nemmeno pensare troppo in grande. Fino a poco tempo fa facevamo un’enorme fatica a giocare bene una partita. Dunque mai e poi mai in questi anni ci siamo dette che avremmo raggiunto gli Europei. Non era un obiettivo insomma».

Dopo la nostra gara abbiamo seguito gli altri match in corso: la probabilità di farcela era molto bassa
Nancy Fora

E invece i campionati continentali alla fine sono arrivati. Ma per centrare la clamorosa qualificazione, chiudendo tra le migliori seconde, avete dovuto sperare anche in un risultato a vostro favore proveniente da almeno una delle altre sfide in corso. Come avete vissuto i minuti di attesa che vi hanno separate dal verdetto finale?

«Al termine della nostra gara abbiamo mangiato una pizza tutte insieme e seguito le partite sugli altri campi. Nessuna di queste, tuttavia, andava a nostro favore. Pian pianino, dunque, lo sconforto ha preso il sopravvento. Quando ci siamo salutate, perché bene o male tutte dovevamo rientrare a casa dalle rispettive famiglie, sapevamo che le probabilità di andare all’europeo erano circa del 10%. Io sono tornata in Ticino e quando mi sono sintonizzata per controllare se fossimo state veramente escluse, parlo di un paio di minuti prima della fine dell’incontro, ho visto che un risultato parlava a nostro favore (quello appunto tra Croazia e Austria, ndr). A partita terminata sono partiti i festeggiamenti a distanza. Ci siamo scambiate tantissimi messaggi su WhatsApp e ci siamo videochiamate tra urla di felicità (ride, ndr). E forse vivendola così è stata un’emozione ancora più bella e intensa che se l’avessimo condivisa una accanto all’altra. È stata per tutte una splendida sorpresa».

Questa squadra è composta da giovani che si conoscono molto bene, siamo un gruppo pazzesco
Nancy Fora

Poc’anzi hai parlato delle grandi difficoltà, almeno fino a qualche tempo fa, della Svizzera. Se ora farete parte di EuroBasket 2025 (in programma dal 18 al 29 giugno in Cechia, Germania, Italia e Grecia), è evidente che qualcosa nel frattempo è cambiato...

«Assolutamente sì. Come dicevo, nel recente passato faticavamo persino ad entrare in partita. Io vesto la maglia rossocrociata da quando ho 18 anni e, prima di questa campagna di qualificazione, penso di aver vinto forse solo un paio di incontri. Sono stati sette anni di amare sconfitte. Adesso le cose girano in modo decisamente diverso. In primis c’è stato un grande cambiamento quando sono arrivati un nuovo allenatore e dei nuovi assistenti. In secondo luogo è avvenuto anche un importante cambio generazionale. Ora l’età delle giocatrici spazia dai 20 ai 27 anni. Siamo tutte molto giovani e ci conosciamo da quando abbiamo 16 anni. L’ambiente nello spogliatoio è stupendo proprio perché tra noi si è creata una chimica pazzesca. Siamo un gruppo molto affiatato e unito. Un’unione molto forte che siamo state brave a portare anche sul campo. Poi va detto, abbiamo per esempio giocato contro una Bosnia e un Montenegro che non vantano più tutta la qualità che avevano un tempo. Sconfiggerle è comunque un risultato incredibile, sia ben chiaro, ma non hanno più lo status di imbattibili. Diciamo che se alcune squadre si sono abbassate di livello, noi in compenso ci siamo invece alzate».

E forse un ruolo, per te personalmente, l’ha giocato anche l’esperienza all’estero?

«Assolutamente sì. Questo è il mio secondo anno in Francia, nel Tarbes, e devo dire che sto imparando tantissimo. Il campionato transalpino è tra i più forti, tutte le ragazze giocano a livello professionistico. Si vive di basket e lo si respira giorno e notte. Un aspetto che mi ha fatto crescere moltissimo dal punto di vista personale, ma soprattutto da quello fisico».

Gli anni in Francia mi hanno fatta crescere tantissimo a livello personale e soprattutto fisico
Nancy Fora

Quando comincerete la preparazione per il torneo?

«Ora torneremo tutte a sparpagliarci per l’Europa ognuna nel suo campionato. Una volta terminati i cammini dei rispettivi club, ci ritroveremo a inizio giugno per iniziare a lavorare in vista della rassegna continentale».

E da questo europeo cosa vi aspettate?

«Diciamo che è già un miracolo se ci siamo, dunque tutto quello che arriverà in più sarà ben accetto (ride, ndr). Ovviamente ci porremo degli obiettivi, ma già la qualificazione è un traguardo incredibile. Poi chi lo sa, potrebbe accadere qualche altra sorpresa (sorride, ndr)».

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